di Anna Messia
Anche ieri pomeriggio, dopo la riunione del comitato nomine di Assicurazioni Generali tenutasi in tarda mattina, la parola «compromesso» era quella più ripetuta nel quartier generale triestino. L’indicazione arrivata dal presidente del comitato e della compagnia, Andrea Sironi, con l’obiettivo di giungere ad un accordo su chi dovrà prendere il posto lasciato libero in consiglio da Francesco Gaetano Caltagirone, era di evitare ogni possibile contrapposizione, replicando il successo che è già stato raggiunto con il nuovo assetto del comitato investimenti. La sensazione è che il cda convocato oggi per le 14.30 proverà a lasciare campo libero ai consiglieri di minoranza (Flavio Cattaneo e Marina Brogi) per indicare loro stessi il nome che dovrà sostituire l’imprenditore capitolino tra i candidati delle lista di minoranza. A partire da Alberto Cribiore, già membro del board of directors e chairman globale di Merrill Lynch. Ma il consenso ci sarebbe anche intorno agli altri candidati uomini, Andrea Scrosati e Stefano Marsaglia (visto che lo statuto parla della sostituzione con un consigliere dello stesso genere). Purché sul tavolo non venga messo il nome di Luciano Cirinà, ex numero uno delle attività dell’Est Europa di Generali che, alla scorsa assemblea di aprile, era stato indicato da Caltagirone come possibile candidato ceo alternativo a Philippe Donnet e la cui candidatura sarebbe considerata «divisiva», visto che il manager è in causa con la compagnia. Un’apertura che da Trieste viene considerata la prova che la compagnia sta cercando «il compromesso» con la minoranza e con Caltagirone che, anche dopo l’esercizio delle opzioni di vendita sul 2,5% di Generali (che gli ha fruttato una ricca plusvalenza stimata tra 150 e 200 milioni), resta un’azionista di riferimento con una quota superiore al 7%. Ma dall’altro fronte, almeno fino a ieri sera, si continuava a ribadire che l’unico criterio da seguire per il reintegro nel board è l’ordine dei candidati della lista di minoranza. Quindi prima toccherebbe a Claudio Costamagna (che però difficilmente si dirà disponibile) e poi, appunto, a Cirinà, considerato un manager in grado di portare un contributo importante in questa difficile di mercato. (riproduzione riservata)
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