Italia più resiliente di quanto previsto dall’Europa. Secondo l’Istat quest’anno il pil italiano crescerà dell’1%, dato in linea con il Def e più alto dello 0,9% indicato dalla Commissione Ue. Nel 2025, invece, l’incremento dovrebbe essere dell’1,1%, come stimato da Bruxelles. «Nel 2024 l’aumento del pil sarà sostenuto dalla domanda interna e della domanda estera netta (+0,7% entrambe), con un contributo delle scorte ancora negativo (-0,4%)», si legge nella nota. Mentre «nel 2025 l’economia italiana sarà trainata dalla domanda interna (+0,9%)».
Il panorama della mobilità «ha bisogno di una trasformazione, come in larga parte sta già accadendo, sia in ambito ambientale grazie alle nuove tecnologie sia in ambito di esperienza-utente, che oggi cerca una mobilità più libera, affidabile e, appunto, sostenibile. Il gruppo Moov punta su un ecosistema di prodotti e servizi collaterali quali soluzioni chiavi in mano, dove il finanziamento è parte dell’acquisto, dove l’assicurazione è a misura dell’utilizzo che ne viene fatto, dove il servizio assistenza e sinistri è parte di una app collegata alla moto.
Dopo Banca Generali, segnali positivi della ripresa della raccolta sul risparmio gestito arrivano anche dai dati di maggio di Fineco, Banca Mediolanum, Azimut e Anima. Le quattro società di gestione confermano lo slancio delle soluzioni gestite che tornano a raccogliere la liquidità sui conti che nei mesi scorsi privilegiava gli investimenti sui titoli di Stato.
Gli eccessi associati alla bolla internet della fine degli anni 90 hanno portato a una regolamentazione dei mercati finanziari onerosa per le aziende, scoraggiando le imprese a quotarsi. Si stima che l’industria globale del private equity, creata negli anni 80, possa valere oggi circa 8.000 miliardi di dollari, o 16.000 miliardi se si tiene conto del debito utilizzato per acquistare le aziende. Si tratta di un valore superiore al pil della Cina e leggermente inferiore a quello degli Stati Uniti. I mercati azionari mondiali nel loro complesso valgono circa 100.000 miliardi di dollari. Gli investimenti che dovremo affrontare nei prossimi anni per la transizione climatica, le infrastrutture e la difesa sono enormi. Solo una riforma profonda e intelligente dei mercati finanziari permetterà di affrontare questa sfida.
Via libera alle tabelle del danno non patrimoniale del tribunale di Milano aggiornate al 2024 in base agli indici Istat costo-vita: sono utilizzate praticamente in tutta Italia, col placet della Cassazione, per risarcire incidenti stradali e altri tipi di lesioni. Vale 115 euro un giorno di inabilità temporanea assoluta, dei quali 84 a titolo di danno biologico («dinamico-relazionale») e 31 per il danno morale, con la possibilità di un aumento personalizzato fino al 50 per cento di fronte a «comprovate peculiarità». Nel danno parentale ammonta a 3.911 euro il valore punto del risarcimento per la perdita di genitori, figli, coniugi e partner mentre si attesta a 1.698 quello per fratelli e nipoti.
La questione ha un aspetto fondamentale che ci rende anomali, rispetto ad altre parti del mondo, per esempio, gli Stati Uniti. Non c’è infatti, nell’altrove, alcun automatico intervento in denaro dello stato volto a raggiungere i cittadini con contributi correlati al danno subito. Se volessimo utilmente filosofeggiare potremmo dire che laddove lo stato ha provveduto a realizzare le opere di messa in sicurezza di un territorio, il cittadino che è esposto a un qualche danno dovrebbe avere avuto la cura del buon padre di famiglia assicurandosi adeguatamente. E così per il caso dei terremoti. Qual è la ragione per la quale lo stato debba ergersi ad assicuratore di tutti, quando tutti potrebbero prevenire i disastri intervenendo sui loro beni immobili per renderli antisismici, anche nel caso in cui la loro costruzione risale a qualche secolo. Non c’è dubbio, quindi, che mentre lo Stato deve farsi carico delle opere di prevenzione, nei limiti ragionevoli considerati tali dalla tecnica costruttiva, è altrettanto ragionevole immaginare che per gli eventi straordinari entri in ballo un’assicurazione stipulata dai proprietari.
Oltre 190 miliardi di euro tra conti correnti, attività finanziarie di varia natura e beni immobili detenuti dagli italiani all’estero nel 2022, ma il valore scende di circa 12 miliardi rispetto al 2021. Si interrompe quindi il trend in crescita dell’ammontare delle attività oltreconfine che si era incrementato nel 2021 di oltre 9 miliardi di euro rispetto al 2020 (che a sua volta aveva segnato un +27 miliardi circa rispetto al 2019) segno che gli italiani stanno riportando i propri risparmi “a casa”.
Un progetto dedicato al senior housing che punta a riqualificare e trasformare 9 edifici, per un totale di 300 appartamenti. Gli alloggi saranno ristrutturati e adattati alle esigenze di anziani auto sufficienti e interessati a vivere in abitazioni più adatte ai bisogni della cosidetta silver economy. Le residenze saranno corredate da spazi comuni dedicati a servizi sociali e sanitari, cultura e sale cinema. Il progetto per questi tipo di soluzioni abitative si chiana Spazio Blu e prevede un investimento di 130 milioni di euro . A sottoscrivere l’operazione sono Inps, Cdp, Policlinico Gemelli, Gemelli a Casa e Investire Sgr
Con oltre 15 mila aziende clienti in Italia e 120 milioni di ricavi (+23% in cinque anni), Cribis ha concluso lo Studio Pagamenti 2024. L’esito: nel primo trimestre di quest’anno i tempi medi di pagamento sono di 70 giorni e i saldi più puntuali si sono registrati nel Nord Est. Qui il 47,3% dei saldi è avvenuto alla scadenza, quasi uno su due, e il 6,5% con ritardi oltre i 30 giorni, segno di criticità. La regione più virtuosa nell’area è l’Emilia Romagna (47,8% dei pagamenti puntuali e 6,2% oltre i 30 giorni), seguita da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Il Centro è puntuale al 36,6% (nel Lazio solo il 29,2%) e con ritardi gravi all’11,1%; i peggiori pagatori sono nel Sud e Isole: soltanto il 28,3% dei pagamenti, poco più di uno su quattro, è a scadenza e il 15,1% oltre i 30 giorni. Qui la regione meno lenta è la Basilicata (35% puntuali e 11,5% ritardi gravi), la peggiore la Sicilia (22,8% e 18,4%).
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