Il contesto attuale è complesso: l’inflazione è rimasta più alta del previsto, le catastrofi naturali causano un aumento delle perdite, la pandemia COVID-19 è ancora fresca nella mente delle persone, l’incertezza e la volatilità sono in aumento. Non sorprende quindi che ci sia un maggiore bisogno di protezione finanziaria e una maggiore domanda assicurativa.
Urs Baertschi, Paul Murray e altri dirigenti hanno condiviso con i media mondiali le loro opinioni sul core business riassicurativo di Swiss Re in occasione dello Swiss Re Media Dialogue 2023.
Secondo Urs Baertschi, CEO Property & Casualty Reinsurance (P&C Re), questo contesto complesso presenta anche delle opportunità, e Swiss Re si concentra sul supporto ai clienti nella comprensione dei rischi e nella fornitura di strumenti per aiutarli a crescere. Swiss Re prevede che il mercato globale della riassicurazione danni crescerà del 3,2% annuo fino al 2025.
Per quanto riguarda il settore vita e salute, Paul Murray, CEO di Life & Health Reinsurance (L&H Re), ritiene che la diminuzione della mortalità COVID-19, i mercati occupazionali caldi e l’aumento dei salari siano di supporto al settore, insieme all’aumento dei tassi di interesse.
Catastrofi naturali: crescente divario di protezione
Uno dei temi principali dell’evento virtuale che si è svolto il 15 giugno 2023 è stato quello di stabilire se le catastrofi naturali siano ancora assicurabili, considerando che le perdite assicurate sono cresciute del 5-7% annuo negli ultimi 30 anni. Nel 2022, le perdite economiche totali sono state di 275 miliardi di dollari, con un contributo assicurativo di 125 miliardi di dollari a sostegno dei sinistri. Le restanti perdite, pari a 150 miliardi di dollari, non sono state protette.
Secondo Swiss Re, questo cosiddetto gap di protezione sta crescendo, spinto da fattori quali la crescente frequenza di eventi catastrofici naturali legati al clima (ad esempio siccità, inondazioni e incendi) e l’accumulo di ricchezza in aree a rischio, come in prossimità delle coste o delle foreste selvagge. Colmare questo divario è un’opportunità di crescita per gli assicuratori e un elemento importante per aumentare la resilienza finanziaria globale.
Gianfranco Lot, Chief Underwriting Officer P&C Re, ha sottolineato che, storicamente, il mercato soft risalente al 2013-2014 circa rifletteva chiaramente perdite più basse in quegli anni. “Tuttavia, con 100 miliardi di dollari di perdite annue dovute a catastrofi naturali che si verificano regolarmente, i tassi dovevano aumentare. L’attuale mercato hard è una logica conseguenza economica della serie di rischi interconnessi”.
Le catastrofi naturali legate al clima non riguardano solo il mercato della riassicurazione property, ma hanno implicazioni per molti altri beni assicurati in tutto il mondo: dai parchi eolici ai pannelli solari, dai campi coltivati alle navi container. Anne Lohbeck, Chief Underwriting Officer Specialty, ha citato gli esempi della siccità dell’estate scorsa che ha distrutto i raccolti in Europa e delle navi che non hanno potuto percorrere le loro rotte commerciali a causa dei livelli troppo bassi delle acque del Reno e del Danubio.
Moderata crescita dei premi nel ramo vita tradizionale
Il business L&H è sostenuto da molteplici fattori, come l’aumento dei tassi d’interesse e la diminuzione della mortalità COVID-19. Swiss Re prevede che il mercato globale L&H si riprenderà nel 2023, ma resterà comunque al di sotto del trend storico. Le sfide includono un eventuale rallentamento dell’economia.
L’attività di Swiss Re è ben diversificata tra i rischi di mortalità, salute e longevità, nonché tra le diverse regioni del mondo. Il mercato della mortalità è in crescita, grazie alla maggiore consapevolezza del rischio dopo la pandemia COVID-19, mentre la crescita del settore sanitario è trainata in particolare dall’Asia.
Dal 2002, la società ha sperimentato cinque virus pandemici o quasi pandemici: SARS (2002-2004), MERS (2012), influenza aviaria (varie, in corso), influenza suina (2009-2010) e COVID-19 (2019/20-2023). Dopo la SARS, nel 2006, Swiss Re ha iniziato a sviluppare un proprio modello di pandemia per effettuare stress test sui propri portafogli. Julien Descombes, Chief Underwriting Officer L&H Re, ha spiegato: “Modelliamo vari fattori relativi alle caratteristiche della malattia, agli interventi non farmaceutici e farmaceutici, alla demografia, alla dipendenza dai mercati finanziari e ai fattori di business non L&H”.
L’esperienza della pandemia COVID-19 ha portato a vari aggiornamenti del modello pandemico, dalle linee guida per la sottoscrizione agli adeguamenti della capacità. Tuttavia, nel complesso la COVID-19 non ha influenzato in modo significativo la visione di Swiss Re sulle tendenze di mortalità a lungo termine. Julien Descombes ha dichiarato: “Consideriamo il COVID-19 come un evento shock di mortalità a breve termine”.
I futuri incrementi di longevità
Storicamente, i miglioramenti della mortalità avvengono in genere a ondate. Dal 2010, tuttavia, il miglioramento della mortalità a livello di popolazione è rallentato e si è stabilizzato in diversi mercati avanzati chiave, soprattutto a causa dell’appiattimento dei decessi dovuti a malattie cardiovascolari.
Quasi tutte le regioni hanno registrato un calo dell’aspettativa di vita tra il 2020 e il 2022, a causa della COVID-19. “Stiamo monitorando attentamente la situazione per vedere come si svilupperà il percorso. La situazione dovrebbe normalizzarsi nel tempo, con il passaggio da pandemia a endemia”, ha dichiarato Natalie Kelly, Head Global Underwriting, Claims & R&D di L&H Re.
I futuri guadagni in termini di longevità dovrebbero provenire da diverse aree di scoperte mediche, tra cui la diagnosi e la cura del cancro e i nuovi trattamenti per il morbo di Alzheimer. Natalie Kelly: “Ci sono molti sviluppi futuri che potrebbero portare a miglioramenti positivi e d’impatto nell’aspettativa di vita, ma questi richiedono tempo per svilupparsi e realizzarsi. La nostra più grande opportunità rimane quella di scegliere il nostro stile di vita”.