di Maurizio Bufi*
Che la manovra finanziaria non aiuti e incentivi il risparmio degli italiani è ormai acquisito come elemento che l’industria si deve preparare ad affrontare, ma il fatto che si cerchi di rendere più equa la tassazione sui depositi titoli rappresenta un segnale positivo e di impegno concreto a rimodulare in maniera più consona gli oneri dovuti dagli investitori. Certo è che di una minipatrimoniale si parla e che il lavoro degli operatori del mercato si complicherà, dovendo gestire un conseguente disorientamento dei risparmiatori che si vedranno tassare, in maniera più o meno incisiva, i propri conti titoli. Il criterio di adottare quattro differenti scaglioni, pur nella consapevolezza che arriveranno tempi duri per tutti, soprattutto a partire dal 2013 quando le imposte di bollo schizzeranno al rialzo, scaturisce dalla volontà del governo italiano di stabilizzare il rating del Paese insieme ad altre importanti misure di finanza pubblica riducendo l’attuale deficit e applicando una tassazione ineludibile. Di prodotti e rating in questi giorni si è detto e scritto molto, ma pur apprezzando l’impegno di molti in termini di chiarezza e trasparenza nei confronti dei lettori, mi preme sottolineare e ricordare come le valutazioni degli strumenti finanziari debbano essere sempre e comunque calate sulle esigenze dei risparmiatori. Ciò che può essere la scelta più giusta per un investitore, può non esserlo affatto per un altro e questo perché ciascuno ha obiettivi, necessità e storie diverse. Non si deve mai perdere di vista il concetto di pianificazione finanziaria, la quale, se ponderata davvero sul profilo del risparmiatore, di certo non verrà stravolta, semmai solo aggiustata, in conseguenza di situazioni di crisi, manovre finanziarie necessarie e l’emotività derivante da questi elementi. È proprio in questa fase che è importante che gli operatori del mercato offrano il loro completo supporto ai risparmiatori. Se infatti in questi momenti l’industria è concentrata sugli sviluppi della manovra, altrettanto attenti sono i risparmiatori, a cui va rivolto tutto l’impegno dei professionisti del risparmio sia sotto il profilo informativo sia sotto quello consulenziale. L’importante è che sappiano di poter contare su operatori qualificati e pronti a gestire le novità introdotte e, in tale scenario, i promotori finanziari sono preparati ad affrontare questa nuova sfida, così come hanno fatto in tutti i momenti critici (e non ne sono di certo mancati) dell’ultimo decennio; pronti perché hanno sempre operato in un’ottica di tutela del risparmio (e del risparmiatore) oggi come ieri. La nostra categoria ha sempre adottato un approccio orientato alla soddisfazione delle esigenze di breve, medio e lungo periodo degli investitori, metodo che diverse ricerche testimoniano essere uno dei punti di forza dei promotori finanziari, apprezzati più di altri canali. Oggi dobbiamo fare i conti con una nuova scossa, che potrebbe rendere più fragili i risparmi delle famiglie, già colpite dalla recente crisi, il cui effetto è ancora presente nei loro portafogli; secondo i dati di una recente ricerca realizzata da Doxa per il Centro Luigi Einaudi e Intesa Sanpaolo nei mesi di febbraio e marzo 2011, la maggioranza degli italiani non riesce ad accantonare risorse e il 44% delle famiglie quest’anno ha dovuto ricorrere ai risparmi per fronteggiare le difficoltà dovute alla crisi. Uno scenario che di certo non tranquillizza gli animi, ma che fa emergere ancora di più la necessità che i risparmiatori si affidino a professionisti in grado di consigliare e pianificare il futuro finanziario proprio e delle loro famiglie. Se l’assistenza ai clienti è sempre stata una caratteristica tipica della nostra attività, questo è il momento per rafforzare il valore del nostro ruolo, anche sociale, che in tanti momenti ha fatto la differenza. (riproduzione riservata)
*presidente Anasf