di Anna Messia
Non ci sono accordi di pre-sottoscrizione ma «le manifestazioni d’interesse da parte di banche d’affari, sia italiane sia estere, sono numerose». Ha risposto così Cattolica Assicurazioni alle richieste di informazioni arrivate da Consob in una lettera recapitata alla compagnia lo scorso 17 giugno. La questione è quella dell’aumento di capitale di 500 milioni di euro da realizzarsi, come chiesto da Ivass, entro il prossimo 30 settembre per riportare in zona sicurezza la solvibilità della compagnia presieduta da Paolo Bedoni colpita dall’incremento dello spread sui titoli di Stato e dalla volatilità dei mercati. Una matassa che la compagnia conta di sbrogliare grazie al supporto della società di consulenza Kpmg, che ha ricevuto l’incarico di individuare pretendenti. «La società Cattolica in data 15 maggio ha dato mandato a Kpmg per un supporto, in qualità di advisor finanziario, nelle interlocuzioni con le potenziali controparti eventualmente interessate a proporre possibili soluzioni di mercato, funzionali al buon esito dell’aumento di capitale e a preservare valore per gli azionisti Cattolica», hanno fatto sapere ancora da Verona, aggiungendo che, «qualora il confronto tra advisor e controparti evidenzi la fattibilità di opzioni che saranno opportunamente valutate, l’advisor fornirà il supporto tecnico e negoziale necessario per la realizzazione dell’opzione prescelta, che sarà in ogni caso portata all’attenzione degli organi deliberanti della società». Le ipotesi allo studio sono varie, ma «non è allo stato possibile prevedere tempi e modi di una precisa o miglior definizione». La questione resta complicata, considerando che l’aumento è decisamente consistente in proporzione alla capitalizzazione di Cattolica, pari ieri 632 milioni. Ma l’ostacolo maggiore è probabilmente nella forma societaria, visto che Cattolica è una cooperativa in cui vale il principio di una testa un voto, L’eventuale trasformazione in società per azioni farebbe crescere di certo l’appeal e diversi sarebbero i pretendenti alla finestra, competitor ma anche fondi di private equity.
Ma si procede per passi. Il prossimo appuntamento cruciale è per sabato 27 giugno, quando l’assemblea dovrà votare la delega al consiglio di amministrazione per l’aumento fino a 500 milioni. Diversi soci hanno espresso malcontento, mentre Bedoni in una recente intervista al Corriere della Sera si è detto ottimista, anche dell’adesione di Warren Buffett, primo azionista con poco più del 9%. L’aumento porterebbe il solvency ratio del gruppo al 172%, mentre lo scorso 12 giugno era al 133% per Cattolica (molto vicino alla soglia di guardia dell’Ivass fissata al 130%) e al 141% per la capogruppo. (riproduzione riservata)
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