Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il fondo di private equity Jc Flowers studia un nuovo dossier d’investimento in Italia, questa volta nel brokeraggio assicurativo. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza si tratta di Edge, un broker con sede a Milano creato nel 2014 e gestito dall’amministratore delegato Manfredo Sciarretta. Una manager che nel settore assicurativo ha oltre 20 anni di esperienza, avendo tra l’altro lavorato a lungo in Marsh. A seguire l’operazione e le trattative in corso, come advisor, sarebbero i consulenti di EY. L’attenzione di JcFlowers si sarebbe ora spostata al settore del brokeraggio assicurativo che in Italia, negli ultimi due anni, è stato al centro di una serie di aggregazioni che hanno visto scendere in campo altri grandi player internazionali. Come nel caso di Howden che, tra gli altri, ha deciso di rilevare Assiteca, il più grande broker indipendente italiano, o ancora gli inglesi di Ardonagh, che hanno appena completato le acquisizioni di Mediass e Mansutti srl (e a livello internazionale sono dati in trattativa per Wefox).
Philippe Donnet sistema un tassello della grande riorganizzazione della prima linea delle Generali entrata in vigore a giugno. Carlo Trabattoni, l’ex numero uno della business unit Asset & Wealth Management rimasto fuori dal nuovo organigramma, è stato nominato presidente di Generali Real Estate sgr, la società del gruppo dedicata alla gestione dei fondi di investimento immobiliari.
Nel 2023 l’albo dell’Organismo ha registrato 2.373 nuovi consulenti finanziari, arrivando a quota 51.898, con un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente. E a crescere sono state in particolare le donne. Se la presenza del genere maschile tra i consulenti finanziari è rimasta pressoché stabile le donne abilitate all’offerta fuori sono infatti aumentate del 2,7%. Un dato ancor più incoraggiante se si guarda alla presenza femminile per i nuovi provvedimenti di iscrizione all’albo, con il 32,2% di donne. Ma la strada da fare resta ancora lunga considerando che, guardando al numero complessivo di iscritti, le donne sono ancora al 22,8%. Numeri comunicati ieri dal presidente dell’Organismo dei Consulenti Finanziari (Ocf) Mauro Maria Marino durante la relazione per il 2023 da cui sono emersi 106 provvedimenti sanzionatori, con un tasso di delinquency della categoria che resta basso. Anche gli under 30, seppure al di sotto del 5%, confermano il miglior trend di crescita per categoria (+17,4%).
L’effetto tassi e il buon anno passato dei mercati finanziari spingono la redditività di Allianz Bank Financial Advisors, la banca-rete di consulenti finanziari e private banker controllata da Allianz spa, presieduta da Marcello Messori e guidata dall’amministratore delegato Paola Pietrafesa. Il bilancio 2023, infatti, si è chiuso con un profitto di 75,4 milioni di euro, triplicato dai 24,3 milioni del precedente esercizio. E mentre l’assemblea dei soci dello scorso anno decise di mandare l’utile interamente a riserva, qualche giorno fa la riunione che ha approvato il bilancio del 2023 ha invece deliberato l’erogazione di un dividendo di 20 milioni, accantonando il restante profitto.

La pensione è una lotteria. Nessuna norma, infatti, garantisce una perfetta corrispondenza con i contributi versati. Pertanto, è inutile ogni calcolo di convenienza che può risultare addirittura penalizzante, né si può scegliere il criterio di calcolo (retributivo, misto o contributivo): tutto è rimesso al susseguirsi delle riforme. A stabilirlo è la Corte costituzionale con sentenza n. 112 del 21 maggio 2024, depositata ieri. La vicenda riguarda un lavoratore che, per garantirsi una pensione più pesante, nel 1996 chiede il riscatto della laurea allo scopo di restare nel sistema retributivo di calcolo della pensione. Quando nel 2019 si mette a riposo con quota 100, arriva la sorpresa: la pensione, calcolata con la regola retributiva (come sperava), è pari a 9.221 euro mensili. Sarebbe stata di 11.428 euro, calcolata con il sistema misto, se non avesse fatto quel riscatto. Ma tornare indietro non si può: l’Inps non può neutralizzare i contributi, né annullare quella scelta rivelatasi un bluff.
Licenziato chi abusa del whistleblowing. Chi denuncia gli illeciti nella pubblica amministrazione non può subire conseguenze disciplinari per le condotte, rilevanti perfino sul piano penale, che sono funzionali alla scoperta del malaffare. Ma ciò non autorizza il lavoratore a compiere indagini di sua iniziativa violando la legge per raccogliere prove. E soprattutto l’esimente non opera quando la procedura, a conti fatti, è utilizzata per scopi personali, contestazioni e rivendicazioni. Scatta dunque il licenziamento per giusta causa se il dipendente pubblico denuncia al responsabile anticorruzione circostanze risultate non vere, che gettano discredito sui colleghi e sull’ente. Così la Corte di cassazione, sez. lavoro, nella sentenza n. 17715 del 27/06/2024.