di Paola Valentini
Ad aprile le reti di consulenti finanziari, secondo quanto fotografato da Assoreti, hanno realizzato una raccolta netta di circa 3,7 miliardi di euro, con una contrazione del 22,9% rispetto ai risultati del mese precedente, attribuibile esclusivamente alla riduzione del flusso di risorse nette posizionate su conti correnti e depositi. La liquidità è aumentata, infatti, di soli 155 milioni (2,2 miliardi a marzo), mentre il flusso di raccolta realizzato complessivamente su strumenti finanziari, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi-previdenziali ha raggiunto i 3,5 miliardi, con un aumento del 36,6% su base mensile. In particolare, questo importo comprende la raccolta netta sulla componente gestita del portafoglio, che si è attestata a 2,1 miliardi ed è salita del 17%, e le risorse nette indirizzate sugli strumenti finanziari amministrati che valgono più di 1,4 miliardi, risultando in crescita dell’80,6% su marzo, grazie all’apporto dei flussi nelle azioni e nei Btp. Infatti, il 50% di questa raccolta netta ha coinvolto i titoli azionari (717 milioni); positivo il saldo delle movimentazioni per quasi tutte le altre tipologie di strumento e, in particolare, per i certificate (333 milioni) e i titoli di Stato (262 milioni), nei quali può aver giocato un ruolo rilevante l’aumento dello spread tra Btp e Bund che ha fatto alzare i rendimenti del decennale italiano oltre il 3%. Al primo posto per raccolta netta totale nel mese c’è Fineco con 904 milioni, segue Mediolanum con 737 e il gruppo Fideuram con 533. (riproduzione riservata)
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