Nel 2023, come noto, sono aumentati in modo considerevole i riscatti anticipati su contratti vita, fenomeno che, secondo IVASS, è correlato con le caratteristiche finanziarie e il modello di business delle imprese assicurative italiane.

Secondo quanto riporta l’Autority in un contributo di analisi pubblicato nella Relazione sull’attività dell’Istituto nel 2023, i riscatti interessano in misura maggiore le imprese che collocano contratti vita prevalentemente tramite il canale bancario, che commercializzano prevalentemente polizze a vita intera.

Nel 2023 l’onere per riscatti dei contratti vita è stato pari a 85,1 miliardi di euro, in crescita di ben 31,6 mld rispetto all’anno precedente. I riscatti associati alle polizze rivalutabili di ramo I e V sono cresciuti di 24,3 miliardi, mentre quelli relativi a polizze unit-linked di ramo III e VI di 7,3 miliardi.

In termini relativi, l’indicatore onere per riscatti rispetto alle riserve tecniche di inizio esercizio (tasso di riscatto) è risultato pari al 10,9% (10,7% per le rivalutabili e 11,3% per le unit-linked) a fronte del 6,7% dell’anno precedente. L’ultima volta che tale indicatore aveva superato la soglia del 10% risale agli anni 2011 e 2012 in occasione della crisi del debito sovrano, in cui era risultato rispettivamente pari al 12,5% e 11,5%. Anche nel triennio 2006-2008, durante la crisi dei mutui-subprime, il tasso di riscatto era risultato elevato, rispettivamente pari al 10%, 13,2% e 11,6%.

L’incremento del tasso di riscatto è risultato maggiormente significativo per le imprese che operano prevalentemente attraverso il canale bancario. Per le polizze rivalutabili il tasso di riscatto del canale bancario subisce un incremento di 4,9 punti percentuali contro i 2,5 del canale tradizionale; anche per le unit-linked si osserva il medesimo comportamento con maggiori riscatti di +4,4 punti percentuali per il canale bancario contro +2,7 per quello tradizionale.

Questo si traduce in un aumento degli oneri per riscatti delle imprese con prevalente canale bancario di 26,5 miliardi di euro (+20,1 miliardi per polizze rivalutabili, +6,4 miliardi per polizze unit-linked) a fronte di un incremento di 5,1 miliardi per le imprese con prevalente canale tradizionale (+4,3 miliardi per le rivalutabili, +0,8 miliardi per le unit-linked).

Le imprese che commercializzano principalmente polizze di tipo misto con scadenza definita mostrano un tasso di riscatto inferiore rispetto a quelle che commercializzano polizze a vita intera, coerentemente con il fatto che nei contratti a vita intera il riscatto è l’unica modalità di cessazione del contratto (oltre al decesso).

Una parte del differenziale del tasso di riscatto è da ritenersi fisiologica e relativa alla struttura stessa dei prodotti. Le imprese che commercializzano principalmente prodotti a vita intera hanno registrato una maggiore crescita del tasso di riscatto dei prodotti rivalutabili (+6,7 punti percentuali a fronte di +1,2 dei prodotti unit-linked).

Nel 2023 le famiglie hanno effettuato investimenti netti per 45 miliardi di euro in attività finanziarie (fonte Banca d’Italia), dato che “suggerisce un cambiamento nelle motivazioni alla base dei riscatti delle polizze vita, tra cui l’opportunità di ricomporre gli investimenti e allocare risparmi privati per maggiori rendimenti potrebbe prevalere rispetto alla necessità di liquidità delle famiglie”, spiega Ivass, che conclude rilevando che “il tasso di riscatto, misurato dal rapporto tra riscatti e riserve, mostra un’associazione statisticamente significativa con l’andamento dei tassi dei BTP decennali, coerentemente con l’ipotesi che in periodi di aumento dei tassi di mercato i risparmiatori tendano a riscattare le polizze per cercare alternative più profittevoli rispetto ai prodotti di investimento assicurativo. L’elasticità del tasso di riscatto rispetto al rendimento dei BTP è pari a 1,4, ovvero all’aumento di un punto percentuale del rendimento corrisponde un incremento di 1,4 punti percentuali del tasso di riscatto, a parità di altri fattori (canale di distribuzione, tipologia di prodotto prevalente, SCR ratio)”.

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