Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Tempo di ripresa per le polizze vita unit linked, in gergo assicurativo il cosiddetto ramo III, ovvero contratti assicurativi che investono i premi in sottostanti composti da fondi o sicav. Grazie al rally dei mercati questi strumenti sono tornati in auge nel collocamento delle reti di banche e consulenti dopo un anno, il 2023, in cui invece gli sforzi delle compagnie si sono concentrati sulla nuova produzione relativa alle polizze di ramo I, ovvero quelle legate alle gestioni separate con composizione prevalentemente obbligazionaria, per avere risorse tali da fronteggiare eventuali riscatti dopo l’incertezza creata dalla crisi di Eurovita e il rialzo dei tassi, due elementi che hanno contribuito a spingere diversi risparmiatori verso l’investimento diretto in titoli di Stato lo scorso anno.
Il risiko è più forte dello spread. Potrebbe essere questa la sintesi delle ultime settimane borsistiche per i titoli bancari italiani. Le azioni degli istituti quotati hanno risentito del taglio dei tassi da parte della Bce e dall’incertezza derivante dall’esito delle elezioni europee. Questi due eventi hanno fatto cadere i prezzi che, dal 6 al 14 giugno, hanno lasciato sul terreno in media il 10% del proprio valore. Si è trattato della prima, brusca inversione di tendenza dopo una crescita di quasi due anni che a maggio aveva fatto toccare all’indice di settore il massimo storico a quota 19.500. A sorpresa però nell’ultima settimana il rally è ripreso e il Ftse Italia Banche ha rialzato la testa mettendo a segno un balzo del 6%. Un altro cantiere aperto è quello delle assicurazioni visto che Orcel vuole portare nel perimetro del gruppo almeno una parte del business, rivendendo i rapporti con Cnp e con Allianz. Sulle polizze si è da poco mossa anche Banco Bpm che, da un lato, ha internalizzato le attività del vita e dall’altro lato ha avviato una partnership sul danni con il socio francese Crédit Agricole, già alleato di Giuseppe Castagna nel credito al consumo con Agos Ducato. Gli occhi del mercato sono puntati anche su Anima.
C’è un grande e ghiotto boccone sotto traccia delle grandi manovre per il tanto invocato e atteso risiko all’italiana che riguarda il plotone delle banche medie del Paese. L’oggetto del desiderio, neanche tanto inconfessato, è Mediobanca. Troppo grande per tutti, fuorché per i due colossi Unicredit e Intesa che dall’alto dei 60 miliardi, poco più poco meno, delle loro capitalizzazioni potrebbero, in via teorica, andare all’assalto del fortino strategico dell’unica vera banca d’affari del Paese che tra l’altro ha in pancia il 13% di Generali.
I fondi pensione negoziali, in cinque anni, hanno investito 3,5 miliardi e sono disponibili a fare molto di più, pronti già a prendere parte al nuovo Fondo sovrano del Made in Italy. Ma chiedono che le norme sugli investimenti siano anche per loro più flessibili e magari di avere finalmente una fiscalità più leggera, a tutto vantaggio dei lavoratori aderenti. Parola di Giovanni Maggi, il presidente dell’associazione di categoria, Assofondipensione, pronto a intervenire nel dibattito nato nelle ultime settimane sulle pagine di MF-Milano Finanza dopo le dichiarazioni provocatorie di Davide Serra rilasciate a Class Cnbc, dove il fondatore di Algebris ha proposto di rendere obbligatorio l’investimento del 5% del patrimonio di fondi e casse previdenziali nelle imprese italiane per sostenere il pil del Paese
Il Documento di Economia e Finanze in versione light approvato dal Consiglio dei ministri nelle scorse settimane, in attesa che si definiscano le linee guida comunitarie sul nuovo Patto di stabilità e crescita, contiene solo le stime che discendono dal quadro economico tendenziale e non quelle invece di tipo programmatico che derivano dalle azioni che l’Esecutivo intende intraprendere. Per quel che riguarda le pensioni non è allora possibile ancora comprendere se e come si intende intervenire quest’anno, anche se qualcosa dovrà essere fatto almeno per fornire soluzione in termini di flessibilità in uscita al venir meno al 31 dicembre prossimo di Quota 103, opzione donna e Ape sociale. Nel frattempo, però, leggendo il Def, è possibile tratteggiare un quadro dell’andamento della spesa pensionistica in rapporto al pil alla luce delle stime elaborate dalla Ragioneria generale dello Stato. La previsione, viene sottolineato, sconta gli effetti delle misure contenute negli interventi di riforma adottati negli ultimi decenni. Si fa riferimento, in particolare, all’applicazione del regime contributivo e alle regole introdotte nel 2004, nel 2010, e a seguire, con riferimento alla riforma Fornero, che hanno elevato i requisiti di accesso per il pensionamento di vecchiaia e anticipato.
I fondi pensione, oltre a rappresentare uno strumento di integrazione previdenziale, sono anche importanti investitori istituzionali, portatori di un capitale paziente utile a sostenere lo sviluppo economico. Come si sta posizionando il mercato italiano in ambito finanziario per affrontare le nuove sfide che si presentano? MF-Milano Finanza ha fatto il punto con Andrea Nanni, responsabile settore fondi pensione e assicurazioni di Prometeia Advisor sim.
A thora Vita Facile è un contratto di assicurazione caso morte, a vita intera, di tipo rivalutabile a premio unico e con la possibilità di effettuare versamenti integrativi. La polizza prevede che il premio unico, al netto dei costi, venga investito unicamente nella gestione separata Athora Risparmio Protetto, che offre una bassa rischiosità. L’obiettivo del prodotto è principalmente quello di conservare il capitale Investito, puntando ad un
graduale e costante incremento nel medio-lungo periodo. Si segnala che tale gestione separata utilizza anche un “Fondo utili” e investe principalmente in obbligazioni quotate, principalmente governative dell’area euro, con qualità creditizia adeguata, ma anche in fondi di investimento. Il contratto non prevede il frazionamento infrannuale dei premi, che sono da corrispondere
in unica soluzione

Generali sta cercando di vendere le attività in Turchia e nelle Filippine. Sono stati avviati processi separati per la cessione della piccola filiale Generali Sigorta, con sede a Istanbul, e di Generali Life Assurance nelle Filippine. Le discussioni, secondo l’agenzia Bloomberg, coinvolgono una mezza dozzina di pretendenti in ogni processo. Un portavoce del gruppo triestino, interpellato sulla questione, non ha rilasciato commenti.
Aon ha nominato Andrea Parisi a.d. della sub-region Italia e Mediterraneo orientale composta da Italia, Cipro, Grecia, Israele, Malta e Turchia. L’Italia, grazie ai risultati che testimoniano una crescita costante e alla leadership di Parisi, già a.d. di Aon in Italia, guiderà la sub-region all’interno dell’area Emea. L’anno scorso, in Italia, Aon ha realizzato ricavi netti per 300 milioni di euro, comprensivi delle acquisizioni ed escludendo il perimetro Riassicurazione, con una crescita a doppia cifra rispetto al 2022. Il gruppo ha evidenziato la conferma della leadership nel mercato italiano per volumi, premi intermediati (3,2 miliardi di euro) e clienti gestiti.
La nuova norma sulla responsabilità del collegio sindacale ha un problema sugli scaglioni. Per come scritta oggi, infatti, i soggetti che guadagnano 9 mila euro risponderanno per un importo massimo maggiore rispetto a coloro che ne percepiscono 11 mila. Stesso discorso tra 49 mila e 55 mila euro di guadagni. Questo perché il sistema non è armonizzato tra le varie fasce previste dalla normativa (tre).
Il decreto «Salva casa» porterà a un «eccessivo e improprio» carico di compiti e di responsabilità per i professionisti. Si «continua ad ampliare l’ambito di incertezza interpretativa della norma introducendo modifiche parziali finalizzate a snellire aspetti procedurali che di fatto costituiranno misure a regime». Un processo che «si traduce, in alcuni casi, in un affidamento improprio di responsabilità ai tecnici abilitati, architetti e ingegneri liberi professionisti, come già avvenuto con le asseverazioni». È quanto si legge nella nota diffusa ieri dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc), dal Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) e da Fondazione Inarcassa, molto critici sul nuovo decreto denominato «Salva casa» (dl 69/2024, in G.u. il 29 maggio).

corsera

È da poco passata la mezzanotte di giovedì quando un boato squarcia la notte. Fumo, fiamme, pareti di lamiera sventrate nella zona industriale di Bolzano. Alla Aluminium un’esplosione travolto i sei operai della squadra di turno. Uno di loro, il carrellista, riesce ad azionare i sistemi d’allarme. Ora la vita di quattro dei suoi colleghi è in pericolo: tutti con ustioni gravissime, di secondo e terzo grado. Gli operai coinvolti sono tutti cittadini stranieri (tre senegalesi, due albanesi e uno tunisino). L’esplosione è avvenuta durante la fase di colatura e raffreddamento dell’alluminio fuso in uno stampo. Lo scoppio è stato di tale potenza da fare ipotizzare che sia stato generato dal contatto tra acqua e alluminio: forse per un malfunzionamento del forno, forse per un errore umano. La prima ipotesi è quella di cui parla Giuseppe Pelella, segretario regionale dell’Uilm: «Sembra che ci sia stata un’anomalia nel forno e che la squadra di operai sia accorsa per vedere cosa stesse succedendo. C’era dell’acqua che, a contatto con il metallo, ha generato l’esplosione che li ha investiti».
L’ipotesi più verosimile è che il bus abbia sbandato per la rottura del giunto che collega il volante alle ruote. La conseguenza — si legge in una delle relazioni — è che «in frenata sia la controllabilità che la stabilità del veicolo risultano compromesse». La rottura è spiegabile «solo ipotizzando che questo componente fosse già stato danneggiato in precedenza». Il consulente la definisce «una rottura per fatica» innescata giorni prima, forse per un sovraccarico nell’uso dello sterzo. Un altro perito ha analizzato il guardrail scoprendo che fu costruito a fine anni Sessanta senza rispettare il progetto originario: invece di una barriera ininterrotta, furono realizzati dei varchi. Non solo: da una relazione del 2022 emergeva che non era mai «stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria e rinforzo strutturale».
Il potenziale dirompente dell’intelligenza artificiale (AI) sta suscitando grande entusiasmo nei mercati finanziari, pur sollevando domande sui numerosi rischi che potrebbe provocare. Sicuramente dal punto di vista degli investimenti, l’AI è ormai una tendenza che nessuna industria può permettersi di ignorare, tantomeno il settore dell’auto. Oggi si stima che l’intelligenza artificiale stia diventando la voce principale degli stanziamenti digitali dei costruttori automobilistici. Nel 2030 potrebbero arrivare a superare i 70 miliardi di dollari, con una crescita annua del 20/30%. Diverse forme di intelligenza artificiale attualmente sono già presenti in misura diversa nelle vetture, con una percentuale che tuttavia non arriva al 30%. Ma si prevede che, entro il 2030, la quota potrebbe raggiungere la soglia del 100%. L’intelligenza artificiale si appresta perciò a divenire la fonte del 15-20% del valore generato dal settore. I numeri sono importanti. Le stime indicano che è atteso un fatturato di 650 miliardi di dollari, tra fornitori e case costruttrici.

 Ivass ha analizzato l’attuale offerta. La fotografia è stata scattata su 46 polizze cosiddette “standard” in commercio a gennaio 2024, quelle cioè con contenuti predefiniti (i cui testi sono disponibili sui siti internet delle compagnie). Nel dettaglio 36 sono destinate alle piccole e medie imprese (Pmi) e 12 agli individui e famiglie (clientela retail). Nell’analisi non sono invece comprese quelle stipulate dalle aziende produttive di maggiore dimensione, i cui contenuti vengono costruiti su misura nel confronto con l’azienda. Nessuna polizza prevede la copertura per esondazione, evento catastrofale previsto dalla nuova legge, mentre sono molto eterogenee le coperture offerte che per le Pmi si focalizzano su “terremoto”, “alluvione e inondazione”, “frana”, “allagamento”. Nelle polizze retail, invece, la copertura per “frana o franamento” è inclusa solo da tre compagnie in quella “alluvione e inondazione”, mentre è esclusa da ben sette compagnie.