Le perdite legate alla diffusione dell’epidemia di E.coli in Germania – la più mortale finora registrata – non saranno risarcibili dagli assicuratori, si legge nelle pagine del settimanale americano Business Insurance.
L’epidemia, che è stata finanziariamente devastante per gli agricoltori, ha finora provocato 43 vittime, mentre le persone risultate infette sono oltre 3.800. L’epidemia, iniziata lo scorso maggio, è la più grave registrata dal 1996, quando il batterio dell’E.coli aveva contagiato oltre 9.000 persone in Giappone, uccidendone 5, secondo quanto riferisce il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie.
Inizialmente la causa del contagio era stata imputata alla presenza del batterio in verdure fresche, fra cui pomodori, cetrioli e lattuga. I produttori di cetrioli spagnoli sono immediatamente finiti sotto i riflettori, determinando una costosa perdita di fiducia nel prodotto da parte dei consumatori.
Successivamente l’autorità tedesca preposta al controllo del settore alimentare, il Robert Koch Institute, ha attribuito la responsabilità ad un produttore di germogli di soia, presumibilmente situato nella Germania nord-occidentale.
Ma nel frattempo i produttori spagnoli sono arrivati a perdere fino a 288 mln $ (200 mln €) alla settimana, riferisce l’agenzia Bloomberg. E l’intero comparto europeo ha subito un forte colpo poiché i consumatori hanno smesso di mangiare insalata e ortaggi.
Per ricompensare almeno in parte i danni subiti dal comparto agricolo, l’Unione Europea ha predisposto un piano di circa 300 mln $ (210 mln €) per risarcire le perdite subite dai coltivatori nel distruggere i raccolti.
Non appena saranno chiarite le responsabilità dell’epidemia, le vittime cercheranno di ottenere risarcimenti per danni fisiologici, sostiene Christof Bentele, direttore della divisione di richiamo del prodotto e gestione delle crisi da contaminazione di Aon. Ma le responsabilità del contagio non sono ancora stabilite con certezza, nota Alfred Henneböhl, direttore generale dell’unità RC di Allianz Global Corporate & Speciality.
Una portavoce dell’organizzazione che riunisce le associazioni di categoria europee, il Comité Européen des Assurances, ha aggiunto che è troppo presto per stimare i costi assicurativi dell’epidemia, anche perché non ne sono ancora state identificate le cause, fattore determinante nella presentazione o meno di una denuncia di sinistro.
Le denunce per danni fisiologici saranno probabilmente smaltite all’interno della Germania, avendo ripercussioni solo sul fronte interno, ha aggiunto Bentele. Le imprese alimentari tedesche, generalmente di medie dimensioni, affidano la copertura RC Prodotti a compagnie nazionali.
Tuttavia non si possono escludere ripercussioni sulla catena distributiva, ha aggiunto Mike Noonan, responsabile dell’unità di crisis management di QBE European Operations. Le richieste di risarcimento potrebbero anche essere nell’ordine dei milioni, poiché il batterio dell’E.coli può causare insufficienza renale e danni al sistema nervoso che possono richiedere assistenza a lungo termine.
È da escludere, invece, che le perdite provocate dall’epidemia di E.coli abbiano un impatto significativo nel mercato della RC Prodotti, vista la rarità di questi eventi, ha precisato Henneböhl.
Ma se i produttori potranno usufruire della RC Prodotti per risarcire parte dei danni provocati dall’epidemia, il grosso delle perdite finanziarie subite non rientra in alcuna copertura assicurativa, dicono gli esperti.
Generalmente, i coltivatori che subiscono delle perdite non immediatamente legate a misure preventive imposte dalle autorità non hanno diritto a risarcimenti, ha detto Reto J. Schneider, responsabile della divisione agricoltura per l’Europa, l’Africa e l’America di Swiss Re. “Le loro perdite sono spiacevoli, ma spesso sono più legate ad un’informazione eccessiva e allarmante dei media e alla paura dei consumatori”, ha aggiunto Schneider. “Si tratta pertanto di un rischio imprenditoriale”.
Un altro fattore che potrebbe limitare le perdite degli assicuratori in questo contesto è l’esigua diffusione di coperture assicurative nel settore agro-alimentare. L’assicurazione contro la contaminazione del prodotto, che copre i danni causati dal richiamo del prodotto e dall’eventuale copertura mediatica negativa, viene in genere sottoscritta dall’alimentare manifatturiero, ha detto Ian Harrison, specialista di richiamo del prodotto presso il broker internazionale Lockton. “I prodotti primari sono considerati una categoria ad alto rischio”, ha detto. “La copertura contro la contaminazione del prodotto è difficile da sottoscrivere nel comparto agro-alimentare primario: il limitato livello di lavorazione del prodotto offre all’assicuratore minori opportunità di gestione del rischio in caso di crisi”.
Fonte: Business Insurance