Dalla metà negli anni ’90 ad oggi lo 0,1% più ricco della popolazione ha visto raddoppiare la sua ricchezza, mentre il 50% più povero è passato dal controllo dell’11,7% della ricchezza totale nel 1995 al 3,5% recentemente. È quanto emerge dallo studio “The concentration of personal wealth in Italy 1995-2016“, pubblicato sul sito del Mef, in cui è stata analizzata la distribuzione della ricchezza personale attraverso l’utilizzo dell’archivio delle dichiarazioni relative all’imposta di successione. I dati analizzati coprono fino al 63% della popolazione dei deceduti nel periodo compreso tra il 1995 e il 2016. Lo studio, a differenza delle statistiche disponibili che provengono da indagini campionarie sulle famiglie, evidenzia un forte aumento della concentrazione della ricchezza e della disuguaglianza dalla metà degli anni ’90: infatti i risultati dello studio evidenziano che il 50% più povero della popolazione detiene negli anni recenti il 3% della ricchezza totale, mentre lo 0,1% ne possiede più del 10%. La crisi finanziaria del 2008/2009 e la successiva recessione hanno accelerato questo processo, iniziato negli anni 2000, quando questi due gruppi detenevano una percentuale simile, circa il 7%, della ricchezza totale. Lo studio sottolinea che l’Italia si distingue come uno dei paesi con il più forte calo della quota di ricchezza del 50% più povero della popolazione adulta (composta da circa 25 milioni di individui). Viene infatti evidenziato che mentre il livello di concentrazione della ricchezza in Italia è in linea con quelli degli altri Paesi europei, il suo andamento nel tempo appare più in linea con l’esperienza statunitense. Infatti, considerando tre diversi gruppi: il 10% più ricco, il 50% più povero e l’intermedio 40%, viene evidenziato come a metà degli anni ’90 l’Italia aveva uno dei gruppi del 40% meglio posizionati e il gruppo del 50% che deteneva una ricchezza pari al 12% del totale, contro l’8% della Francia, il 7% della Spagna, il 5% della Germania e l’1% degli Stati Uniti. Vent’anni dopo l’Italia risulta invece lo stato che ha sperimentato il maggior calo della ricchezza totale detenuta dal 50% più povero, e sebbene i livelli di concentrazione della ricchezza siano ora più vicini agli altri paesi europei, il suo aumento relativo nel tempo è più simile a quello americano, dove, tuttavia, le disuguaglianze restano più marcate, con il 40% della popolazione che deteneva nel 2016 il 30% della ricchezza, contro il 40% italiano.
Alessia Lorenzini
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