Secondo l’indagine ESG[1] (Environmental, Social and Governance) condotta dal team Multi-Manager Research di Aviva Investors, gli asset manager stanno includendo sempre più spesso il rischio climatico nelle decisioni di investimento.
Il sondaggio, che si svolge ogni due anni, raccoglie le opinioni su temi ESG di un’ampia gamma di società di asset management responsabili di un patrimonio collettivo in gestione di 32.000 miliardi di sterline. La ricerca ha rilevato che l’80% degli asset manager incorpora “sempre” o “spesso” il rischio climatico nelle decisioni di investimento. Al contrario, solo il 2% ha dichiarato di non aver “mai” incluso il rischio climatico nel proprio processo decisionale.
Secondo il sondaggio, inoltre, quasi tre asset manager su cinque (58%) affermano che la pandemia da COVID-19 ha accelerato l’adozione di investimenti ESG da parte degli investitori, in quanto le aziende rispondono alla maggiore pressione da parte degli investitori retail e istituzionali a considerare i rischi ambientali e sociali, nonché alle opportunità più “green” prodotte dagli interventi di ripresa dal COVID-19. Solo il 7% degli intervistati ritiene che la pandemia non abbia generato un aumento di interesse da parte degli investitori per le strategie d’investimento di tipo ESG.
Tra gli asset manager intervistati, il 60% collega la retribuzione dei dirigenti alle prestazioni ESG, un netto aumento rispetto al 28% degli intervistati nello stesso sondaggio del 2019. I gestori sembrano anche dedicare più tempo e risorse alla formazione dei responsabili degli investimenti sull’integrazione delle considerazioni ESG, con il 94% delle aziende che forniscono tali programmi – questo rispetto a solo il 64% delle aziende intervistate nel sondaggio precedente.
L’indagine ha anche mostrato un notevole aumento della percentuale di asset manager firmatari degli UN PRI (Principi per Investimenti Responsabili delle Nazioni Unite) tra i sondaggi del 2019 e del 2021, con il 99% degli intervistati firmatari rispetto all’83% del 2019.
Nonostante il notevole sostegno per la diversità a livello di settore, gli interventi sono in ritardo a livello di consigli di amministrazione. L’indagine ha rilevato che per il 58% degli asset manager la rappresentanza femminile all’interno dei consigli di amministrazione è al di sotto del 30%, mentre il 61% delle aziende non ha alcuna rappresentanza etnica. Dato che molti si stanno impegnando a raggiungere obiettivi a livello direttivo, il modo e la velocità con cui questo divario si riduce saranno indicatori importanti dell’impegno verso la diversità.