Vi ricordate l’attacco terroristico rivendicato dal sedicente Stato islamico che il 3 giugno 2017 scatenò il panico a Londra? Un furgone bianco con a bordo tre attentatori investì diversi pedoni sul London Bridge per poi dirigersi nei pressi del Borough Market. Una scia di sangue di 8 morti e 48 feriti. Da allora gli esercenti commerciali non sono riusciti a ottenere risarcimenti per le perdite subite, non essendo stati in grado di presentare la richiesta per le somme perse nell’intervallo previsto di 11 giorni dalla chiusura. Proprio in occasione di quell’evento è stata modificata la legge al riguardo, consentendo ora a Pool Re di coprire le perdite subite se un’azienda non può lavorare in seguito a un attacco terroristico.
Eppure, nonostante questo triste precedente, secondo una ricerca commissionata a Comres da Pool Re, il riassicuratore antiterrorismo di Stato britannico, solo una impresa britannica su cinque dispone di una polizza assicurativa contro il terrorismo. La ricerca dimostra che l’81% delle imprese non ha una polizza o non sa di aver sottoscritto la copertura oppure no.
Inoltre, sono le piccole e medie imprese ad avere un tasso di copertura (15%) ancora minore rispetto al resto delle aziende del Regno Unito.
Inoltre, secondo lo studio, solo il 25% delle imprese ha dei piani di emergenza nel caso di attacco terroristico.
Il sondaggio ha mostrato che i maggiori ostacoli all’acquisto di una polizza contro il terrorismo sono: non sapere di potersi assicurare contro il terrorismo (25%); le ridotte rivendicazioni che possono essere fatte valere per far scattare la copertura (22%). Julian Enoizi, amministratore delegato di Pool Re, ha dichiarato: “Questi dati sono molto utili perché mostrano il gap di conoscenza delle imprese britanniche verso lo strumento assicurativo come forma di tutela contro gli atti di terrorismo. Il nostro obiettivo è di spingere sempre più imprese a sottoscrivere polizze di assicurazione contro il terrorismo, in modo da proteggerle meglio dagli eventuali danni alla loro attività”.