Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Bce, superbonus e truffe fanno lievitare gli esposti dei clienti nei confronti delle banche. Lo scorso anno il numero di segnalazioni ricevute dalla Banca d’Italia è salito del 21% rispetto al 2022 arrivando a toccare quota 11.200, un valore superiore del 36% rispetto alla media del quinquennio pre-pandemico. È quanto emerso dall’analisi annuale realizzata dagli analisti di Via Nazionale secondo cui l’aumento delle segnalazioni è dovuto, in particolare, ai problemi connessi con la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile, a seguito della galoppata del costo del denaro in Europa, messo in atto dalla Banca centrale europea. Questa tipologia di esposti sembra essere triplicata in appena dodici mesi. Ma non si tratta dell’unica nota dolente del rapporto tra intermediari finanziari e clienti. Un’altra componente importante segnalata dalla Banca d’Italia è relativa al blocco dell’operatività su rapporti di conto corrente a seguito di vicende successorie e a pignoramenti. Fattore direttamente collegato a un peggioramento delle condizioni economiche del Paese.
Le frodi? Le imprese hanno imparato che è meglio prevenirle che doverne affrontare ex post i danni. Oltre nove società su dieci, infatti, dichiarano di non limitarsi più, come in passato, a una gestione a posteriori: e così una su due (51%) ha avviato iniziative ad hoc o programmi antifrode (40%). Tra le armi più utilizzate, nella quasi totalità dei casi è stato adottato un Codice etico e/o di condotta (99%) e il Modello 231 (99%). Sono i tratti principali che contraddistinguono le strategie aziendali contro le cosiddette frodi occupazionali (occupational fraud), cioè quelle portate a termine da componenti interni a un’organizzazione per trarre vantaggio dall’uso illecito o improprio di mezzi e risorse aziendali.
Le regole su “diritto” e “misura” della pensione non fanno distinzione tra chi versa i contributi alla gestione separata e chi li versa alla gestione dei dipendenti oppure alla gestione dei lavoratori autonomi (per esempio, gli artigiani e i commercianti). Dunque, l’epoca di pensionamento (il “quando si matura la pensione”) è sostanzialmente identico, contemplando le tradizionali possibilità di: pensione di vecchiaia (pensionamento ordinario a 67 anni) e di pensione anticipata (ex pensione di anzianità, con circa 42 anni di contributi a qualunque età). Idem per quanto riguarda l’importo della pensione: dipenderà dalla quantità di contributi versati durante la vita lavorativa (c.d. montante contributivo), trasformati in pensione applicando gli stessi coefficienti validi per i dipendenti e per gli autonomi.
La prevenzione della responsabilità 231 delle imprese passa attraverso lo stretto monitoraggio delle aree aziendali che gestiscono gli strumenti finanziari, l’allestimento di un efficace sistema di “whistleblowing” per la segnalazione dei reati, la predisposizione di un apparato sanzionatorio che disincentivi economicamente condotte illecite da parte di lavoratori retribuiti sulla base di performance aziendali. Le indicazioni arrivano dalla sentenza del Tribunale di Milano 22 aprile 2024 n. 1070, pronuncia che individua gli elementi indefettibili per la costruzione di un idoneo “modello di organizzazione, gestione e controllo” dei rischi di reato (c.d. “Mog”) previsto dal sistema 231.
Con il periodo estivo in molti pianificano viaggi all’estero. Per chi vuole tutelarsi in caso di inconvenienti e rischi un’opzione è stipulare un’assicurazione viaggio, che offre coperture per esempio per l’annullamento della trasferta, lo smarrimento dei bagagli, gli infortuni, i problemi di salute durante il soggiorno, la responsabilità civile, fino a prodotti molto specifici come le polizze per le vacanze studio. Come scegliere l’assicurazione viaggio. Secondo un’indagine del Gruppo Europ Assistance gli italiani riconoscono l’importanza di proteggere il proprio viaggio, soprattutto per quanto riguarda la salute (72%), gli effetti personali (68%) e la possibilità di cancellazione (65%). Tuttavia, solo il 30% dichiara di aver acquistato una polizza per l’ultimo viaggio, al di sotto della media europea (47%). Le ragioni dietro questa tendenza sono principalmente il costo, percepito come elevato dal 37% degli intervistati, il fatto che in molti non considerano la possibilità di acquistare un’assicurazione prima di partire (circa il 35%), oppure non ritengono di viaggiare abbastanza lontano o abbastanza frequentemente.
Tre Pmi italiane su 4 hanno raggiunto un livello almeno medio di welfare aziendale, dal 2016 le imprese che hanno raggiunto un livello alto o molto alto sono triplicate, passando dal 10,3% al 33,3%, accelerando negli ultimi due anni (+ 8%). Mentre le imprese a livello almeno medio sono aumentate dal 51% al 75%, si sono dimezzate (dal 48,9% al 25,5%), invece, le imprese a livello iniziale il cui welfare consiste, sostanzialmente, nell’adozione delle misure previste dai contratti collettivi. Ma soprattutto è il fatturato aziendale che aumenta con il livello di welfare, considerato che registrano un trend di crescita del business il 28,8% delle imprese a livello di welfare iniziale e il 46,5% di quelle a livello molto alto. Sono alcuni dei tratti dello scenario delineato in seno all’ottava edizione del rapporto Welfare Index Pmi dal titolo «L’età adulta del welfare aziendale. Le Pmi pronte per il rinnovamento del welfare del Paese», promosso da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio.