Interessanti spunti di riflessione sul possibile effetto volàno prodotto sul sistema economico da assicurazioni e fondi pensione provengono da un approfondimento di AmbroMobiliare. Le compagnie assicurative italiane hanno potenzialità di investimento e risorse enormi; oltre 1.000 miliardi di riserve tecniche e polizze unit linked. La nuova impostazione di Solvency II, che prevede agevolazioni in termini di accantonamento del patrimonio per gli investimenti azionari di lungo periodo (obblighi di accantonamento che scendono dal 39/49 al 22%) al verificarsi di alcuni requisiti, potrebbe indurre le compagnie assicurative a dedicare maggiori risorse direttamente alle imprese italiane. Un incremento graduale del peso del comparto azionario delle riserve tecniche vita da meno del 3% (attuale esposizione complessiva) al 10% da attuarsi nei prossimi cinque anni, comporterebbe un importante afflusso di capitali verso l’economia reale; considerando che la capitalizzazione della Borsa di Milano (Aim Italia incluso) ora si aggira intorno a 500-510 miliardi (dopo avere toccato i 650 miliardi nel 2019) un incremento di investitori istituzionali di lungo periodo che in 4/5 anni investano oltre 30 miliardi potrebbe cambiare radicalmente la struttura delle imprese italiane.
Riguardo ai fondi pensione, si sottolinea come siano già presenti in modo significativo sui mercati azionari ma prediligano investimenti esteri. Gli investimenti diretti nelle imprese italiane sono marginali, prevalgono gli investimenti in titoli di Stato mentre quelli nelle imprese domestiche rappresentano meno del 3% del patrimonio investito. Si stima un potenziale effetto incrementale a 16 miliardi, pari al 10% del patrimonio, dalle previsioni dell’ultima legge di Bilancio che estende la possibilità di investimento nei Pir. La proposta è quella di creare l’opportunità di coinvolgere assicurazioni e fondi pensione nell’investimento azionario domestico creando una categoria di investitori istituzionali di lungo termine stabili che, immettendo sui mercati borsistici oltre 45 miliardi di euro (30 dal settore assicurativo e 16 miliardi dal settore pensionistico), favorirebbe lo sviluppo delle pmi italiane e la loro patrimonializzazione, sostenendo le prospettive di crescita. (riproduzione riservata)
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