PRESENTATO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE: IN 4 ANNI ATTESE CEDOLE PER 550 MILIONI
di Luca Gualtieri
Ieri il vertice della Popolare di Sondrio è tornato in Piazza Affari dopo 31 anni. Se nel 1991 la popolare allora guidata da Piero Melazzini era sbarcata a Palazzo Mezzanotte per quotarsi sul mercato ristretto, ieri la neonata spa ha presentato il primo piano industriale alla comunità finanziaria. La strategia al 2025 è stata peraltro apprezzata sia dal mercato che dagli azionisti e in borsa il titolo ha segnato un rialzo del 2,16% a 3,4 euro.
Passando ai numeri, la banca punta a raggiungere un utile netto di 323 milioni, in crescita del 20% rispetto al 2021, con un rote in aumento al 9,2% nel 2025 e una generazione di dividendi per oltre 550 milioni (payout al 50%). La redditività core si attesterà a 1,1 miliardi, grazie a un margine di interesse di 667 milioni e a commissioni nette per 443 milioni. I crediti netti alla clientela raggiungeranno quota 35,9 miliardi, mentre i volumi di risparmio gestito e assicurativo sono attesi a 13,8 miliardi. Il piano è finalizzato a creare una elevata solidità patrimoniale e una robusta posizione di liquidità per la banca. Nel dettaglio il Cet1 è atteso al 15,6% a fine 2025, il liquidity coverage ratio sarà superiore al 140% e il net stable funding ratio sfonderà il 125%. Prosegue l’attività di derisking con un npl ratio lordo in diminuzione al 3,8% al 2025 e un costo del rischio a 47 punti base. Inoltre è prevista una riduzione dello stock di deteriorati grazie sia al rafforzamento della macchina operativa interna sia a ulteriori cessioni di crediti deteriorati per un ammontare pari a circa 580 milioni complessivi in arco piano. Sul fronte dello sviluppo tecnologico, la strategia sarà supportata da importanti investimenti; in particolare in personale e digitalizzazione, con base costi pari a 619 milioni, mentre il cost/income ratio sarà in calo al 51,8%. Particolare attenzione è dedicata al tema della sostenibilità; in particolare, è prevista una integrazione dei fattori Esg nei processi del credito e approvazione di una policy del credito responsabile, l’identificazione del percorso di carbon neutrality e portfolio alignment e lo sviluppo di prodotti e servizi a connotazione Esg. «Il piano racconta le prospettive di una banca che fa banca, concentrata sui propri ambiti distintivi, intenzionata a crescere su aree, quali la gestione del risparmio e la bancassicurazione, in cui riteniamo di avere ancora ampio potenziale, evolvendo in senso digitale la relazione con la nostra clientela. Questa banca si impegna a distribuire nei prossimi anni più di mezzo miliardo di dividendi, con un payout annuo del 50%», ha spiegato l’ad Mario Alberto Pedranzini. In relazione al capitale in eccesso per 350 milioni il banchiere non ha escluso ipotesi di consolidamento: «Se guardiamo anche all’acquisto di piccole banche? Ci siamo arrivati vicini con Cr Cento, operazione che non è stata conclusa. A noi spiace ma ora le condizioni sono cambiate e non escludiamo mai nulla: guardiamo tutto, siamo aperti a tutte le opzioni. Valuteremo con molta attenzione anche i rischi di esecuzione», ha spiegato Pedranzini. La Popolare di Sondrio non prevede invece né esuberi, né chiusure di filiali: «La presenza fisica sul territorio è importante. Noi chiudiamo quando le filiali non rendono», ha detto Pedranzini. La banca sta inoltre lavorando al rinnovo degli accordi bancassicurativi che hanno visto sinora Unipol come partner: «siamo alla ricerca delle migliori soluzioni anche per dare i migliori prodotti, le migliori soddisfazioni e il miglior servizio alla clientela», ha concluso Pedranzini. (riproduzione riservata)
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