Le immatricolazioni auto nell’Unione europea hanno registrato il calo del 52% a maggio, rispetto allo stesso mese del 2019, secondo i dati di Acea, l’associazione dei costruttori europei di automobili. Dopo la riapertura delle fabbriche i produttori di auto europei si sono trovati di fronte a un nuovo problema connesso alla pandemia di coronavirus: un eccesso di auto invendute. Le vendite auto nella Ue, nei suoi partner delle associazioni di libero scambio e nel Regno Unito, sono scese del 57% a maggio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi a 623.812 unità. Nel Regno Unito la contrazione è stata dell’89% rispetto al 2019. La produzione è molto al di sotto dei livelli precrisi, ma con una domanda così contenuta sta creando un eccesso di nuove auto, causando un rallentamento nella ripresa del settore e mettendo a rischio utili e posti di lavoro. I dirigenti europei affermano di essere preoccupati per il fatto che, mentre l’industria automobilistica cinese sembra mostrare segnali di ripresa con gli Stati Uniti che potrebbero seguirne l’esempio, la ripartenza europea potrebbe richiedere invece più tempo a causa dell’eccesso dell’offerta e degli incentivi governativi progettati per rafforzare il piccolo mercato delle auto elettriche. Secondo gli analisti del settore e i concessionari europei, il numero delle auto invendute supera di almeno il 30% i livelli normali, impedendo ai rivenditori di ordinare nuovi veicoli dai produttori, con i concessionari che dovranno vendere milioni di auto più vecchie, prima che la produzione possa tornare a una vera ripresa. Intanto, il mercato automobilistico cinese sembra mostrare dei segnali di ripresa. Volkswagen, il più importante produttore estero di auto in Cina, ha registrato un drastico calo delle vendite in ogni regione a livello mondiale lo scorso mese, a eccezione della Cina dove il dato è salito del 6%.«Cifre incoraggianti», ha dichiarato l’a.d. di Volkswagen Group Cina, Stephan Woellenstein.
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