Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
In nessuna delle ipotesi di chiusura della vicenda Eurovita, anche la peggiore, è prevista una perdita importante per i sottoscrittori delle polizze, grazie alla buona qualità degli attivi investimenti in titoli di stato (italiani ed esteri) con alto rating in termini di merito creditizio. L’amministratore straordinario di Eurovita, Alessandro Santoliquido, ha tranquillizzato le associazioni dei consumatori, come si legge nel comunicato stampa diffuso da Adiconsum all’indomani dell’incontro con il manager. Entro giugno sarà in ogni caso richiesta ad Ivass la proroga di almeno un mese dell’attuale blocco dei riscatti per motivi «tecnici» legati alla predisposizione delle procedure di ristoro. Poi ci sarà bisogno di altri 2 o 3 mesi per darne concreta attuazione, arrivando a fine settembre.
Questa volta a essere coinvolti sarebbero un migliaio di sottoscrittori italiani che vedono a rischio i loro investimenti in una polizza vita. Dopo il caso Eurovita, finita in amministrazione straordinaria (altro articolo in pagina), a trovarsi in difficoltà è la compagnia vita slovacca Novis, a cui l’autorità di Bratislava, Nbs, ha deciso di revocare l’autorizzazione a operare. Una compagnia che è stata fondata nel 2014 in Slovacchia e che ha allargato la sua attività in mezza Europa: dall’Austria alla Repubblica Ceca, oltre a Germania, Finlandia, Ungheria, Svezia, Polonia e pure in Italia dove Novis operava in libera prestazione di servizi (Lps), quindi senza aver aperto una propria sede nel Paese, distribuendo le sue polizze vita essenzialmente tramite agenti assicurativi plurimandatari e consulenti finanziaria.
Philippe Donnet muove su quella che potrebbe essere la prima acquisizione di peso delle Generali nel terzo mandato del ceo francese alla guida del Leone. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, scade oggi il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per Liberty Seguros, la controllata europea della compagnia assicurativa americana Liberty Mutual, messa in vendita per una razionalizzazione del business fuori dai confini Usa. In ballo c’è un portafoglio premi di oltre 1,2 miliardi di euro soprattutto nell’RcAuto raccolto oltre che in Spagna anche in Portogallo e Irlanda – i tre Paesi dove Liberty Seguros opera – e che nel 2021 ha generato 50 milioni di utile netto. In più, Liberty ha accordi di bancassurance con Bankinter, ha rinnovato un’altra partnership con Kutxabank e può vantare alleanze in corso con il gruppo Rga e con Caja Almedralejo.
Il tema della sostenibilità entra sempre di più nella strategia delle società italiane, tanto da legare a doppio filo le retribuzioni degli amministratori esecutivi o del top management alle performance Esg dell’azienda. A testimoniarlo sono i risultati dell’Integrated Governance Index (Igi) 2023, modello di analisi quantitativa del grado di integrazione dei fattori Esg nelle strategie aziendali e sviluppato da ET.group. I risultati dell’ottava edizione, che verranno presentati in forma completa il 14 giugno in occasione della Esg Business Conference a Milano, sono anticipati da MF – Milano Finanza.
Lokky, l’insurtech italiana dedicata a piccole imprese, professionisti e freelance, che dalla sua nascita ha raccolto complessivamente 5 milioni di euro con l’equity crowdfunding su Mamacrowd (tra gli investitori c’è anche il fondo Azimut Eltif) punta a diventare il riferimento del settore assicurativo per questo segmento di mercato. Per farlo vuole spingere sulla crescita, focalizzandosi sul brand, l’innovazione tecnologica e i nuovi prodotti, come raccontano a MF-Milano Finanza Sauro Mostarda e Paolo Tanfoglio, entrambi co-founder e ceo di Lokky.
Viaggi sempre rimborsati, anche durante la pandemia. Una normativa nazionale che esenta temporaneamente gli organizzatori dal loro obbligo di rimborso integrale in caso di risoluzione del contratto non è compatibile con il diritto dell’Unione. Inoltre, per «rimborso» si deve intendere sempre una restituzione sotto forma di denaro e non un «buono». È quanto pronunciato ieri dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea nelle cause C-407/21 Ufc-Que choisir e Clcv Ufc, e causa C-540/21 Commissione/Slovacchia.
- Il 30% degli italiani ritiene la sostenibilità un valore da seguire
Nel 2011 soltanto il 7% degli italiani sosteneva di conoscere molto bene il significato della parola sostenibilità. Già nel 2018 era salito al 20, nel 2023 è al 39 per cento. Appena il 17% ne ha invece un’idea superficiale, soltanto il 5% non sa di cosa si sta parlando. Chiesto a un campione di cittadini quali investimenti avrebbe voluto veder realizzati da un governo, a proposito di sostenibilità, il 29% ha infatti indicato quelli economici, il 34% quelli ambientali e il 37% quelli sociali. Ma, in concreto, che cosa s’intende per sostenibilità? Secondo gli organizzatori: un insieme di comportamenti, di scelte, per coniugare la salvaguardia di risorse limitate con il benessere delle generazioni attuali e future, generando un circolo virtuoso. «In materia ambientale abbiamo tre radici a cui guardare», spiega Pagnoncelli che al tema ha dedicato diversi studi in passato anche comparati a livello internazionale, «l’etica (futuro del pianeta), la paura (cambiamento climatico) e la qualità (acquisto di prodotti rispettosi dell’ambiente). Da qui la maggiore attenzione, per esempio, alla raccolta differenziata dei rifiuti e al loro riciclo».
Qualche passo avanti è stato fatto ma al momento manca una proposta “fattiva”, che è invece quello che il Mef vuole, e potenzialmente anche in tempi rapidi, per evitare la messa in liquidazione del gruppo assicurativo. Ma cosa manca per chiudere il cerchio? L’impegno completo delle banche distributrici a farsi garanti dei potenziali riscatti delle polizze che hanno collocato presso i propri clienti. I big assicurativi che si sono fatti avanti per risolvere la questione, ossia Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz, si sono resi disponibili a rilevare Eurovita per 1 euro, a ricapitalizzarla e a procedere poi allo spacchettamento in cinque degli asset della società. Diverse banche hanno dato la propria disponibilità a muoversi in sintonia con il settore assicurativo, tuttavia allo stato attuale l’ammontare da garantire è stato coperto solo per una fetta prossima al 70%, contro il 100% chiesto invece dai big delle polizze. Le banche sarebbero in attesa anche di un segnale di Banca d’Italia su come gestire le perdite da contabilizzare sui finanziamenti che verranno concessi per garantire le polizze sotto riscatto.
- Zurich completa il piano di buy back