Generazione ansiogena quella dei giovani italiani che in molti casi si trovano a vivere in condizioni di depressione e isolamento, con la famiglia incapace di leggere le condizioni di disagio. Sono disturbi lasciati in eredità, almeno in parte, dalla pandemia come rivela il Rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”, elaborato in collaborazione con Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei giovani, che evidenzia una percentuale del 49,4% di giovani italiani tra i 18 e i 25 anni, che afferma di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria.
Per la stessa ragione, il 62,1% dei giovani intervistati ha cambiato la propria visione del futuro, indicando un bisogno urgente di ascolto per prevenire che il disagio si trasformi in un disturbo cronico.
Per rispondere a questa emergenza, è nato il progetto scuole “Mi vedete?”, un’iniziativa che mira a coinvolgere attivamente studenti, insegnanti, famiglie, esperti e professionisti del territorio. Realizzato grazie alla collaborazione tra Lundbeck Italia, azienda dedicata alle neuroscienze, e Your Business Partner, società di consulenza, il progetto punta a creare un modello di ascolto e intervento tempestivo per i disagi adolescenziali.
Attraverso 6 giornate di awareness, 96 conversazioni antropologiche e 6 workshop – riferisce una nota – sono stati raccolti “importanti dati quali e quantitativi” presentati a Roma, durante una conferenza stampa preceduta da un incontro a porte chiuse con le istituzioni per promuovere un dibattito sul progetto perché possa essere replicato in altre scuole, e sulle attività di prevenzione da intraprendere negli istituti.
Sergio De Filippis, docente di Psichiatria delle Dipendenze all’Università di Roma La Sapienza e consulente scientifico del progetto, ha sottolineato come “il 71% degli studenti intervistati ha riferito di provare disagio, ma solo il 31% dei genitori ne è consapevole”.
Il rapporto ha anche analizzato situazioni specifiche come l’uso di sostanze, disturbi alimentari e del sonno e il bullismo. Il 54% degli studenti ha segnalato uso di sostanze tra i coetanei, con solo il 15% dei genitori consapevoli di questo fenomeno. Per i disturbi alimentari, il 38% dei ragazzi ha dichiarato di averne sofferto, ma solo il 13% dei genitori ne era a conoscenza. I disturbi del sonno sono presenti nel 63% degli studenti, mentre il bullismo è stato riportato dal 38% dei ragazzi.
Ketty Vaccaro, Responsabile Salute e Welfare Censis, ha sottolineato come la pandemia abbia avuto un impatto maggiore sui giovani rispetto agli adulti, segnalando un’altra epidemia di disturbi psicologici tra gli adolescenti.