di Francesco Bertolino
Il mercato dell’auto italiano dà timidi segni di risveglio. A maggio le immatricolazioni si sono attestate a 112.299 unità. Il dato è inferiore del 15,1% rispetto allo stesso mese del 2021, ma si tratta del calo più modesto da inizio anno. Merito dell’approvazione degli incentivi che hanno dato una spinta alle vendite, seppur ancora insufficiente a recuperare quanto perso in precedenza. Da inizio anno, infatti, sono state immatricolate sole 556.974 auto, con un tracollo del mercato del 24,3%, pari a oltre 178.000 vetture in meno rispetto allo stesso periodo 2021 (735.420 unità). Secondo le stime del centro Studi Promotor, invece, gli incentivi dovrebbero assicurare 200 mila vendite aggiuntive per tutto il 2022. A pochi giorni dall’apertura, intanto, il fondo da 170 milioni di euro per diesel e benzina di nuova generazione è già quasi esaurito (restano sei milioni), mentre la richiesta di sussidi per elettrico e ibrido stenta a decollare. A maggio, così, le vendite di auto elettriche pure (Bev), si sono fermate al 3,7%, mentre le ibride plug-in si sono attestate al 6,1% del mercato. Per quanto riguarda i segmenti, spiccano i Suv che coprono oltre la metà del mercato di maggio, con i crossover al 41,9% e i fuoristrada all’11,3%.
Per quanto riguarda i costruttori, Stellantis ha immatricolato a maggio 47.451 unità, in calo del 15,6% rispetto allo stesso mese del 2021, mantenendo comunque una quota di mercato del 39,1%. Da inizio 2022 la casa nata dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot ha venduto 205.58 unità, un terzo in meno rispetto all’anno scorso. «Resta ancora irrisolto il problema dell’esclusione dagli incentivi delle persone giuridiche (aziende e società di noleggio), omissione che di fatto riduce l’apporto dell’automotive al percorso di decarbonizzazione del Paese», sottolinea il presidente dell’Associazione dei costruttori esteri (Unrae), Michele Crisci. (riproduzione riservata)
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