L’Italia invecchierà ancora di più facendo inevitabilmente lievitare la domanda di cure mediche, mettendo in affanno il Servizio sanitario nazionale. Per questo (almeno chi può permetterselo) sceglie sempre più spesso di sottoscrivere un fondo sanitario o una polizza, utile ad accelerare i tempi di liste d’attesa nelle strutture pubbliche divenuti ormai improponibili. Gli ultimi dati pubblicati da Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione, che riguardano il primo trimestre di quest’anno hanno registrato una raccolta premi di 1,4 miliardi per le polizze malattia, in crescita del 12,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E se si guardano i dati dal 2017 è evidente la crescita costante che le coperture sanitarie stanno avendo tra gli italiani negli ultimi anni: nel primo semestre di sette anni fa i premi del ramo malattia erano pari complessivamente a 1,2 miliardi. Poi nel 2019, nel periodo pre-covid, ero già saliti a 1,5 miliardi, per poi arrivare all’esplosione dei 2,15 miliardi nello stesso periodo del 2023, quasi raddoppiati rispetto al 2017. A muovere, recependo l’interesse da parte degli italiani, sono stati tutti i principali gruppi assicurativi, passando anche per le banche e per Poste Italiane. Il gruppo postale, per esempio è diventato il sesto operatore italiano del settore delle polizze malattia, proprio mentre Intesa Sanpaolo è riuscita a guadagnare la terza posizione.
I broker assicurativi veleggiano nonostante le acque agitate, che caratterizzano il mercato assicurativo, in particolare nel settore danni dove si registra un aumento del 7,7% nel 2023. La produzione assicurativa nazionale complessiva realizzata dalla categoria nel 2023 ammonta a circa 145 milioni di euro, con aumento nel settore danni (+7,7%) e una flessione del 4,8% del comparto vita. Aiba, l’associazione di riferimento dei broker assicurativi, in occasione dell’assemblea generale tenutasi a Milano a porte chiuse il 27 giugno, ha reso noti i dati sul mercato del brokeraggio nel 2023 che Plus24 è in grado di anticipare. Nel dettaglio, gli operatori europei contribuiscono alla produzione per circa 10 miliardi di euro (di cui circa 3,3 miliardi nel comparto vita e circa 6,6 milioni nel settore danni), mentre le compagnie in Libera Prestazione di Servizi (Lps) partecipano per circa 5,5 miliardi di euro.