Perils afferma di aver rivisto la stima delle perdite causate al settore assicurativo dalle inondazioni di inizio anni in Australia orientale a 4,89 miliardi di dollari australiani. Un ammontare superiore alla precedente previsione di 3,99 miliardi di dollari australiani. Perils ha anticipato che un ulteriore aggiornamento sull’ammontare dei danni sarà fatto a metà settembre.
Darryl Pidcock, responsabile di Perils Asia-Pacifico, ha commentato: “La complessità e il volume dei sinistri causati da questo evento meteorologico estremo rappresentano una sfida significativa per il settore assicurativo, come emerge dalla seconda stima dei danni. Un aspetto centrale per l’impennata dei costi è l’inflazione, diventata una vera e propria criticità per l’intero settore assicurativo”.
Dal 20 febbraio all’11 marzo 2022, la costa orientale dell’Australia è stata investita da piogge torrenziali, in particolare negli stati del Queensland e del New South Wales. Diversi fiumi hanno rotto gli argini e allagato molte città, costringendo i residenti a fuggire e cercare rifugio in quota. A livello locale sono caduti fino a 1 metro di pioggia, ovvero 1000 mm in una sola settimana secondo le autorità che parlano di una vera e propria “bomba” di pioggia caduta su queste regioni.
Un altro esempio: nell’arco di 72 ore, la città di Brisbane ha ricevuto circa l’80% delle sue precipitazioni annuali. Migliaia di persone sono state soccorse, mentre più di 150.000 persone sono interessate dagli ordini di evacuazione emessi dalle autorità locali.
Le inondazioni si sono verificate negli stessi Stati che erano stati colpiti da gravi inondazioni nel dicembre 2010, in particolare il Queensland, e che erano considerate all’epoca un “evento secolare”.