Il settore assicurativo si è dimostrato particolarmente resiliente alla crisi pandemica, ma ora serve un passo avanti.
Intervenuta al webinar “Assicurare la resilienza”, pre-evento dell’Insurance Day 2020 di Milano Finanza e Accenture, la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, ha sottolienato come durante la fase più critica della crisi sanitaria gli assicuratori siao stati presenti “presenti in termini di servizio nei confronti dei propri clienti e del Paese”.
Farina ha aggiunto che “Ora vogliamo far leva sui nostri assi portanti ed essere protagonisti del rilancio, mobilitando tutte le risorse disponibili, affiancando quelle messe sul piatto dallo Stato e le tante che arriveranno dall’Europa”. Le compagnie possono farlo “provvedendo agli investimenti prioritariamente sulle infrastrutture per la transizione digitale e green ma anche facendo leva sulla nostra capacità di proteggere dai rischi. Il Paese ha un ritardo storico e questo lo rende più fragile: dobbiamo tutti spingere per il valore della protezione, senza dimenticare il tema dell’ampliamento della platea della previdenza integrativa, soprattutto per i giovani”.
Farina ha concluso il suo intervento informando che “da qualche giorno in Ania abbiamo istituito un comitato di esperti che sta studiando come e se il settore assicurativo pu dare un supporto anche sul rischio pandemic. Questo modello che sarà necessariamente basato su una partnership pubblico-privato, lo presenteremo al governo e vedremo cosa ne pensa: potrebbe costituire la via italiana da presentare in Europa dove il dibattito sulle coperture del rischio pandemico molto attivo e vivace”.
Con la pandemia il settore assicurativo ha subito un calo rilevante, con una perdita media di capitalizzazione pari a circa il 19% rispetto al periodo pre-crisi. “La pandemia ha provocato un grande shock globale a livello umano, sociale ed economico e ha avuto effetti significativi su tutti i settori. Le Compagnie Assicurative si sono mosse con grande rapidità ed efficacia e hanno dimostrato di essere molto vicine ai loro clienti, alle loro community, alla rete distributiva e ai dipendenti, che sono riuscite a mettere in sicurezza. Il tutto, focalizzandosi anche sulla stabilizzazione dei ricavi. Ora si apre una fase nuova caratterizzata da una forte incertezza, che noi chiamiamo “Never Normal”; non sarà un semplice ritorno al mondo del pre-COVID19, ma una nuova era definita da rapidi cambiamenti nelle categorie culturali, nei valori della società e nei comportamenti, in cui alle aziende viene richiesta una maggiore responsabilità sociale” ha dichiarato Daniele Presutti, Insurance Lead Europe di Accenture.
Il consumatore ora ha nuove esigenze: una ricerca di Accenture ha evidenziato un incremento nell’utilizzo dei canali digitali: prima dell’emergenza i canali fisici venivano utilizzati dal 53% degli utenti per interagire con le agenzie assicurative, contro solo il 20% di quelli che si rivolgevano ai canali digitali self-service. Durante la crisi, naturalmente, l’uso dei canali digitali per le interazioni correnti con i provider è salito (dal 27% al 35%) e ci si aspetta un assestamento intorno al 33% per il prossimo futuro. A differenza che in altri settori, però, è ancora molto forte la base di persone che si affideranno alle agenzie (44%).
“E’ l’innovazione a consentire di costruire quella resilienza di business e culturale necessaria per superare questo periodo ed avere successo nel prossimo futuro. Per lavorare in questa direzione, le principali iniziative strategiche da mettere in atto ora sono la trasformazione della curva dei costi, la pianificazione strategica basata su scenari dinamici e la riconfigurazione della propria architettura di business, con attività come la semplificazione e la digitalizzazione del business, l’integrazione di tecnologie di intelligenza artificiale nei processi chiave e la definizione di nuovi servizi assicurativi distribuiti in modo innovativo al mercato. E’ importante lavorare alla costruzione di modelli di servizio multicanale e all’espansione dei prodotti di protezione: oggi, possiamo dire che ogni business è un Health business. Le Compagnie Assicurative devono, poi, investire nella creazione di una smart workforce con abilità e competenze digitali in grado di affrontare i cambiamenti e supportare la transizione al Cloud, vero abilitatore di innovazione grazie alla possibilità di raccogliere dati, comportamenti e analisi” ha concluso Presutti.
Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa, ha sottolineato come l’impatto del Covid-19 sul business sia stato pesantissimo, “con una contrazione del giro d’affari repentina e di un livello cui non eravamo per nulla preparati. Parliamo di un -10% istantaneo con un leggero peggioramento da quel momento in poi. C’è ovviamente chi sta peggio di noi, tuttavia un soggetto economico come Allianz è molto delicato e non va visto solo dal punto di vista statico, ma vanno considerati i suoi equilibri dinamici, soprattutto in questa occasione con una cambiamento del fatturato così veloce. C’è il tema dei costi che sono esplosi e questto comperterà inevitabilmente una contrazione della profittabilità se non saremo in grado di rilanciare il fatturato nell’arco di 1 o 2 anni. Noi rappresentiamo il 15% del mercato. Essendo Allianz società sana, mi aspetto che rimboccandoci le maniche riusciremo a risollevarci”.
Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua ha sottolineato come l’epidemia abbia cambiato molti aspetti nella società, nei comportamenti e ha accelerato la capacità di risposta al cambiamento: “La situazione è lungi dall’essere stabilizzata e anche se il peggio sembra essere alle spalle, non è tramontato il rischio di un secondo lockdown. Siamo al cospetto di una crisi atipica e non abbiamo a disposizione dati certi per tracciare uno scenario futuro, anche se sarà importante nella fase di uscita dalla crisi vedere quale sarà la reazione in termini di fiducia”.
Andrea Novelli, amministratore delegato e direttore generale di Poste Vita ha osservato come dopo la fine del periodo di isolamento, si sia registrato un forte incremento di richieste di consulenza personale: “I cittadini vogliono ancora parlare di persona con il loro consulente quando si tratta di investimenti e protezione assicurativa”.
Alla domanda sul possibile ruolo di primo piano di Poste Vita in una cordata di investitori istituzionali italiani, organizzata da F2i, per rilevare una quota di Aspi per Autostrade per l’Italia, Novelli ha detto: “Sul nome specifico non commento, ma gli investimenti infrastrutturali sono una delle asset class che hanno senso per le assicurazioni poichè danno rendimenti stabili e prevedibili nel tempo rispetto agli investimenti tradizionali”.
Matteo Laterza, general manager di UnipolSai, ha evidenziato l’introduzione di prodotti dedicati alle pmi, con una piattaforma di servizi che ha raggiunto 20 mila aziende assicurate. Inoltre la pandemia ha accelerato alcune tendenze come la telemedicina, che prima era considerata un sottoprodotto, mentre ora è uno dei filoni principali di supporto al cliente.
Digitalizzazione è stata la parola chiave in casa Alleanza, la compagnia vita del gruppo Generali. Come ha precisato l’a.d. Davide Passero. «questa esperienza immersiva ha portato alla tenuta e, anzi, a una leggera crescita del fatturato. Il modello che consiste nel mix di modalità di contatto col cliente ha portato risultati superiori alle aspettative e siamo positivi relativamente alla chiusura dell’anno».
Clima sereno in casa Reale Mutua dove, ha sottolineato il direttore generale Luca Filippone, si può contare su un portafoglio premium: «Siamo perciò abbastanza tranquilli sul fronte dei valori e dei rendimenti».
Sara assicurazioni chiuderà la prima parte dell’anno «con una lievissima flessione rispetto al semestre precedente», ha commentato il d.g. Alberto Tosti, soprattutto a causa del comparto auto. «Sono però ottimista, perché la rete ha avuto una grande capacità di reazione e nei mesi di maggio e giugno si è verificato un forte rimbalzo». A livello strategico la novità riguarda l’ingresso nei mercati alternativi, «che possono offrire grandi occasioni».
In casa Genertel si è fatto un utilizzo esteso delle tecnologie digitali, con un call center che funzionava da remoto. «Esperienza molto impegnativa ma anche di soddisfazione», ha rilevato l’a.d. Maurizio Pescarini. C’è molto da imparare e da portare casa a livello strutturale. Sul fronte lavorativo il futuro vedrà un sapiente mix dei modelli da remoto e in ufficio». Inoltre ha avuto successo un prodotto per monitorare lo stato dalute e prenotare visite, gestendo la propria cartella clinica.
Infine, il punto di vista di un intermediario come Oxerisk. «Il broker resta una figura significativa perché il ruolo fisico continua ad avere la sua importanza», ha osservato il presidente e a.d. Alberto De Santis. «La tecnologia ha velocizzato i rapporti fra le persone. Dopo il Covid ci aspettiamo forti investimenti infrastrutturali e una crescita della cultura del rischio». I pericoli attesi sono quelli informatici derivanti dallo smart working; quelli ambientali, legati all’attività agricola; quelli di controversie legali dovute all’aumento di normative difficili da interpretare.
Sul fronte pubblico un ruolo centrale è stato svolto da Sace. «All’inizio della crisi pandemica abbiamo stimato 250 miliardi di transazioni garantite ogni anno, con 75 mld a rischio che avrebbero creato problemi di liquidità», ha spiegato Valerio Perinelli, direttore generale di Sace Bt. «Abbiamo quindi aderito al decreto Cura Italia e chiesto ad Ania di proporre al governo la stabilizzazione degli affidamenti: proposta che è stata accolta nel decreto successivo, con garanzie statali per 2 miliardi, oltre a 35 mld di affidamenti».