È quanto rileva il sondaggio annuale Inaz-Business International dedicato all’evoluzione delle risorse umane e del mondo del lavoro in Italia

La survey annuale “Future of work” che in questa occasione ha preso il titolo di “The AI Impact – Come l’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo delle risorse umane”, realizzata da Inaz – Osservatorio Imprese Lavoro e Business International ha rilevato che, stando alle risposte dei 200 manager italiani di risorse umane intervistati tra marzo e maggio 2024, il  78,72% delle aziende non usa l’Intelligenza Artificiale principalmente perché non sa in quali campi applicarla (43%) o perché mancano le competenze (38%).

Ci sono tre ambiti applicativi che destano curiosità fra le aziende prudenti: recruiting e selezione, pianificazione della formazione e sistemi di valutazione. I primi due risultano anche gli ambiti dove già l’AI è più utilizzata dalle aziende “pioniere”, cioè quelle (1 su 5) che hanno già cominciato a introdurre sistemi di intelligenza artificiale nei propri processi.

In generale, tra i principali vantaggi dell’AI chi la utilizza indica la possibilità di risparmiare tempo sulle attività routinarie (32,14%) e di ridurre i costi di lavorazione delle pratiche burocratiche-amministrative (24,29%). Per quanto riguarda recruiting e selezione circa il 20% dei direttori HR coinvolti nella ricerca concorda sul fatto che l’utilizzo dell’AI consenta di esaminare un enorme numero di candidature da più portali di lavoro, oltre che sulla facilitazione del processo di recruiting (circa il 19% delle imprese) che è risultata essere uno dei principali obiettivi perseguiti.

Le imprese, inoltre, stanno utilizzando l’AI per accrescere il livello di coinvolgimento e la personalizzazione dell’offerta formativa rivolta ai dipendenti (circa il 17% degli intervistati è d’accordo rispetto a questa affermazione), nonché di migliorare sia l’organizzazione, sia l’erogazione delle attività formative (19,1%).