Jim Bichard (PwC) ha commentato con la rivista inglese Business Insurance i principali risultati del recente report “Insurance Banana Skins”, di PwC e della pletora di rischi macroeconomici e geopolitici cui sono esposti oggi gli assicuratori.
Secondo Bichard a pesare maggiormente sulle compagnie assicurative sono oggi i tassi di interesse, l’inflazione e i conflitti geopolitici. “In quanto parte di un settore regolamentato – ha detto – le compagnie sono alle prese con una crescente complessità”.
Ci sono poi i rischi legati all’innovazione tecnologica e al cambiamento climatico che continuano a crescere in termini di rilevanza. “Scenari come quello cyber incontrano sempre nuovi rischi. Considerata la grande dipendenza dai dati dell’intero mercato assicurativo, non sorprende che proprio la protezione dei dati e il cyber risk siano in cima all’agenda delle priorità. Il clima è un altro rischio in continua crescita in termini di impatto sulle operazioni, sui bilanci e sui prodotti degli assicuratori”.
L’altra sfida che investe il settore è, secondo PwC, il gap di fiducia che esiste oggi nell’ecosistema assicurativo. Un aspetto decisivo dell’offerta assicurativa è la necessità di essere affidabili e resilienti e, soprattutto, di mantenere le promesse implicite nell’assicurazione che per i clienti si verifica nel momento del bisogno.
“Parlando in termini generali – afferma Bichard – durante la pandemia la fiducia nei servizi finanziari ha raggiunto un livello davvero basso. Pertanto, il settore assicurativo ha molto lavoro da fare per migliorare la fiducia dell’opinione pubblica e dei suoi clienti. È difficile valutare questo rischio senza considerare l’impatto del digitale e dell’intelligenza artificiale che sta influenzando tutti gli aspetti operativi delle compagnie. In parte, ciò dipende dalle preferenze dei clienti, che stanno cambiando molto rapidamente. I privati e i clienti aziende sono abituati ad accedere in digitale ad altri settori dei servizi finanziari. In molti si stanno ad esempio chiedendo perché i prodotti assicurativi abbiano una durata annuale, o sul perché le assicurazioni non abbiano agito maggiormente in termini di prevenzione e protezione”.
Bichard ha poi ricordato come su tutti i fattori in gioco si sovrapponga un’enfasi sulla performance. “Gli assicuratori devono rimanere redditizi e garantire che i premi superino gli indennizzi”, ha detto. Il che non è un’impresa da poco nel panorama odierno. “In tutto il settore assicurativo a livello globale ottenere performance positive è stato piuttosto difficile, almeno fino allo scorso anno. Quindi gli assicuratori devono destreggiarsi tra le richieste di performance e la necessità di soddisfare le esigenze dei clienti, affrontando al contempo fattori macro, alcuni dei quali si stanno manifestando ora e altri sono pronti a verificarsi”.
Bichard ha aggiunto. “Ogni anno conduciamo un sondaggio tra i Ceo e una delle domande più interessanti è se pensano che la loro attività sia sostenibile nell’arco di cinque-dieci anni. Quest’anno abbiamo avuto una risposta record: il 45% dei Ceo ha affermato di non ritenere che la propria attività ancora redditizia tra cinque o dieci anni. E questa percentuale è altrettanto elevata per le assicurazioni come per qualsiasi altro settore”. Cinque anni non sono tanti per reinventare il proprio business, soprattutto in una situazione in cui il panorama dei rischi non è mai stato così complesso come oggi. “Il ritmo del cambiamento sta solo accelerando”, ha aggiunto. “Mi viene in mente quella citazione su come la tecnologia digitale non sia mai stata così veloce e non sarà mai più così lenta! In realtà ci stiamo solo rendendo conto del fatto che in questo momento siamo in un’impennata e, finché la situazione non si sarà calmata, il settore sarà sempre più sconvolto”.