DI ADRIANO BONAFEDE
Le compagnie di assicurazioni e anche i gestori di fondi pensione aperti da anni chiedono che il socio di un fondo pensione chiuso possa passare con tutti i diritti a un Pip assicurativo o a uno strumento aperto. Dicono “con tutti i diritti” perché in effetti già oggi questo passaggio si può fare (trascorsi 5 anni dall’ingresso nel fondo pensione chiuso); quello che non si può fare è obbligare il datore di lavoro a mantenere la sua quota anche nel Pip e o nel fondo aperto. Servirebbe dunque una norma che equipari in tutto e per tutto i fondi chiusi a quelli aperti e ai prodotti assicurativi. Questa è una battaglia secondo assicuratori e gestori – combattuta a favore della libertà del lavoratore. C’è però un’altra libertà che qualcuno comincia a richiedere. E cioè la libertà di passare da un fondo chiuso a un altro fondo chiuso. Posto che alcuni strumenti si sono dimostrati nel corso del tempo più bravi di altri nella gestione, perché ai lavoratori viene negata la possibilità di trasferire il proprio montante laddove rende di più? La domanda non è peregrina perché un po’ più di competizione tra fondi non sarebbe male. Altrimenti uno si potrebbe ritrovare prigioniero a vita di un fondo di categoria mal gestito, dal quale potrebbe uscire soltanto passando a un Pip o a un fondo aperto.