Nel 2019 il mercato delle soluzioni per l’auto intelligente e connessa è cresciuto a 1,2 miliardi di euro in Italia, con una crescita del 14% rispetto al 2018, per un totale di 16,7 milioni di veicoli connessi, pari a oltre il 40% delle vetture circolanti.

Il mercato pare conoscere e gradire le soluzioni smart car e oltre metà dei consumatori ha in programma di acquistare un’auto connessa entro i prossimi tre anni.

L’emergenza coronavirus ha colpito duramente il settore automotive, rallentando anche lo sviluppo della smart car per il 2020, ma nei prossimi anni il mercato è destinato a ripartire sulla spinta delle nuove esigenze di distanziamento sociale, a cui l’auto privata più di ogni altro mezzo è in grado di rispondere. Un’ulteriore accelerazione arriverà dagli obblighi di legge, con gli effetti dell’entrata in vigore della normativa legata all’eCall del 2018 (l’avviso automatico ai soccorsi in caso di incidente, obbligatorio per i nuovi veicoli) e l’entrata in vigore nel 2022 della normativa europea che impone l’adozione di sistemi Adas, come la frenata automatica o il mantenimento in corsia.

Sono alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca dell’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno online “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio”.

“L’auto del futuro avrà la connettività integrata a bordo veicolo, in grado di abilitare nuovi servizi per gli utenti; la condivisione del veicolo si affermerà come nuova modalità di utilizzo accanto alla proprietà; l’auto sarà inoltre intelligente e autonoma, consentendo al conducente di dedicarsi ad altre attività; i veicoli alimentati a carburante fossile saranno progressivamernte sostituiti da quelli elettrici. Questi cambiamenti stanno avvenendo rapidamente e coinvolgono produttori di auto, fornitori di servizi, giganti hi-tech e startup innovative: la creazione di un ecosistema solido e collaborativo sarà uno degli elementi su cui il mercato dovrà puntare”, afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Smart & Connected Car. .

Secondo l’indagine, più di sei utenti su dieci possiedono almeno una delle funzionalità smart per l’auto, principalmente sistemi per facilitare le manovre di parcheggio tramite telecamere e sensori di posizione (37%), seguiti da assistenti vocali (27%), sistemi di assistenza alla guida (18%), dispositivi per la sicurezza attiva come la frenata automatica in caso di emergenza (18%) e la connettività Wi-Fi in auto (18%). Gli utenti acquistano queste soluzioni soprattutto per i benefici legati a comodità (37%) e sicurezza (34%), o per necessità di sostituire un veicolo datato (20%). Le principali barriere all’uso sono invece il prezzo (29%) e la scarsa percezione dei benefici ottenibili (14%). Oltre metà dei consumatori ha in programma di acquistare un’auto connessa, di cui il 22% entro il prossimo anno. L’interesse all’acquisto è ancora più alto nel caso dell’auto elettrica (68%), ma solo il 7% intende comprarne una nei prossimi 12 mesi, il 15% entro tre anni, il 46% non ha ancora fissato una data. Anche questi utenti sono frenati dal prezzo troppo elevato (46%), oltre che preoccupati dalla durata della batteria (33%), dalla mancanza di infrastrutture adeguate (il 28% crede che ci siano poche colonnine per la ricarica, il 23% lamenta di non poterle installare a casa) e dai tempi di ricarica (18%). La stessa prudenza emerge rispetto all’auto a guida autonoma: solo un utente su tre è interessato ad utilizzarne una in futuro e i dubbi dei restanti due terzi riguardano la paura di perdere il controllo del mezzo (40%), le scarse garanzie di sicurezza (30%) e la preferenza per la guida in prima persona (28%).

Cresce l’interesse per le iniziative di Smart Mobility. Più di un comune su tre con popolazione oltre i 25 mila abitanti ha avviato almeno un progetto (36%) nel triennio 2017-2019, e questi si aggiungono al 39% che lo aveva già attivato prima del 2017. Solo un comune su quattro non è interessato al tema, appena il 9% fra quelli con più di 80mila abitanti. La crescita delle iniziative è trainata dall’impegno delle Pa locali, che nell’87% dei casi considerano questo ambito di grande importanza, e dalla maturità raggiunta dai progetti, con il 58% che ha superato la fase di sperimentazione ed è applicato a tutta l’area urbana. Le applicazioni più diffuse sono legate alla mobilità elettrica (21%) e ai servizi di sharing (18%), seguiti dai progetti per la gestione dei parcheggi (16%) e del traffico (14%) e dalle soluzioni di guida autonoma (10%). Gli obiettivi alla base delle iniziative sono la sostenibilità ambientale (28%), il miglioramento dei servizi al cittadino (24%), l’introduzione di nuovi servizi (12%) e una maggiore sicurezza stradale (14%).

I progetti Smart Mobility non coinvolgono solo i comuni ma anche altre realtà, come le aziende municipalizzate (24% delle collaborazioni attivate), università e centri di ricerca (15%) e altri comuni (14%). Guardando al futuro, emerge una preferenza dei comuni a collaborare con le startup innovative (15%), i fornitori di servizi di sharing (12%) e le aziende di consegna (12%).

La valorizzazione dei dati che si possono raccogliere dalle auto connesse e dai dispositivi smart per la mobilità è sempre più importante per le aziende, per il miglioramento dei processi, come per lo sviluppo di versioni migliorative del prodotto o servizi, potendo ridurre i difetti più ricorrenti, ottimizzarne l’usabilità e l’esperienza complessiva. Un’impresa, poi, può personalizzare la propria offerta sulla base dei dati raccolti e soddisfare esigenze specifiche dei clienti oppure creare campagne pubblicitarie mirate, costruite sulla profilazione degli utenti. Infine, è possibile vendere i dati raccolti a soggetti terzi interessati, generando una nuova fonte di ricavi.

La spinta alla valorizzazione dei dati porta sul mercato soluzioni che integrano piattaforme avanzate di analisi dei dati e algoritmi di Ai evoluti.

In Italia sono state individuate 27 startup, che offrono soluzioni per la gestione dei parcheggi e delle flotte, il monitoraggio dello stile di guida e la sicurezza, per un finanziamento medio pari a 1,9 milioni di dollari, molto inferiore sia rispetto alla media europea (14 milioni) sia a quella globale (220 milioni).

Fonte: Corcom

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