di Marco Capponi
L’industria italiana del risparmio gestito non si smentisce e, complice la combinazione tra andamento positivo dei mercati e spinta di banche e reti a convogliare la liquidità da record delle famiglie verso soluzioni di investimento, termina il mese di maggio con una raccolta netta pari a 6,8 miliardi di euro. Un valore più alto anche dei 5,1 miliardi di aprile, che porta il totale dei cinque mesi a 41,7 miliardi. A riportarlo è la mappa mensile di Assogestioni, che ha rilevato anche, tra le varie categorie, come quella che più di tutte ha portato beneficio alla raccolta complessiva sia stata quella delle gestioni collettive, con afflussi per 5,2 miliardi, per un totale da gennaio di 29,4 miliardi. Positive, ma con una raccolta minore, anche le gestioni di portafoglio:1,5 miliardi a maggio, 12,3 nei cinque mesi.
Grazie alla raccolta del mese, cresce il patrimonio gestito dall’industria, che sale a oltre 2.480 miliardi dai 2.459 di aprile. Guardando ai pesi relativi, diminuisce leggermente quello dei fondi aperti, che passano dal 48,1% al 48% (1.190 miliardi il totale), mentre aumenta la portata delle gestioni di portafoglio retail, con un incremento al 6,1% dal 5,9% di aprile e un totale di 152 miliardi di asset.
Afflussi pari a 4,9 miliardi per i fondi aperti, in cui si nota il peso preponderante della componente azionaria, stimolata dal rally dell’equiy nazionale e globale: gli afflussi sono stati positivi per 2,1 miliardi, anche più dei 2,08 dei bilanciati. Da inizio anno, i prodotti incentrati sull’equity hanno vissuto una raccolta positiva di 17,1 miliardi, che ha portato il totale del patrimonio a quota 331 (27,8% del totale). Sono ancora gli obbligazionari però a rappresentare la fetta più grande della torta: il loro peso sul totale è pari al 36,3% (432 miliardi), anche se nel mese di maggio la raccolta di questo genere di fondi è stata positiva per soli 927 milioni. Deflussi infine su hedge (-14 milioni), monetari (-67), e flessibili (-150). Da inizio anno sono stati proprio questi ultimi i più penalizzati, con deflussi pari a 4 miliardi. Nonostante ciò i flessibili rappresentando ancora il 19,9% del totale: 237 miliardi. La raccolta ha interessato in maniera molto maggiore i fondi di diritto estero: gli afflussi di maggio sono stati di 4,2 miliardi, quelli dei prodotti di diritto italiano si sono fermati a 705 milioni.
Guardando alle singole società di gestione, si conferma la leadership a livello di patrimonio gestito per il gruppo Intesa Sanpaolo, che consolida la prima posizione con 524,7 miliardi di masse (21,8% del totale), divise tra Eurizon, Fideuram e Pramerica. Nel mese di maggio la raccolta di Ca’ De Sass è stata positiva per 1,9 miliardi. Segue a ruota il gruppo Generali, con un patrimonio di 515,7 miliardi, rappresentativo del 21,4% del mercato. Terzo gradino del podio per Amundi: l’asset manager francese gestisce in Italia un patrimonio di 209,8 miliardi, l’8,7% del totale.
Guardando alla raccolta del mese, la medaglia d’oro va ancora una volta alla già citata Intesa, seguita da Poste Italiane, con afflussi per 1,2 miliardi, concentrati soprattutto nelle gestioni di portafoglio (1,1). Di nuovo Amundi (594 milioni) in terza posizione. Da notare, infine, che tra le banche prive di una rete distributiva nel territorio nazionale si sono messe in luce Morgan Stanley, con una raccolta di 205,5 milioni, e JP Morgan Am (120,7). (riproduzione riservata)
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