STEFANIA PESCARMONA
Compravendite su Generali da parte dei vertici del Leone, che nel corso della settimana ha guadagnato in Borsa il 9,16 per cento. Tra il 27 e il 28 giugno, il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone ha acquistato e venduto titoli per un controvalore complessivo di oltre 22 milioni. Per effetto di queste operazioni, Caltagirone ha limato marginalmente la sua partecipazione, scendendo al 2,21% dal precedente 2,25 per cento. Lo si è appreso da una comunicazione obbligatoria di internal dealing effettuata dal costruttore romano. In particolare, il vicepresidente ha acquistato il 27 giugno, tramite Finced srl, 500 mila azioni, a un prezzo unitario di 13,89 euro, per un controvalore di 6,946 milioni, vendendone l’indomani 1,1 milioni tramite Viapar srl, a un prezzo unitario di 13,79 euro per 15,17 milioni. Durante l’ultima assemblea di bilancio a Trieste, Caltagirone si era detto fiducioso che il Leone avesse imboccato la via del recupero in Borsa. «Se non ci sono sorprese di carattere eccezionale che influiscano sui mercati, la strada è quella», aveva risposto a chi gli chiedeva se il titolo fosse avviato verso un recupero. Caltagirone non aveva risposto, invece, a chi gli chiedeva se avrebbe comprato altre azioni, ma aveva spiegato che «sicuramente bisogna comprare quando i prezzi sono bassi». Oltre al vicepresidente, anche altri manager hanno fatto shopping. Hanno acquistato titoli Generali, infatti, anche l’ad Giovanni Perissinotto, che il 27 giugno ha comprato complessivamente 20 mila azioni per un controvalore di circa 277 mila euro, e il direttore finanziario Raffaele Agrusti, in acquisto il 29 giugno su 7.000 azioni, per poco meno di 100 mila euro.