di Giulia Talone
Il settore terziario ha subìto un brusco arresto durante la pandemia da Covid-19, ma adesso è pronto a ripartire. A detta di Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, affinché le aziende tornino a crescere devono «attrarre nuovi dirigenti con contratti che puntino al welfare e alla formazione». Per questo Manageritalia ha firmato con Confcommercio il rinnovo fino al 2022 del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dei dirigenti del terziario, che coinvolge 24 mila manager e 8 mila aziende. «Oltre a potenziare l’assistenza sanitaria, la formazione e la previdenza assicurativa già incluse nella versione precedente», ha spiegato Mantovani, «il rinnovo del Ccnl aggiunge due importanti integrazioni». La prima consiste in un «programma di riconversione delle professionalità» finanziato con un contributo pari a 2.500 euro da parte delle imprese per ogni manager che viene licenziato. In questo modo le aziende potranno garantire «il riavvicinamento al mondo del lavoro per coloro che non ne escono volontariamente». Sfida quanto mai importante dopo il Covid-19, non solo in vista di possibili licenziamenti, ma anche perché la pandemia ha trasformato il settore, costringendo i dirigenti «a un aggiornamento costante».
La seconda integrazione consiste in «una piattaforma di welfare aziendale» che consente al datore di lavoro di erogare importi utilizzabili dai manager per acquistare vari servizi, «dalla sanità alla formazione, dai viaggi alla cultura». In questo modo, ha continuato il presidente, «garantiamo un sistema di agevolazioni» per motivare l’efficienza dei dirigenti e allinearne gli incentivi a quelli degli azionisti: infatti, la parte variabile dei compensi manageriali potrà essere erogata anche sotto forma di welfare aziendale, «una remunerazione fiscalmente più efficiente». Secondo Mantovani, il rinnovo del contratto nonostante il periodo storico complicato «dimostra che il settore terziario vuole continuare a crescere», tanto che le previsioni di Manageritalia stimano un aumento dei dirigenti aderenti al Ccnl del 2 o del 3% all’anno. In Italia, ha rassicurato il presidente, «c’è una penetrazione molto alta della contrattazione collettiva a tutti i livelli», anche se non mancano alcune criticità. Prima su tutte, quella dei cosiddetti «contratti pirata», ovvero quei contratti che prevedono minori protezioni e remunerazioni più basse. In questo senso, però, Manageritalia si sta già muovendo: «Abbiamo creato un contratto specifico per determinate tipologie di lavoratori intellettuali specializzati, per coniugare la flessibilità con le garanzie contrattuali». (riproduzione riservata)
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