Le imprese italiane sono si affidano ancora del tutto all’intelligenza artificiale. La volontà di aumentare l’efficienza o di ridurre i costi (58% delle imprese per entrambe le motivazioni) non è sufficiente e dare la giusta accelerata alla digitalizzazione. A prevalere è quindi la cautela. Infatti, mentre quasi un terzo (il 32%) ha implementato attivamente la cosiddetta Ia (il 50% della quota è costituito da grandi imprese con più di mille dipendenti), il 72% è ancora in una fase esplorativa o non prevede di integrare l’Ia. In particolare, il 45% delle piccole e medie imprese sta ancora esplorando l’utilizzo di software automatizzati. Sono alcuni dei dati relativi allo scenario italiano, emersi dallo studio «Global AI Adoption Index 2021» di Ibm, condotto da Morning Consult in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.

Il campione. Lo studio ha evidenziato le peculiarità dell’impiego dell’Ia in 5.501 aziende in Cina (500), Francia (500), Germania (500), India (500), Italia (500), America Latina (mille tra Brasile, Messico, Colombia, Argentina, Cile, Perù), Singapore (500), Spagna (500), Regno Unito (500) e Stati Uniti (501). In particolare, delle 500 aziende italiane, circa la metà sono Pmi; il 29% sono aziende con più di 250 dipendenti e il 26% con oltre mille dipendenti. Quasi il 32% delle aziende italiane ha implementato attivamente l’Intelligenza artificiale (il 50% sono grandi imprese, il 25% è costituito da Pmi), mentre il 72% sta ancora valutando o non ne ha del tutto intenzione. Fuori dall’Italia, il 47% delle imprese tedesche e il 51% delle spagnole sono ancora in una fase esplorativa. In totale in Europa il 27% delle imprese ha attivamente implementato l’Ia.

I pro. I principali motivi per l’adozione di strumenti di automazione sono: l’aumento di efficienza (58%); il risparmio dei costi (58%) e un maggiore tempo libero per i dipendenti (42%). A livello globale, più di un terzo (36%) delle aziende ha accelerato il rollout dell’Ia, cioè la finalizzazione di nuovi progetti, come diretta conseguenza della pandemia e il 31% attualmente utilizza applicazioni precostituite come le chatbots (i software che simulano conversazioni). Tuttavia, solo il 27% ha effettivamente impiegato l’intelligenza artificiale per il proprio business, mentre un ulteriore 44% sta attivamente esplorando l’uso dell’Ia per le proprie attività.

In Italia, il 42% delle aziende ha accelerato il rollout dell’Ia a causa del Covid-19 (in Europa si è registrato per il 36%), mentre per il 30% non ci sono stati cambiamenti (il 33% in Europa). Il 70% delle imprese italiane sta pianificando di accelerare rollout dell’Ia. In particolare, la pandemia ha posto una maggiore attenzione sull’uso dell’intelligenza artificiale per il customer care (34%), per la sicurezza (32%) e per l’ottimizzazione dei processi aziendali (32%). Inoltre, mentre il 20% delle aziende italiane utilizza tecnologie Ia nel proprio business, un quarto (25%) fa uso di applicazioni come le chatbots.

Il principale motivo di interesse e preoccupazione nell’adozione delle Ia è la necessità di generare fiducia nei risultati aziendali. Il 57% dei professionisti ha evidenziato l’importanza di scegliere un provider di tecnologia con un forte ecosistema di software di terze parti e partner tecnologici. La fiducia, dunque, è al primo posto per le aziende. Oltre il 90% delle aziende che utilizzano oggi l’intelligenza artificiale afferma che la propria capacità di spiegare come si è arrivati a una decisione è fondamentale. In Italia, per una azienda su due i consumatori sono più propensi a scegliere i servizi di un’organizzazione che offre trasparenza e un quadro etico su come i suoi dati e modelli Ia sono costruiti, gestiti e utilizzati.

I contro. Per quanto l’Ia sia sempre più vista come una tecnologia rivoluzionaria, ci sono ancora aspetti che frenano la sua adozione, come l’apparente complessità dell’integrazione nei sistemi aziendali (38%); la mancanza di esperienza o conoscenze (33%); la crescente complessità dei dati e l’organizzazione in «silos» (29%).

Nello scenario italiano, quasi la metà dei professionisti It afferma come, rispetto a 2-3 anni fa, le soluzioni di intelligenza artificiale siano più accessibili e più facili da implementare (47%). Tuttavia, il maggiore ostacolo è la mancanza di competenze e formazione per sviluppare e gestire un’intelligenza artificiale affidabile (30%), a seguire c’è la mancanza di linee guida aziendali per lo sviluppo di Ia affidabile ed etica (27%) e di una guida normativa da parte delle istituzioni o dell’industria (26%). Per tre professionisti It italiani su dieci, infatti, la mancanza di competenze e formazione rappresenta un grande ostacolo allo sviluppo di un’intelligenza artificiale chiara e affidabile.

Le prospettive. Le imprese si apprestano, entro il prossimo anno, a effettuare investimenti sulle tecnologie di intelligenza artificiale per la loro attività. Nei prossimi 12 mesi, le aziende mirano ad allocare gli investimenti principalmente verso: la sicurezza dei dati (31%), processi di automazione (25%), custom care (25%), assistenza virtuale e smart chatbots (20%), processi di ottimizzazione del business (19%) e individuazione di frodi (16%). In Italia, in tutti i settori analizzati, i principali investimenti riguardano, oltre all’adozione di Ia all’interno delle proprie attività (35%), la riqualificazione e sviluppo della forza lavoro (24%) e applicazioni Ia off-the-shelf (35%). In particolare, il 45% delle aziende che stanno attualmente implementando l’intelligenza artificiale prevede di investire nell’adozione di applicazioni Ia off-the-shelf (disponibili sul mercato) entro il prossimo anno.

Il 38% dei professionisti It europei sta utilizzando applicazioni di elaborazione del linguaggio naturale (Nlp) e oltre un quarto delle aziende (26%) progetta di adottarle nei prossimi 12 mesi. In linea con il resto del mondo, in Italia, il 40% delle aziende sta attualmente utilizzando applicazioni di elaborazione del linguaggio naturale e il 23% ne prevede l’adozione nei prossimi 12 mesi. In particolare, un terzo delle aziende italiane sta utilizzando applicazioni Nlp per la traduzione automatica (33%) o l’analisi dei sondaggi (31%). Quasi il 40% delle grandi aziende utilizza tecnologie Nlp per assistenti virtuali per il servizio clienti (39%), la traduzione automatica (37%) e l’automazione dei call center (37%).

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