Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Cresce l’interesse per la telemedicina dopo l’emergenza Covid-19. Stiamo parlando, cioè, dell’erogazione dei servizi medici, dalla diagnosi, alla cura, al monitoraggio, attraverso l’Ict, tecnologie informatiche come per esempio telefonate o videochiamate. Un medico di medicina generale su tre utilizzava già almeno una soluzione di telemedicina prima dell’emergenza ma anche il 62% di quelli che non la applicavano ha intenzione di farlo in futuro, soltanto il 5% è contrario. Tra i medici specialisti, tre su quattro ritengono che la telemedicina sia stata decisiva durante l’emergenza Coronavirus, il 34% già la utilizzava, il 36% si è convinto dei benefici e intende applicarla in futuro, mentre il 30% si dichiara contrario al suo utilizzo. Sono i dati che emergono dalla ricerca condotta dall’Osservatorio innovazione digitale in sanità della School of Management del Politecnico di Milano sulla «Connected Care». «In un momento così delicato per il paese e di così forte pressione su medici e ospedali, il ruolo del digitale diventa ancora più importante per aumentare la resilienza del sistema sanitario», sottolinea Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio, «le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi di prevenzione, accesso, cura e assistenza dei pazienti, per aiutare il personale sanitario nelle decisioni cliniche e le strutture sanitarie nella continuità di cura e nell’operatività».
I pagamenti in contanti in un’unica soluzione dal prossimo 1° luglio non potranno superare i 1.999.99 euro. Passa quindi da 3 mila a 2 mila euro l’importo del trasferimento di denaro che configura illecito amministrativo. Per coloro che infrangono i nuovi limiti le sanzioni minime scendono da 3 mila a 2 mila euro. Sono questi gli effetti delle modifiche apportate agli art. 49 e 63 del decreto legislativo 231/07 dal collegato fiscale alla legge di Bilancio per il 2020.
Sì al sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme versate su un fondo pensione: è quanto stabilito dalla sentenza n. 13660/2020, con la quale la terza sezione penale della Corte di cassazione è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità di un provvedimento di sequestro preventivo avente a oggetto le somme accumulate presso un fondo pensione gestito da un’impresa assicurativa, dall’indagato nell’ambito di un procedimento penale per il reato di frode fiscale di cui all’art. 2 dlgs n. 74/2000. Secondo la Suprema corte non è da ritenersi applicabile al caso in esame la disciplina di cui all’art. 545 cpc, che prevede limiti alla pignorabilità delle somme dovute a titolo di pensione. Gli strumenti finanziari riconducibili alla categoria dei fondi pensione costituiscono piuttosto una categoria assimilabile alle assicurazioni sulla vita e, pertanto, analogamente alle somme dovute dall’assicuratore al beneficiario di una polizza vita, le somme di denaro in essi confluite soggiacciono all’ordinaria disciplina penalistica in materia di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca per equivalente del profitto del reato.

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II fenomeno aumenta la potenziale concorrenza delle multinazionali della tecnologia, Facebook Google, Arnazon, Apple o Alibaba, e spinge le compagnie tradizionali a essere “inventive insurer”
Al pari di quanto sta accadendo in altri comparti, la pandemia da Covid-I9 rischia di avete un impatto sul settore assicurativo non solo in termini di raccolta o di profittabilità, ma anche in termini di abitudini di consumo della clientela. Da un lato cambiando le priorità dei bisogni e degli obiettivi, dall’altro modificando le modalità di selezione e dl fruizione dei servizi assicurativi.
La popolazione sta invecchiando e vive più a lungo, il che comporta oneri crescenti. Mentre la popolazione in età lavorativa diminuisce
“Nella maggior parte delle nazioni, la popolazione sta invecchiando e vive più a lungo, il che comporta oneri crescenti per il sistema sanitario, pensionistico e per il welfare. A complicare la situazione, il flusso di giovani immigrati verso i paesi più sviluppati che probabilmente è destinato a ridursi, a causa del prevalente sentimento nazionalista protezionista che domina in molti Stati. La conseguenza? 11 crollo della popolazione in età lavorativa e il peso delle tasse che cresce e dovrà essere ripartito su un numero inferiore di persone». Parte da qui l’analisi di Kim Catechis, responsabile della divisione Investment Strategy di Martin Currie, affiliata Legg Mason, una delle principali società di gestione di investimenti al mondo. Un’analisi, punto di partenza per provvedimenti che non possono essere inviati.
  • Il risiko del risparmio inizia da Anima
La mossa di Banco Bpm sul gestore apre nuove ipotesi di concentrazione. L’analisi di Intermonte sul possibile target Arca: “L’unione creerebbe un nuovo polo italiano”
  • Assicurazioni. Arriva Bagetta a capo di ConTe
Antonio Bagetta è stato nominato amministratore delegato di ConTe.it, il marchio italiano del gruppo Admiral specializzato nel segmento delle assicurazioni auto.
  • “La scommessa è diventare partner di vita della gente”
Da Marco Sesana, ceo di Generali Italia, un piano innovativo. “Digitale e agilità per una consulenza che si modelli sui bisogno della persona”

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  • Fa retromarcia con l’auto e investe la moglie. «Omicidio colposo»
Una donna di 48 anni è stata investita e uccisa dall’auto guidata dal marito, di 57, nel cortile di casa a Corteolo-na, nel Pavese. L’incidente è avvenuto sabato sera: l’uomo è indagato per omici-dio colposo. La coppia aveva litigato e l’uomo pare fosse uscito di casa per porre fine al diverbio. Poi si è messo in auto, ha innestato la marcia ed è partito, senza accorgersi che lei lo aveva seguito.
  • Automobile giù dal ponte, due morti
Due uomini sono morti in un incidente stradale a Vermezzo con Zelo, nel Milanese, ieri sera intorno alle 20. L’auto su cui viaggiavano è uscita di strada, forse per l’alta velocità, ed è volata giù dal ponte sulla provinciale 30, all’altezza del collegamento con la statale Vigevanese che corre lungo il Naviglio. Sul posto sono arrivati il personale del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Per i due uomini non c’è stato nulla da fare, sono morti sul colpo. Nessun altro veicolo è stato coinvolto. Le vittime erano di origine romena. Nell’impatto, uno dei due è stato sbalzato fuori dall’abitacolo, mentre l’altro è stato recuperato nella roggia, ancora all’interno dell’auto.

Credito, logistica, digitale. Stanno qui le aree di più alto rischio per le Pmi italiane. Il crollo di Pil e produzione, la chiusura di molti mercati, le incertezze sul futuro possono portare seri danni al sistema industriale. In ciascuno dei tre ambiti sono emersi punti critici per le imprese. Ma altrettante possibili risposte. A fornirle è Anra, associazione nazionale dei risk manager, che raggruppa le figure professionali attive nella valutazione e gestione dei rischi e degli aspetti assicurativi. Oggi gli iscritti sono 705 con un notevole incremento negli ultimi mesi.
Il Prodotto interno lordo è atteso in calo di oltre l’11% se il contagio del coronavirus si arresta, ma potrebbe sprofondare fino al 14% se dovesse scatenarsi una seconda ondata dell’epidemia. Queste sono le ultime stime dell’ Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), per il 2020, nel nostro Paese. Di fronte a un tale scenario preoccupante, l’industria del factoring, che rappresenta il 14% del Pil nazionale e che ha sempre svolto una funzione di supporto alle imprese per la circolazione del capitale, si dichiara pronta a dare il suo sostegno nella fase della ripresa. Per Assifact (Associazione italiana factoring) non sono sufficienti le misure finora prese dal governo per sostenere la liquidità, che è il problema più urgente nell’attuale fase dopo il lockdown. L’associazione sostiene che per rimettere in moto la macchina dei pagamenti, movimentando flussi finanziari fino a 80 miliardi di euro a fronte di una dotazione di fondi pubblici di cinque miliardi, occorra un meccanismo di garanzia delle cessioni di credito, con alcuni interventi strutturali del quadro normativo.
Un manifesto per migliorare le condizioni dei risparmiatori europei che investono per la vecchiaia. Lo lancia Vanguad, il numero due al mondo nell’industria del risparmio con oltre 6 mila miliardi di dollari in gestione fra fondi comuni indicizzati e Etf. Fondata negli Usa 45anni fa da John Bogle, ora Vanguard è in rapida espansione anche nel Vecchio Continente, grazie alle caratteristiche dei suoi prodotti: semplici, indicizzati al mercato e con costi minimi, grazie alla sua struttura mutualistica che distribuisce tutti i profitti aziendali ai suoi clienti-azionisti attraverso riduzioni delle spese.
  • I Pir crescono e gli italiani lo sanno
Al via i nuovi portafogli che azzerano le tasse (dopo 5 anni) e puntano sulle pmi tricolore. Anche non quotate.  Prenderanno il via in estate dopo la conversione in legge del decreto Rilancio che li ha istituiti accogliendo una proposta di Assogestioni

  • Applicare i protocolli anti-Covid tutela il datore sui contagi
Con la conversione in legge del Dl 23/2020, il legislatore ha tentato di fornire una pur limitata risposta alle pressanti richieste delle imprese, di assicurare una qualche forma di tutela ai datori di lavoro rispetto al rischio di subire imputazioni penali o richieste risarcitorie da parte dei lavoratori a causa del contagio da Coronavirus, stante l’estrema difficoltà, soprattutto nella prima fase della diffusione del contagio, di fare riferimento a misure specifiche per i luoghi di lavoro e comunque nella grande difficoltà di stabilire se un lavoratore avesse subito il contagio effettivamente sul posto di lavoro, a causa di carenze organizzative dell’azienda, oppure altrove. Con l’articolo 29-bis della legge di conversione del Dl 23/2020, pur non prevedendo una norma di salvaguardia penale di carattere generale, il legislatore ha affermato un principio importante in chiave di tutela del datore di lavoro: ai fini della tutela contro il rischio di contagio da Covid-19, i datori di lavoro adempiono all’obbligo di garantire la sicurezza dei lavoratori previsto dall’articolo 2087 del Codice civile mediante l’applicazione delle prescrizioni contenute nel protocollo condiviso sottoscritto il 24 aprile 2020, e negli altri protocolli previsti all’articolo 1, comma 14, del Dl 33 del 16 maggio 2020, nonché tramite l’adozione e il mantenimento delle misure qui previste.
  • L’azienda deve poter documentare l’attività svolta
Tutti i protocolli e le linee guida emanate in chiave anti Covid si fondano sugli stessi principi cardine, previsti in primo luogo dal Protocollo Condiviso tra Governo e parti sociali il 24 aprile, sul quale sono stati poi modellate le linee guida per i singoli settori di attività. Per tutti è basilare una corretta informazione dei lavoratori, sia sulla natura e sugli effetti del virus, sia sulle misure adottate dall’azienda (pubblica o privata che sia) per prevenire il contagio. In questo senso è bene precisare che ogni datore di lavoro deve necessariamente aver declinato le disposizioni di carattere generale adattandole alla propria realtà lavorativa: ciò significa che ciascun datore di lavoro partendo dal Protocollo di riferimento, deve prevedere specifiche misure per la propria realtà aziendale, verificando successivamente che le stesse siano corrispondenti nel concreto a quanto indicato dalle linee guida.
  • Una famiglia su 4 chiede di sospendere il mutuo

  • PMI e micro imprese fredde sul regime catastrofi proposto dagli assicuratori
Le imprese hanno paura di dover pagare un sacco di soldi per un sistema che non risponderebbe ben alle loro esigenze. “I primi elementi noti sono solo moderatamente soddisfacenti”, dice Alain Griset, il Presidente dell’U2P, l’Unione delle le imprese locali. “La proposta degli assicuratori non non è completamente adatta”, dice Stéphanie Pauzat, vice vicepresidente della CPME, l’organizzazione che rappresenta le piccole e medie imprese. Gli assicuratori hanno svelato venerdì il loro soluzione chiamata “Catex”.
Mettendo inseme, con i riassicuratori, 2 miliardi di euro di “capacità sul tavolo, propongono di coprire le imprese contro le disdette o i tagli significativi di attività a seguito di chiusure amministrative (dirette o indirette) decise dallo Stato. E questo, in caso di
pandemia, rivolte, disastri naturali o attacchi terroristici. Basandosi in gran parte sull’intervento dello Stato, questo sistema, a metà strada tra il regime
di catastrofi naturali e il programma esistente per coprire il rischio di attacchi (Gareat), coprirebbe, sotto la forma di un capitale di sopravvivenza chiamato “Resilienza del capitale” tra 25 e 50 % delle spese fisse che pesano sulle società interessate.