Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

L’obiettivo di diventare la prima compagnia assicurativa italiana nel mercato danni (Rc Auto esclusa) resta confermato per fine 2021 e, per accelerare, Intesa Sanpaolo Assicura, finora focalizzata sulle famiglie, è pronta ad allargare il raggio d’azione alle imprese che hanno bisogno di coprirsi da nuovi rischi. «Per rivolgersi al segmento imprese con una gamma innovativa e competitiva, l’offerta assicurativa del gruppo sarà arricchita con le soluzioni salute di Rbm Assicurazione (di cui Intesa Sanpaolo Vita ha appena rilevato il 50% e 1 azione) non per solo il segmento retail, ma anche per le imprese. Inoltre, in cantiere, sempre per le aziende, ci sono nuovi prodotti che vanno dalla responsabilità degli amministratori, al cyber risk, passando per l’interruzione di attività», anticipa a MF-Milano Finanza Alessandro Scarfò, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Assicura, sottolineando che «dopo esserci concentrati nei primi due anni di piano sulle famiglie si apre ora la nostra fase 2, che coinvolge le imprese, dando slancio a nuove importanti sinergie con la banca».
Leonardo Del Vecchio inizia a scoprire le carte sulla scalata a Mediobanca, mentre il governo punta una lente sulla rilevanza della partecipazione che Mister Luxottica andrà ad assumere nell’istituto.
Pochi giorni dopo la richiesta di autorizzazione a Bce per salire nel capitale della merchant ieri Del Vecchio è uscito allo scoperto sugli obiettivi strategici dell’iniziativa: l’idea è «riportare Generali al ruolo leader che aveva nel mercato assicurativo europeo alla fine degli anni ‘90 e che poi ha perso», ha spiegato a Reuters una fonte vicina all’imprenditore che oltre al 9,9% di Mediobanca ha il 5% del capitale di Generali, di cui oggi è il terzo azionista. L’investimento di Del Vecchio a Trieste risale al 2007 ma si è notevolmente arrotondato negli ultimi anni grazie agli acquisti compiuti in tandem con Francesco Gaetano Caltagirone. Oggi, grazie alla progressiva crescita di Delfin nell’azionariato di Mediobanca, la presa dell’imprenditore sulla compagnia potrebbe stringersi ulteriormente e incidere così sulle scelte strategiche. Non è un mistero peraltro che Del Vecchio nutra da tempo ambizioni di questo tipo.
Mediobanca-Delfin è un «caso di scuola» che dimostra le falle rimaste aperte nella disciplina del golden power, di recente esteso a banche e assicurazioni. Ne è convinto Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir in quota Fratelli d’Italia, tra i primi a sostenere la necessità di estendere lo scudo antiscalate al settore creditizio e assicurativo e che ora propone di abbassare al 10% la soglia di acquisto che impone la notifica al governo anche ai soggetti europei, che oggi invece devono farlo solo al raggiungimento del controllo di una società.
Generali Italia si è aggiudicata il mandato di gestione per i prossimi dieci anni dei due comparti di investimento Tfr Silente e Sicurezza 2020 di Cometa, il fondo pensione Complementare dei lavoratori metalmeccanici. Cometa, con 400 mila iscritti è il più importante fondo pensionistico operante in Italia ma, visti i bassi tassi d’interesse, non è stato facile individuare il gestore delle due linee a basso rischio. Generali è stata individuata dopo il lancio di tre bandi.
  • Oggi il cda Cattolica sull’aumento di capitale
Torna a riunirsi oggi il consiglio di Cattolica. Tanti gli argomenti di cui discutere dopo che l’Ivass ha chiesto alla compagnia assicurativa di Verona di ricapitalizzarsi in tempi rapidi la società con una manovra da 500 milioni. La scadenza è fissata per settembre con l’obiettivo di aumentare la solvibilità, scesa a livelli di guardia dopo il crollo dei mercati e la crescita dello spread. All’ordine del giorno di oggi ci sono i preparativi in vista dell’assemblea del 27 giugno. Andrà per esempio rivisto il punto che prevedeva il voto di sfiducia per giusta causa all’ex amministratore delegato Alberto Minali, defenestrato ad ottobre e che nei giorni scorsi si è dimesso dal cda chiedendo danni per 9,6 milioni. Ma l’argomento più spinoso è certamente il maxi aumento di capitale. Ieri gli analisti di Mediobanca hanno calcolato che potrebbe bastare un’operazione da 350 milioni per ripristinare un indice di solvibilità del 170% e che la trasformazione in spa della società cooperativa rappresenterebbe favorirebbe le operazioni.

ConTe.it, il brand assicurativo italiano del Gruppo Admiral, ha nominato Antonio Bagetta amministratore delegato della società.
Il manager, 37 anni, laureato in business administration alla Luiss di Roma con successivo master of science in business administration, ricopre da ieri il ruolo che è stato di Costantino Moretti, diventato recentemente head of International Insurance del Gruppo Admiral.
  • Del Vecchio non vuole Generali-Axa
Leonardo Del Vecchio, presidente di EssilorLuxottica, auspica di vedere Generali competere da leader nel mercato assicurativo italiano e non vuole spingerla alla fusione con una compagnia straniera, che sia Axa o Zurich: lo hanno riferito fonti di mercato vicine all’imprenditore, che detiene il 4,80% del Leone e che aveva chiesto nei giorni scorsi alla Bce l’autorizzazione per salire, tramite la holding Delfin, dal 9,90 al 20% di Mediobanca. L’istituto di Piazzetta Cuccia, a sua volta, detiene circa il 13% delle Generali. L’auspicio di Del Vecchio, dunque, è quello di vedere il ritorno del gruppo triestino alla leadership che deteneva nel comparto assicurativo negli anni 1990. Una sorta di rassicurazione dopo l’alzata di scudi della politica, gli approfondimenti del Copasir e alcune perplessità di analisti e investitori sul movente del patron di EssiLux. La mossa su Mediobanca non va considerata ostile in quanto, oltretutto, Delfin non intende presentare una propria lista per rinnovare gli organi sociali nell’assemblea degli azionisti prevista in ottobre. Secondo altre fonti, tuttavia, non ci sono stati contatti tra l’imprenditore e la banca e non ci sono ancora state rassicurazioni dirette sulla governance, né tanto meno accordi o intese.

Repubblica_logo

  • Del Vecchio lancia segnali alla politica sulle Generali
Leonardo Del Vecchio non vuole finire elefante nella cristalleria. E continua la comunicazione al bromuro sull’ascesa al 20% in Mediobanca. Ieri fonti a lui vicine hanno detto che non vuole spingere Generali verso una fusione con Axa o Zurich (anche perché, nota l’uomo della strada, capitalizzano ormai più del doppio dei 21,3 miliardi del Leone, quindi i soci italiani sarebbero minoranza). Intende invece riportarla al ruolo di leader europeo che a fine anni ‘90 aveva. E’ un modo , anche, per placare la politica italiana, che lo attende al varco con norme truci tipo il nuovo golden power. Prima di ieri, mesi di blandizie avevano riguardato il piano strategico di Mediobanca, la natura finanziaria dell’investimento, la non volontà di presentare una sua lista contro quella del cda uscente, che a ottobre vuole ricandidare l’ad Nagel e il presidente Pagliaro. Tra tanto non fare, resta che Del Vecchio compra Mediobanca ma allude a Generali, autonoma benché da essa partecipata, al 13%. Più interessante che Del Vecchio, socio forte pure a Trieste e dal 2007 in cda, abbia colà votato da allora ogni strategia del vertice. Né risultano a verbale sue proposte alternative di sviluppo, crescita, aggregazione. In Borsa, per sicurezza, i fondi hanno comprato ancora le due azioni: oltre +5% .

corsera

  • Generali, no a fusione con Axa
Non c’è un’altra Luxottica-Essilor nella mente di Leonardo Del Vecchio. Un altro matrimonio transfrontaliero, stavolta tra le Generali e qualche compagnia straniera come Axa o Zurich. La posizione è filtrata ieri da ambienti vicini all’imprenditore di Agordo per smentire le voci che hanno legato la volontà di Del Vecchio di salire fino al 20% in Mediobanca a possibili mire sul futuro delle Generali, l’asset più prezioso di Piazzetta Cuccia. Voci che hanno messo in allarme anche il Copasir. I rumors si sono indirizzati soprattutto su Axa — ipotesi non nuova —, puntando ai legami sviluppati da Del Vecchio a Parigi. In questa chiave c’è chi sul mercato ipotizza che Del Vecchio possa chiedere azioni a Vincent Bolloré per arrivare al 20% nel capitale di Mediobanca.
  • Bruxelles studia un golden power europeo (anti-Cina)
Commissione Ue studia un «golden power europeo» per proteggere le società da acquisizioni e scalate da parte di soggetti extra-Ue posseduti o finanziati dai rispettivi governi. Il piano dovrebbe essere reso noto il 17 giugno. Nel mirino ci sono le mosse della Cina con i rischi di shopping da parte delle sue aziende di Stato in Europa. Il progetto punta a dare nuovi poteri a Bruxelles, fino anche al blocco delle acquisizioni. La titolare dell’Antitrust Ue Margrethe Vestager aveva spiegato al Corriere che la Commessione sta lavorando a «un libro bianco sulle fusioni e acquisizioni da parte di fondi statali stranieri per minimizzare il rischio di competizione sleale».

  • Generali, Del Vecchio: no ad Axa o Zurich
Leonardo Del Vecchio vuole salire in Mediobanca, ma guarda a Generali. Ieri fonti vicine al patron di Luxottica hanno fatto sapere – così si legge sull’agenzia Reuters – che il suo intento è di riportare il Leone «nella posizione leader che aveva nel mercato assicurativo europeo e che poi ha perso», aggiungendo che è però troppo presto per fornire dettagli sulle strategie. Una cosa però ha voluto dirla in risposta ai timori che possa spostarsi all’estero il baricentro della multinazionale assicurativa, polmone finanziario su cui l’Italia – tanto più in questo momento – ha bisogno di poter contare. Dal fronte Del Vecchio, dunque, è arrivata la rassicurazione che l’imprenditore non spingerà il Leone nelle braccia di Axa o di Zurich. A parte il fatto che oggi non avrebbe titolo per indirizzare le operazioni di fusione di Trieste, il messaggio è che non ha intenzione di sostenere opzioni che compromettano l’italianità di Generali.
  • Mediobanca vede Cattolica in saldo

  • AXA mantiene il dividendo ma lo dimezza
Sotto la pressione delle autorità di vigilanza per diverse settimane per sospendere il suo dividendo, il peso massimo del settore assicurativo europeo ha annunciato mercoledì che intende dimezzarlo, a 0,73 euro, per portare il pagamento totale ai suoi azionisti a 1,7 miliardi di euro. “Se le condizioni di mercato e di regolamentazione saranno favorevoli” nel quarto trimestre del 2020, il gruppo prevede comunque un pagamento supplementare. Potrebbe arrivare fino a 0,70 euro per azione.