Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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In Swiss Re non fanno sconti a nessuno analizzando le perdite registrate negli ultimi mesi dal settore assicurativo a causa di eventi catastrofali eccezionali. In un report appena pubblicato i riassicuratori elvetici parlano del rischio di «una perdita di credibilità dell’intero sistema» e di «una situazione che rischia di diventare insostenibile».
Dal 1° luglio, alla scadenza del lock-up, il Tesoro potrà riavviare la privatizzazione o con altri collocamenti sul mercato o con un’aggregazione. L’obiettivo è rispettare la scadenza di fine anno concordata con le autorità europee per la exit dal capitale. Un appuntamento importante sarà quello di agosto, quando la banca aggiornerà gli obiettivi del piano, raggiunti in anticipo grazie al brillante andamento dei risultati. Gli analisti hanno già iniziato a speculare sulle strategie alle quali starebbe già lavorando anche McKinsey come advisor industriale. Ieri per esempio un report di Deutsche Bank firmato da Giovanni Razzoli metteva sotto la lente l’ipotesi di un riassetto nella bancassurance. Il gruppo senese «ha diverse alternative per allocare i suoi due miliardi di euro di capitale in eccesso (più del 30% dell’attuale capitalizzazione di mercato), assumendo secondo le indicazioni del management un target di Cet 1 al 14%». Deutsche Bank parla di «accelerazione del derisking», di «un piano di riacquisto di azioni proprie» e soprattutto di un «riacquisto delle attività di bancassicurazione da Axa». Se un buyback appare assai in salita, due fonti finanziarie contattate da MF-Milano Finanza danno buone probabilità a un riassetto nelle attività assicurative della banca.
La Corte di Giustizia Ue dà torto alla famiglia Malacalza nello scontro su Carige. Con una sentenza pubblicata ieri il tribunale di Lussemburgo ha respinto al mittente le richieste risarcitorie per circa 880 milioni di euro che gli ex soci di maggioranza relativa dell’istituto ligure avevano avanzato contro Bce.
Grazie alla forte ripresa del risparmio gestito, a maggio Banca Generali ha realizzato una raccolta netta di 648 milioni di euro, dato che porta il totale cumulato da inizio anno a oltre 2,9 miliardi, in crescita del 7% rispetto al corrispondente periodo del 2023. Il confronto mensile vede invece il saldo in calo perché maggio 2023 era stato il migliore di sempre per la banca (742 milioni) grazie a un contributo rilevante di 566 milioni raccolti sui conti amministrati, soprattutto titoli di Stato sulla scia dell’aumento dei tassi.
Afine 2022 le strutture sanitarie attive in Italia erano 29.354, di cui il 57% private e il 43% pubbliche. Con 10,6 miliardi di euro di ricavi, anche nel corso del 2022 è cresciuto il giro d’affari dei maggiori operatori sanitari privati in Italia, che ha segnato un rialzo del 2,7% sul 2021 e dell’8,7% sul 2019. Risulta però negativa l’ultima riga di conto economico aggregato. Questi numeri emergono dal report sui maggiori operatori sanitari privati in Italia curato dall’Area Studi Mediobanca e che analizza i risultati di 31 operatori con fatturato superiore a 100 milioni. Da segnalare infine che per i Paesi Ocse la spesa sanitaria media pro-capite (somma tra la componente pubblica e quella privata) è ammontata a 4.986 dollari nel 2022, pari al 9,2% del pil. La spesa sanitaria in Italia è sotto la media sia in termini assoluti pro-capite (4.300 dollari) che in rapporto al pil (9%).

È l’angosciante media secondo la quale, per Confesercenti, nei primi tre mesi del 2024 hanno abbassato le serrande quasi 10 mila imprese del commercio al dettaglio. Una strage economica alla quale corrisponde la crescita inarrestabile dell’e-commerce. Secondo Confesercenti le spese online lieviteranno del 13% nel corso dell’anno, generando oltre 734 milioni di spedizioni ai clienti, quasi 84 mila consegne di pacchi all’ora. Lo scambio tra vetrine e corrieri, però, non è alla pari per le economie dei territori: con la migrazione degli acquisti verso le piattaforme internazionali di e-commerce, che spesso pagano le imposte in altri Paesi, migra anche il gettito fiscale generato dai negozi. Più precisamente, nel primo trimestre del 2024 il comparto del commercio al dettaglio ha registrato la scomparsa di 9.828 imprese, circa mille unità in più dello stesso periodo dello scorso anno.