L’inflazione, seppure rientrata dai picchi elevati raggiunti nel 2022 grazie all’attenuarsi delle
pressioni provenienti dai prezzi dell’energia, rimane nettamente superiore all’obiettivo della BCE. La crescita dei tassi di interesse e l’inflazione hanno avuto impatti di rilevo sulle compagnie di assicurazione attraverso la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri.
Lo rileva in apertura della sua Relazione annuale sull’attività dell’Istituto di Vigilanza il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini.
Il mutato contesto ha contribuito ad accrescere il rapporto fra riscatti e premi nel segmento
Vita, innalzando l’attenzione delle compagnie e del supervisore sul rischio di liquidità.
Alla fine del 2022 l’indice di solvibilità per la media del sistema era sceso al 246%, un valore inferiore di circa cinque punti rispetto a un anno prima, ma comunque in linea con la media europea. La diminuzione è dovuta al comparto Vita, sul quale ha pesato un significativo aumento del requisito connesso al rischio di estinzione anticipata dei contratti.
I bilanci delle compagnie
I profitti si sono ridotti considerevolmente. Per la prima volta da dieci anni la gestione Vita ha chiuso complessivamente in perdita: è passata da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. Per i rami Danni, invece, l’utile è stato di 2,7 miliardi, sostanzialmente invariato rispetto al 2021, anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha segnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione.
Signorini ha detto che nel 2022 sono state 36 le compagnie (che rappresentano circa due terzi del mercato in termini di attivi) che hanno fatto uso della norma temporanea che permetteva di limitare le perdite da valutazione esposte in bilancio, sterilizzando minusvalenze per complessivi 17,7 miliardi di euro.
La norma successiva, approvata lo scorso gennaio, ha permesso alle assicurazioni, entro certi limiti e a certe condizioni, di liberare parte di tali riserve per la distribuzione di utili.
IVASS ha chiesto alle compagnie di non fare uso di questa possibilità prevista dalla legge se non dopo che i consigli di amministrazione avessero attentamente valutato la situazione di solvibilità anche prospettica e la tenuta della posizione di liquidità anche in scenari stressati. L’Authority ha anche raccomandando la massima prudenza nelle decisioni concernenti la distribuzione di utili o altri elementi patrimoniali.
Il ROE medio delle compagnie assicurative si è comunque ridotto di oltre 5 punti rispetto al 2021, scendendo al 3,2 per cento. La gestione Vita è passata da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. I rami danni hanno invece visto un utile sostanzialmente invariato (2,7 miliardi), anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha segnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione.
La raccolta premi del lavoro diretto italiano si attesta a 129,9 miliardi di euro; la riduzione del -7,2% è da ascriversi ai rami vita (-11%), mentre crescono i rami danni (+4,6%).
Nel vita il calo della raccolta premi è stato marcato nel 2022 (11%) ed è proseguito nei primi mesi del 2023, in particolare con riferimento ai prodotti unit linked.
L’incremento dei rendimenti delle attività finanziarie alternative alle polizze ha frenato la raccolta di premi e ha alimentato le estinzioni anticipate dei contratti Vita, in particolare tra i detentori di polizze di importo elevato.
Il rapporto tra riscatti e premi è cresciuto; in aprile esso ha brevemente superato il 100 per cento, per poi stabilizzarsi intorno al 90 per cento nelle settimane successive. L’aumento è stato maggiore per le compagnie che distribuiscono i propri prodotti attraverso il canale bancario o mediante promotori finanziari.
Alla fine del 2022 il saldo tra plusvalenze e minusvalenze era negativo per oltre 50 miliardi di euro; è gradualmente migliorato nei mesi successivi, portandosi a meno di 30 miliardi il 9 giugno.
Le compagnie più esposte alle dinamiche dei tassi e dei riscatti sono state oggetto di un’intensa azione di vigilanza. Le imprese interessate hanno intrapreso iniziative per gestire gli effetti delle mutate condizioni di mercato.
Sono stati pianificati, e in molti casi già attuati, interventi per migliorare la posizione di solvibilità (rafforzamenti patrimoniali, ricorso alla riassicurazione) e per far fronte ad eventuali tensioni di liquidità (aperture di linee di credito, vendita di attivi). Dove necessario abbiamo chiesto espressamente di rinunciare alla distribuzione di dividendi.
I rami danni hanno invece visto un utile sostanzialmente invariato rispetto al 2021 (2,7 miliardi), anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha segnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione. Il premio 2022 si è attestato sui 370 euro in media, il 2,4% più basso del 2021. In questo caso il primo trimestre 2023 registra un’inversione di tendenza: il prezzo medio pagato per l’assicurazione Rc auto è stato di 368 euro, con un aumento del 4% su base annua.
Tra i settori con maggiore crescita i comparti salute e property, che incidono per il 39,6% sulla produzione danni, in crescita del +8,5%. Nel comparto salute si segnala la crescita
dei premi del ramo malattia (+12,6% rispetto al 2021), ascrivibile al maggior ricorso alle coperture private, soprattutto in ambito corporate. Nel comparto property, l’aumento della raccolta premi dei rami “altri danni ai beni” (+8,3%) e “incendio ed elementi naturali” (+6,2%) testimonia l’incremento della domanda di protezione del patrimonio. Nelle coperture incendio ed elementi naturali crescono i segmenti retail e corporate, mentre negli altri danni ai beni si sviluppa il segmento corporate, in particolare per le coperture grandine.
Si rafforza la crescita della r.c. generale (+8,2%, raggiungendo il 10,5% sul totale danni) grazie soprattutto all’attività collegata alle asseverazioni ex Superbonus 110% e alla ripresa del settore corporate; si consolidano i rami tutela legale e assistenza (+6,8%), quest’ultimo soprattutto a motivo della ripresa del settore turistico dopo il periodo pandemico, i rami credito (+25,1%)20 e cauzione (+7,7%), rispettivamente a causa della ripresa delle attività economiche e dell’elevato numero di gare di appalto anche nell’ambito del PNRR.
Il caso Eurovita
Si sta delineando, come è noto, una via d’uscita di mercato che vede coinvolto un gruppo di banche e assicurazioni. Le negoziazioni sono in corso e Signorini ritiene che possa essere raggiunto nel più breve tempo possibile “un accordo che consenta di salvaguardare pienamente i diritti degli assicurati, di mostrare determinazione nell’affrontare una situazione del tutto nuova e inattesa e di dare un segnale forte di solidità e capacità di reazione, a beneficio della stabilità del sistema nel suo complesso e della fiducia che i cittadini vi ripongono”. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato addirittura di una soluzione in arrivo “a ore”.
Il blocco dei riscatti dovrebbe tuttavia essere posticipato ancora di qualche mese. Nel corso dell’incontro con la stampa Stefano De Polis, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha anticipato che, se – come è probabile – l’accordo verrà raggiunto entro la fine di questo mese, è ragionevole pensare ad uno spostamento a fine settembre del blocco dei riscatti.
“Se tutti gli assicurati detengono la polizza fino a scadenza, non vi sono per le compagnie e per i loro clienti rischi che non trovino presidio nella regolamentazione prudenziale delle assicurazioni. Questo vale anche nel caso patologico Eurovita”, ha rassicurato Signorini. “Se però le polizze consentono riscatti anticipati a valori predeterminati, si pone il problema di garantire congruità tra la liquidità dell’attivo e del passivo, e di coprire il rischio economico-finanziario connesso con il rendimento promesso agli assicurati lungo tutta la vita del contratto”.
Solvency II meriterebbe un ripensamento sul punto con presidi applicabili fin dal momento della stipula di contratti liberamente riscattabili in anticipo, senza penalità e con rendimento garantito.
Ivass ha intensificato, da mesi, l’azione sul rischio di liquidità. Ora le compagnie devono rivedere, in termini prospettici e strutturali, il presidio sul rischio di liquidità, sia nella fase del disegno dei prodotti, sia nelle pratiche di gestione del rischio.
In ambito europeo sono proseguiti anche i lavori per dotare il sistema assicurativo di schemi per la risoluzione delle crisi. Il testo sulla Recovery and Resolution per il settore assicurativo è stato definito dal Consiglio lo scorso dicembre.
Cambiamento climatico e collaborazione pubblico-privato
Agricoltura, abitazioni private, attività produttive e impianti industriali sono accomunati nel nostro paese dalla scarsa presenza di coperture assicurative, come è emerso ancora una volta dalla recente situazione di emergenza in Romagna, rendendo ancora più urgente la necessità di valorizzare la protezione che le assicurazioni possono offrire alla popolazione e al sistema economico contro il rischio di calamità naturali.
Nel settore agricolo, alla fine del 2021 era assicurato meno di un quarto del valore totale della produzione e poco più del 10 per cento delle superfici coltivate.
Al tavolo sulla finanza sostenibile istituito presso il Ministero dell’Economia con Banca d’Italia, Consob, Covip e i Ministeri delle Imprese e dell’Ambiente, IVASS ha promosso l’avvio di un progetto per la protezione assicurativa di imprese e famiglie contro i rischi connessi con i mutamenti climatici e gli altri rischi catastrofali, con l’obiettivo di definire uno schema basato sulla collaborazione tra sistema pubblico e privato.
Trasparenza e semplificazione
Gli assicuratori devono convincersi che trasparenza riconosciuta e fiducia acquistata sono le migliori armi competitive. Nel ramo danni le esclusioni contrattuali che si rivelano solo alla denuncia del sinistro, non sempre sono chiaramente evidenziate nel contratto o in fase di vendita.
La prossima settimana IVASS presenterà gli esiti di uno studio condotto con l’aiuto di esperti indipendenti su un campione di contratti del ramo infortuni. L’analisi ha cercato di misurare in modo oggettivo la chiarezza delle prestazioni e individuato alcuni elementi chiave per un miglioramento. Ne discuteremo con l’industria e con i rappresentanti dei consumatori.
Verrà avviata una consultazione per semplificare e razionalizzare la normativa secondaria.
Arbitro assicurativo
Sono già passati cinque anni dall’approvazione della legge e la sua attuazione non si è ancora compiuta. “Contiamo sulla determinazione del Governo in merito”, ha detto Signorini, spiegando che “non si può puntare a uno strumento perfetto fin dall’inizio, anche perché non si possono prevedere in anticipo tutte le condizioni che si realizzeranno: in particolare il carico dei casi da esaminare, che potrà anche essere molto elevato e richiedere aggiustamenti in corso d’opera, come è avvenuto per l’Arbitro bancario finanziario costituito presso la Banca d’Italia. Correzioni o miglioramenti delle regole si potranno introdurre in seguito, meglio se con un iter semplificato; risulteranno più efficaci se basati sull’esperienza concreta. Intanto continuiamo a preparare le strutture, con le risorse previste dalla legge, consci del compito assai impegnativo che ci attende e pronti a gestire nel modo migliore eventuali difficoltà”.
Preventivass
Preventivass è a regime da marzo. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati elaborati circa 22 milioni di preventivi, contro poco più di 3 milioni nei quattro mesi precedenti.
Confrontando i prezzi esposti su Preventivass con quelli effettivamente applicati ai contratti assicurativi r.c. auto sulla stessa targa emerge che in non pochi casi il premio effettivamente pagato è inferiore al preventivo proposto su Preventivass dall’impresa che ha stipulato il contratto. La differenza è dovuta agli sconti commerciali. Solo otto imprese offrono su Preventivass prezzi al netto degli sconti. “E’ lecito domandarsi come mai molte imprese abbiano scelto di non offrire il miglior prezzo su una vetrina destinata a essere visitata da milioni di persone”, ha commentato Signorini.
Nel primo trimestre di quest’anno il prezzo medio pagato per l’assicurazione r.c. auto è stato di 368 euro, con un aumento del 4 per cento su base annua. In media lo sconto sulla tariffa è maggiore al Sud (40,3) dove le tariffe di base sono più alte. Gli sconti elevati al Sud sono associati a una maggiore diffusione della “scatola nera”. Le compagnie possono offrire su Preventivass, in modo trasparente, uno sconto per la scatola nera, ma finora di questa facoltà ci si è avvalsi solo in pochi casi.
Signorini ha concluso con un auspicio a fare un altro passo avanti nel processo di integrazione di IVASS con la Banca d’Italia.