Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Via Nazionale «segue attentamente la questione in collaborazione con Ivass e in contatto con le autorità di governo» ha dichiarato ieri Ignazio Visco ricordando che, nonostante la contrazione della raccolta netta delle gestioni separate, le compagnie assicurative italiane «sono nel complesso robuste e ben capitalizzate e in grado di reagire alle mutate condizioni di mercato tornando a privilegiare la componente prettamente assicurativa della propria offerta». Ma c’è stato il caso complicato di compagnia Eurovita (anche se il governatore non ha fatto esplicitamente il nome) ed a oggi l’accordo per la messa in sicurezza della compagnia, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, appare in verità ancora lontano. Un caso caratterizzato «da specifiche debolezze messe in luce dall’azione di vigilanza e dalla mancata tempestiva attuazione della ricapitalizzazione prudenziale richiesta dall’autorità di controllo» ha aggiunto Visco ricordando che «sono in corso trattative per l’intervento di un gruppo di banche e assicurazioni a salvaguardia dei contraenti».
Ancora una volta l’economia italiana sorprende e cresce oltre le attese. Confermando «una notevole capacità di resistenza e reazione agli shock anche di intensità inusitata come quelli degli ultimi anni». Così ha esordito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel presentare le sue considerazioni relative al 2022, le ultime prima della fine del suo secondo mandato in Via Nazionale, prevista per l’autunno.D’altronde già a fine 2021 il pil italiano aveva recuperato il crollo dei mesi successivi allo scoppio della pandemia. Per poi continuare a espandersi e arrivare a crescere del 3,7% nel 2022, ben oltre le attese, nonostante le difficoltà create dalla guerra in Ucraina.Per il 2023 le previsioni «attualmente convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%», sottolinea Visco. Tanto che appena prima del discorso del governatore, l’Istat ha rivisto in rialzo le stime di crescita del pil del primo trimestre 2023, rispettivamente all’1,9% su base annua e allo 0,6% su base mensile. Un risultato «incoraggiante, che accogliamo con giusto entusiasmo, considerandolo un buon segnale che diamo anche all’Europa» ma che soprattutto «è il frutto dell’impegno degli imprenditori e dei lavoratori, veri eroi dei nostri tempi». Questo il commento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sull’aggiornamento dell’Istat.
Consumi in aumento, redditi e propensione al risparmio in diminuzione. La relazione della Banca d’Italia sul 2022 conferma il triplice impatto della super inflazione sulle famiglie italiane. I consumi hanno continuato a recuperare (+4,6% a prezzi costanti) soprattutto in primavera e in estate, principalmente per le voci di spesa colpite più duramente dalla crisi del Covid, ma le uscite in termini reali sono aumentate a causa dell’incremento dei prezzi. D’altro canto il reddito disponibile delle famiglie è salito del 6,2% a valori correnti, ma in termini reali si è ridotto dell’1,2% per effetto dell’alta inflazione e si è portato poco al di sotto dei livelli precedenti la pandemia; la riduzione è ancora più intensa se vi si aggiungono le perdite che l’inflazione genera sulle attività finanziarie con valore nominale fisso, come i depositi bancari o i titoli non indicizzati. Risultato: la propensione al risparmio è scesa progressivamente nel corso dell’anno (in media di cinque punti percentuali) fino a raggiungere l’8,1%, livello inferiore al 2019, prima del Covid proprio perché le famiglie hanno dovuto spendere di più a causa dell’inflazione.
L’inflazione sembra aver finalmente imboccato la strada della discesa. Il percorso per un ritorno vicino al 2% però sarà graduale, forse in Italia più che altrove. A maggio l’indice dei prezzi è tornato a scendere in in particolar modo in Spagna (al 3,2% dal 4,1%), così come in Francia, dove è scesa ai minimi da un anno (al 5,1% dal 5,9%), e anche in Germania dove il carovita è sceso al 6,1% rispetto al 7,1% di aprile scorso. È per lo più in Italia che l’inflazione sembra scendere più lentamente che altrove. L’Istat ha calcolato che l’indice dei prezzi è calata al 7,6% nel mese rispetto all’8,2% di aprile, ritornando allo stesso livello di marzo scorso. Nonostante il dato in calo rispetto al mese precedente, l’indicatore italiano supera comunque le attese degli analisti (al 7,4%) ed è palesemente molto più alto rispetto agli altri dati sui prezzi dei paesi della zona euro.
Gli italiani paiono aver appreso la lezione, tanto che nel mese di aprile, secondo quanto censito dall’associazione del risparmio gestito, gli afflussi sui fondi a reddito fisso hanno sfiorato i 4,4 miliardi di euro, portando il totale del 2023 a 7,3 miliardi. Di fatto però la mappa mensile di Assogestioni mostra un quadro in chiaroscuro. Se i comparti obbligazionari sono andati così bene, seguiti a ruota dai monetari (fondi di liquidità che includono i bond a brevissima scadenza) che segnano per la prima volta quest’anno un’inversione di tendenza con 1 miliardo di afflussi, l’intera industria ha chiuso il mese con il segno meno. La raccolta totale è stata infatti negativa per 3,9 miliardi, dopo i -6 miliardi di marzo, portando a quasi 11 miliardi il passivo da inizio anno (la mappa trimestrale del periodo gennaio-marzo ha evidenziato un recupero di circa 2 miliardi della raccolta netta, rispetto a quanto prospettato dalle letture mensili, che si attesa a fine marzo a -7 miliardi rispetto ai -8,9 miliardi preliminari).Hanno pesato in particolare le gestioni di portafoglio, in negativo per 6,7 miliardi ad aprile e per 11 da gennaio, mentre le gestioni collettive (fondi aperti e chiusi) hanno chiuso il mese con 2,8 miliardi di afflussi (+25 milioni nei quattro mesi).

Gli amministratori delle diverse società del gruppo sono sempre responsabili per colpa generica per eventi dannosi che si sono generati a valle, mentre degli eventi non sono da ritenersi responsabili le figure appositamente delegate nell’ambito dell’organigramma aziendale a presidiare lo specifico rischio . E’ questa secondo Assonime (il caso n. 4) la paradossale posizione che emerge dalla giurisprudenza di merito e di legittimità circa gli effetti giudiziari del grave incidente ferroviario del 2009 nei pressi di Viareggio.
La compliance salva l’azienda dalla condanna ex “231”. E ciò anche se il legale rappresentante della srl è responsabile del reato ritenuto presupposto della responsabilità amministrativa dell’ente. Il punto è che l’illecito della società ha una struttura colposa, almeno secondo la «nuova frontiera» interpretativa che si va delineando nella giurisprudenza di legittimità: è la «colpa in organizzazione» ciò che conta affinché la responsabilità si configuri. Dunque? L’ente che si dota di modelli di organizzazione adeguati può andare esente dalla sanzione ex dlgs 231/01 anche se il reato presupposto risulta commesso nel suo interesse o a suo vantaggio. Così la sentenza 21640/23 della Cassazione, V sez. pen..
Dopo lo stop imposto dalla pandemia, ripartono le iniziative di Allianz rivolte ai dipendenti con figli. Torna Allianz Time with Kids, il progetto avviato nel 2018 per venire incontro alle esigenze delle famiglie durante le vacanze scolastiche: mentre i genitori lavorano, i bimbi tra i 6 e gli 11 anni giocano e fanno i compiti negli spazi appositamente allestiti nelle sedi di Milano e Trieste. Quest’anno, Allianz ha voluto introdurre anche un’ iniziativa gratuita per i dipendenti con figli tra gli 11 e i 14 anni, che potranno frequentare campus organizzati presso alcuni centri sportivi partner. Successo infine per Spazi Aperti, la giornata di festa dedicata alle famiglie dei dipendenti: il 26 maggio la Torre Allianz a Milano ha ospitato 800 partecipanti.

La crescita delle esportazioni. E quella degli investimenti, anche se in questo caso nel 2023 servizi e industria potrebbero mostrare andamenti diversi. Questi due elementi sono la base dell’analisi sull’economia reale della Banca d’Italia che mette in risalto anche l’importanza di tenere alto il ritmo della spesa in innovazione per accompagnare una risalita della produttività del lavoro. La relazione annuale evidenzia che nel 2022 l’accumulazione lorda di capitale si è ampliata del 9,4%, superando di quasi un quinto il livello del 2019. «Nell’ultimo biennio gli investimenti sono cresciuti di oltre il 20 per cento, segnando una netta cesura rispetto alla protratta fase di debolezza seguita alla crisi finanziaria globale» ha annotato il governatore. La quota degli investimenti sul Pil è salita al 21,5% e la dinamica positiva ha caratterizzato le costruzioni come gli acquisti di beni strumentali.