Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’indicazione arrivata dal ministero dell’Economia, che nei giorni scorsi ha preso con decisione la regìa del salvataggio di Eurovita, è di evitare fughe di notizie che possano ostacolare le trattative. La volontà di tutti, a meno di 15 giorni dalla fine del blocco delle polizze della compagnia imposto da Ivass, è infatti licenziare il piano che deve mettere in sicurezza l’assicurazione e soprattutto i 400 mila clienti coinvolti, oltre ovviamente ai 230 dipendenti. L’accordo di massima tra le banche e le assicurazioni è stato del resto raggiunto. Il primo aspetto da definire riguarda in particolare la contabilizzazione nei bilanci bancari delle linee di credito a tasso zero che dovranno essere concesse dagli istituti distributori alle compagnie di assicurazione per fornire a loro volta ai clienti le risorse necessarie agli eventuali riscatti anticipati ed evitare minusvalenze immediate. Il piano prevede che, con il passaggio dei portafogli di Eurovita alle cinque compagnie in parti uguali, i clienti diventino assicurati di Poste, Intesa Sanpaolo, Unipol, Generali oppure Allianz. Considerando la stabilità finanziaria dei cinque big assicurativi, i riscatti dovrebbero essere limitati al minimo, ma in ogni caso le linee di credito dovranno essere messe a bilancio dalle banche anche se non utilizzate.
L’Unione Europea fa un altro passo verso l’approvazione dell’AI Act, il regolamento sull’Intelligenza Artificiale che ha ricevuto il primo via libera dalle commissioni parlamentari lo scorso maggio. Con 499 voti favorevoli, 28 contrari e 93 astenuti ieri l’Europarlamento ha approvato il corpus normativo di cui Brando Benifei (Pd) è relatore insieme al collega rumeno Dragos Tudorache. Il regolamento ha ottenuto un consenso trasversale all’interno dell’emiciclo di Strasburgo, il che lascia trapelare un certo ottimismo anche per il passaggio successivo: i negoziati con gli Stati membri. Fonti consultate da MF-Milano Finanza hanno lasciato intendere come l’obiettivo sia quello di chiudere la partita entro le prossime elezioni nel giugno 2024.
La democratizzazione dei mercati privati è un fenomeno in continua espansione grazie alle nuove normative che hanno di fatto ridotto la taglia minima di accesso ai fondi che investono negli attivi non quotati, sia sul fronte del private equity, ovvero nelle azioni, sia su quello del private debt, ovvero nelle obbligazioni. E di pari passo si registra un continuo aumento da parte dei consulenti finanziari in Europa dell’esposizione dei loro clienti a questa asset class. Questa dinamica è molto probabilmente sostenuta dal ritorno dell’inflazione, che sta imponendo un drastico ripensamento dei portafogli per contenere l’effetto svalutazione. Una conferma arriva da Neuberger Berman, che ha promosso uno studio, condotto da Research in Finance, raccogliendo le opinioni di 892 selezionatori di fondi e consulenti finanziari, da cui emerge che la percentuale di asset dei rispettivi clienti retail attualmente investiti nei mercati privati si attesta in media al 7,7%, di poco inferiore al 9,2% dei clienti istituzionali. Il report evidenzia anche che il 22% degli investitori retail europei non ha ancora alcuna esposizione agli asset privati.
La compagnia svizzera Zurich sarebbe in trattava per rilevare il 51% di Kotak General Insurance per circa 400 milioni di dollari. A rivelarlo sono indiscrezioni di stampa. Si tratta della compagnia assicurativa interamente controllata da Kotak Mahindra Bank, società indiana di servizi bancari e finanziari con sede a Mumbai. Il gruppo assicurativo svizzero sarebbe in verità disposto sia a rilevare il 49% sia a prendere la maggioranza del 51% in base a una valutazione complessiva della compagnia di 800 milioni di dollari. Le trattative, non commentate da Zurigo, sarebbero in una fase iniziale. Certo è che in passato il gruppo assicurativo guidato da Mario Greco aveva dichiarato il suo interesse per la crescita in India.
Se l’Italia è maglia nera in Europa per gli investimenti Insurtech, in particolare per i magri investimenti in start up, c’è però chi è pronto a sostenere la sperimentazione. E’ il caso di Vittoria Assicurazioni, la compagnia controllata dalla famiglia Acutis, che nel 2019 ha deciso di lanciare Vittoria hub, il primo incubatore insurtech in Italia e da allora ha analizzato oltre 500 iniziative. «Vittoria Hub si è ispirata al modello rinascimentale, costruendo il suo progetto intorno a elementi fondanti: il sostegno finanziario all’innovazione, come era stato con il mecenatismo, l’offerta di un luogo per sviluppare le nuove iniziative, come era stato con le botteghe fiorentine e la disponibilità di una nuova tecnologia (il sistema di Api della Compagnia) per diffondere i dati che sono il nuovo sapere, come all’epoca fece l’avvento della stampa per diffondere la conoscenza», spiega Gian Franco Baldinotti, presidente di Vittoria hub e Cmo di Vittoria Assicurazioni.
Credemvita, la compagnia assicurativa interamente controllata da gruppo Credem, vara un aumento di capitale di 100 milioni di euro. L’obiettivo dell’operazione «è di supportare la crescita della compagnia e mantenere solidi indicatori patrimoniali» e permetterà «di cogliere le opportunità di accelerazione della produzione assicurativa che le reti distributive del gruppo Credem hanno avviato nei mesi scorsi focalizzandosi sull’innovazione dell’offerta», hanno fatto sapere da Reggio Emilia. Il capitale passerà da 121,6 milioni di euro a 221,6 milioni, mentre la solvibilità della compagnia aumenterà dal 163% di marzo al 193%.
Giuseppe Latorre presidente di Net Insurance con Andrea Battista confermato ad. La nomina del nuovo consiglio è l’ultimo atto dell’operazione che ha portato Poste Italiane a lanciare un’opa sul 100% del gruppo assicurativo, delistandolo e valorizzandolo circa 187 milioni, mentre Ibl Banca ha riacquistato il 40% e Battista ha tenuto il 2%. Latorre, ex Kpmg corporate finance, ha fondato la società di consulenza Kytra, partecipata in minoranza da Ibl Banca e da Arcano Partners.

Scattano la truffa aggravata e il patrocinio infedele per l’avvocato che fa firmare al cliente il patto di quota lite, nascondendone l’effettiva valenza. E subito dopo la vittoria della causa passa direttamente al decreto ingiuntivo per riscuotere: il tutto dopo aver omesso di informare l’assistito sugli sviluppi della lite. Pesano sulla condanna le testimonianze e anche le conversazioni registrate dal cliente. I reati sono prescritti, ma resta il danno ingiusto risarcibile. Così la Cassazione penale nella sentenza 25766/23. Niente da fare per i due professionisti: diventano definitive le statuizioni civili a loro carico. I reati ex articoli 380 e 640 Cp risultano estinti, rimane tuttavia il risarcimento ex articolo 2043 Cc in favore degli assistiti in una causa, a sua volta, di risarcimento danni.
Post pandemia aumenta il reddito delle famiglie. Ma dai dati Istat rimane uguale il rischio di povertà, che nel 2022 colpisce ancora il 24,4% delle famiglie. Si riporta un incremento, in termini reali, del 3% che risente sia della riduzione della dimensione delle famiglie sia di aiuti quali benefit come i buoni pasto o le borse di studio. “Nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere. Tale valore sarebbe stato più alto in assenza di interventi di sostegno alle famiglie” quanto dice il Rapporto sulle condizioni di vita e reddito delle famiglie – anni 2021-2022.
  • Credemvita
con l’obiettivo di supportare la crescita e mantenere solidi indicatori patrimoniali, ha deliberato la convocazione dell’assemblea straordinaria per approvare un aumento di capitale da 100 milioni.

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Un italiano su quattro vive a rischio di povertà o esclusione sociale. Cioè 14 milioni e 300 mila persone nel 2022 senza un lavoro o con un reddito annuo medio famigliare inferiore al 60% di quello mediano, ossia 11.155 euro. Peggio per circa 2 milioni e 613mila individui: per molti di loro nel 2022 è stato difficile perfino avere un pasto regolare ogni due giorni. Nonostante questi numeri, l’Istat certifica che il 2022 ha visto un miglioramento rispetto al 2021 con la percentuale di persone a rischio povertà passata dal 25,2% al 24,4% e quella di persone in stato di grave deprivazione scesa dal 5,9% al 4,5%. Ma non c’è da essere ottimisti. Perché nel Mezzogiorno le percentuali non sono cambiate e anzi in alcuni casi sono cresciute: con il 40,6% il Sud resta l’area italiana con più persone a rischio povertà e Puglia, Sardegna e Calabria segnano anche un peggioramento

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Ieri il Parlamento di Strasburgo ha dato il via libera alla sua versione dell’AI Act, la direttiva che prova a mettere paletti per guidare lo sviluppo degli algoritmi intelligenti, disinnescandone i rischi senza limitarne i benefici. Il testo finale andrà ora negoziato con i governi, con l’obiettivo concreto di essere approvato entro la fine dellalegislatura comunitaria. E rendere l’Europa la prima potenza democratica ad avere una norma sull’AI. Nel merito: l’AI Act divide le applicazioni a seconda del rischio che pongono per i diritti fondamentali. Ne vieta alcune, come i “rating personali” di stampo cinese. Pone una serie di vincoli di trasparenza, controllabilità umana e certificazione a quelle “ad alto rischio”, per esempio usate in ambito lavorativo, giudiziario o di immigrazione, dove errori o pregiudizi nascosti sarebbero pericolosissimi. E lascia libere le altre.

Il salvataggio di Eurovita prende forma con il progetto di creazione di una newco posseduta, in modo paritetico, dai 5 big assicurativi, ossia Generali, Intesa Vita, Poste, Unipol e Allianz. In un secondo tempo, è probabile che le 5 compagnie assicurative scelgano di dividere le proprie strade, andandosi a spartire le attività della stessa newco. Rimane prevista la suddivisione di Eurovita in cinque rami d’azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai big assicurativi chiamati al tavolo. In questo modo scomparirebbe la compagnia e il brand mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali oppure con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, ovviamente con tutte le garanzie che ciò comporta. Il comparto si farebbe carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all’integrazione del ramo d’azienda, compreso l’assorbimento del personale. Tutto ciò mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni.
Centrale, come prevedibile, nella giurisprudenza della Cassazione in materia societaria, anche nel 2022, è stato il tema dell’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. Con particolare riferimento alla ripartizione dell’onere della prova, la Prima sezione, sentenza n. 198 del 2022, ha affermato che colui che agisce in giudizio con azione di risarcimento nei confronti degli amministratori di una società di capitali che hanno compiuto, dopo il verificarsi di una causa di scioglimento, attività di gestione con obiettivi non puramente conservativi del patrimonio sociale, deve allegare e provare l’esistenza dei fatti costitutivi della domanda, cioè la ricorrenza delle condizioni per lo scioglimento della società e il successivo svolgimento di atti negoziali da parte degli amministratori, ma non è tenuto a dimostrare che questi atti siano anche espressione della normale attività d’impresa e non abbiano una finalità liquidatoria. Di contro, spetta agli amministratori convenuti dimostrare che questi atti, anche se effettuati in epoca successiva allo scioglimento, non comportano un nuovo rischio d’impresa (come tale idoneo a pregiudicare il diritto dei creditori e dei soci) e siano giustificati dalla finalità liquidatoria o comunque necessari.

Handelsblatt

 

Mercoledì scorso, l’associazione di categoria GDV ha minacciato di raddoppiare i premi per l’assicurazione dei proprietari di case nei prossimi dieci anni. “In alcuni luoghi, l’assicurazione degli edifici potrebbe addirittura diventare così costosa che i clienti non saranno più in grado di permettersela”, ha dichiarato il CEO di GDV Jörg Asmussen. Oggi i primi ministri si incontreranno di nuovo con il Cancelliere Olaf Scholz per discutere di un’eventuale assicurazione obbligatoria contro i rischi naturali come le piogge intense e le inondazioni in Germania. Nel frattempo, l’associazione di categoria chiede ai politici misure preventive di più ampio respiro per essere preparati alle conseguenze a lungo termine del cambiamento climatico. Inoltre, la GDV chiede il divieto di costruire nelle pianure alluvionali. Si deve inoltre porre fine all’impermeabilizzazione dei terreni, che in Germania avviene al ritmo di circa 55 ettari al giorno. Il governo dovrebbe anche istituire un portale nazionale sui rischi naturali. “L’introduzione di un’assicurazione obbligatoria unica contro i danni causati dai rischi naturali senza misure preventive concrete e vincolanti non può funzionare”, afferma Asmussen.