OSSERVATORIO PERMANENTE SUGLI INVESTIMENTI ASSICURATIVI
II focus é rivolto alla polizza Amissima Multi Piano Bonus, un prodotto multiramo che unisce una componente assicurativa o un sottostante finanziario di tipo unit linked, adatta a chi preferisce accantonare periodicamente una somma ridotta per costituire gradualmente il proprio capitale, ma è disponibile anche nella versione a premio unico. Il prorotto prevede, in caso di vita dell’assicurato alla scadenza contrattuale, la liquidazione del capitale derivante dalla gestione finanziaria affiancato dal bonus iniziale, 1,5% del premio di prima annualità, e dal bonus di follia, pari al 4% del premio annuo costante.
Un investimento assicurativo a vita intera, a premio unico più eventuali premi aggiuntivi, che prevede il pagamento di un capitale il cui importo deriverà da una serie di elementi. La polizza multiramo di Generali, ramo l e ramo III vita, prevede infatti che una quota dei premi venga investita nella gestione separata Gesav e la parte rimanente in un insieme di attività più volatili (Oicr) soggette all’andamento dei mercati. Valore Futuro contempla in raso di decesso dell’assicurato la liquidazione di un importo dato dalla somma degli investimenti nella gestione separata e degli investimenti in Oicr aumentato del-lo 0,2%. Su quest’ultima è presente una garanzia di rendimento minimo in caso di morte e, a partire dal termine del periodo di traguardo, anche in caso di riscatto: al decesso, infatti, i capitali rivalutati non possono risultare inferiori ai rispettivi capitali assicurati iniziali (premi versati meno i costi).
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Il 28-30 giugno la società di consulenza Valore riunirà a Chia Laguna i grandi investitori istituzionali e i rappresentanti del mondo del lavoro manageriale per parlare di come si trasformerà il concetto di lavoro nel futuro. In particolare ha chiesto a nove esperti di diversi ambiti di indicare gli scenari del lavoro e come le tecnologie digitali lo influenzeranno. Anticipiamo l’intervento del presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello.
La trasparenza voluta dalla Mifid 2 non ha ancora portato il tanto atteso taglio sulle commissioni dei prodotti finanziari. La riduzione non c’è ancora stata anche perché gli intermediari (tranne alcune eccezioni) non hanno ancora inviato ai clienti i nuovi rendiconti che mettono a confronto i costi sostenuti nel 2018 e il loro impatto sui rendimenti. L’obbligo della trasmissione di questi documenti, che entrano nel dettaglio delle voci pagate dall’investitore, è scattato a inizio 2019. Le disposizioni infatti prevedono che al più presto dopo la chiusura del 2018 gli operatori avrebbero dovuto spedirli. Ma a distanza di quasi sei mesi solo due gruppi hanno fornito la documentazione ai clienti: Moneyfarm ed Euclidea sim. Si tratta peraltro di due casi atipici nel mondo del risparmio gestito perché entrambi rientrano nella categoria dei nuovi operatori digitali che si basano su strumenti low cost (come fondi con classe istituzionale ed Etf), puntando su una struttura di commissioni lineare e quindi fin da subito hanno fatto della trasparenza il loro cavallo di battaglia.
Fra qualche anno, per comprendere quanto sarà cambiato il nostro modo di vivere basterà alzare la testa. Probabilmente ci sarà un drone intento a consegnare l’ultimo pacco ordinato su Amazon o il pranzo prenotato da Mc Donald’s e consegnato da Uber. Lì si capirà come questi quadricotteri abbiano abbattuto i confini dell’uso militare, dismettendo contemporaneamente i panni di semplice oggetto ludico per qualche appassionato. Solo i più attenti però si sono resi conto di quanto i droni siano già una delle forme più tangibili della quarta rivoluzione industriale. Tanto da aver allargato il proprio campo di utilizzo a settori come l’agricoltura di precisione, la fotografia, l’edilizia, l’energia. Portandosi dietro così tutti i risvolti sociali, economici e finanziari che ne conseguono. E infatti, secondo le stime di Goldman Sachs, la spesa per i droni non militari solo alla fine del prossimo anno potrebbe già superare i 100 miliardi di dollari.
- Risparmio, la melina su costi chiari sta per finire
Passi concreti ancora pochi, ma sui rendiconti dei costi ex-post le banche iniziano a sbilanciarsi sulla tempistica di invio della comunicazione ai clienti. La maggiore visibilità che i risparmiatori avranno sugli oneri sostenuti sul fronte degli investimenti e della consulenza finanziaria è uno degli elementi più rilevanti introdotti da Mifid2. Il cliente potrà rendersi conto dell’impatto delle commissioni pagate sui propri investimenti e virare eventualmente verso soluzioni più efficienti. Nella rendicontazione dovranno essere esplicitati i costi realmente sostenuti ogni anno dal cliente, non solo in percentuale ma anche in valore assoluto, insieme all’incidenza delle commissioni sul rendimento.
- Clima, Legal & General taglia la quota in Exxon
La Norvegia non aveva osato tanto. Ma Legal & General Investment Management (Lgim), uno dei primi venti azionisti di ExxonMobil, non si è fatta scrupoli: in nome della tutela dell’ambiente ridurrà la sua partecipazione nella major petrolifera Usa, oggi pari allo 0,6%. Il colosso di Dallas non si impegna abbastanza nella lotta al cambiamento climatico – ha spiegato la società britannica di asset management, tra le più grandi in Europa – quindi sarà espulsa dal portafoglio dei fondi Future World. La stessa fine faranno la compagnia russa Rosneft e altre società estranee all’Oil&Gas, tra cui MetLife (assicurazioni) e la giapponese Subaru. Exxon, come molti altri big del petrolio, è stata risparmiata dallo slancio «green» di Oslo, il cui fondo sovrano alla fine cederà solo le società che operano esclusivamente nell’esplorazione e produzione di petrolio. Anche Lgim non rinuncerà del tutto alla partecipazione in Exxon (né a quella in altre petrolifere, ritenute più attente al climate change) ma promette di utilizzare il suo status di azionista per esercitare pressioni crescenti sul management delle società. Nel caso di Exxon ha già preannunciato che voterà contro la riconferma di Darren Wood come presidente, incarico oggi affiancato a quello di ceo.
- Casse di previdenza escluse dai vincoli degli enti pubblici
Casse di previdenza dei professionisti finalmente fuori dall’elenco Istat. Ad anticipare questa importante novità, durante la seconda giornata del Festival del Lavoro in corso di svolgimento a Milano, il direttore generale per le politiche previdenziali presso il ministero del Lavoro, Concetta Ferrari. «A settembre sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che scorpora la Casse dall’elenco Istat, finalmente si potrà superare la deriva che il mondo della previdenza privata ha imboccato. Ora alle Casse vengono imposte regole, come il divieto di avere pensionati nei consigli di amministrazione o l’obbligo di spending review, che hanno senso nel sistema pubblico ma non per le Casse private e le ha rese un ibrido», né privato né pubblico. Già la legge di bilancio per il 2018, legge 205/2017, al comma 183 stabilisce che dal 2020 agli enti istituiti con i Dlgs 509/1994 e 103/1996 «non si applicano le norme di contenimento delle spese previste a carico degli altri soggetti inclusi nell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, individuate dall’Istat», ma il decreto in arrivo a settembre sembra andare oltre.
- G-20: rischio riciclaggio sulle criptovalute
Il tema delle criptovalute è sempre di più al’attenzione delle autorità internazionali. Il motivo è semplice da comprendere: la nascita di divise parallele ai circuiti tradizionali, fuori dal controllo delle banche centrali, pone degli interrogativi seri in tema di stabilità finanziaria, tutela degli utenti e anche rischi sul riciclaggio. Nei giorni scorsi in Giappone si è tenuto il meeting dei ministri Finanziari e dei governatori delle banche centrali nell’ambito delle riunioni del G20. Il documento che è stato redatto al termine dell’incontro fa esplicito riferimento alle criptovalute sottolineando che a oggi questo fenomeno «non rappresenta una minaccia alla stabilità finanziaria internazionale» anche se le autorità restano «vigili ai rischi di riciclaggio, terrorismo e protezione degli investitori».
- Per i Pir rosso record a maggio
Un vero e proprio stillicidio. Per il quarto mese consecutivo l’universo dei Piani individuali di risparmio (Pir) anche a maggio ha registrato un deflusso record, in termini di raccolta netta, pari a 90 milioni di euro. Da inizio anno il saldo negativo arriva così a sfiorare i 200 milioni di euro, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Pir di Plus24 che su 72 prodotti esistenti sul mercato con la veste di fondi ed Etf, non riceve i dati soltanto di 18 Pir. E in un contesto in cui la nuova versione dei Pir varata con la Legge di Bilancio 2019 non ha ancora acceso i motori, è ormai conclamato che i Pir di prima generazione – campioni di incassi nel 2017/18 – negli ultimi mesi hanno inserito la retromarcia.
- Pensione vincolata verso quota un milione
Con un indice di domande – accolte – di oltre 200mila nuove pratiche su base annua (73.372 solo nei primi quattro mesi dell’anno, in linea con il trend del 2018) la cessione del quinto della pensione si avvia rapidamente a tagliare la quota, non solo psic0logica, del milione di piani attivi. Se è vero che il saldo tra dicembre scorso e aprile 2019 parla di un delta di circa 8 mila unità – attestandosi a 915.577 – per il fisiologico turnover di entrate e uscite dai piani debitori, il numero e la distribuzione di questo nuovo e importante mercato disegna forse meglio di altri indicatori sociali la mappa dei bisogni delle famiglie italiane, e non solo in termini geografici. Come nel 2019 a guidare la classifica del quinto/pensionato – stando ai dati ufficiali Inps presentati nel panel Spefin del Leadership Summer Forum di Roma- c’è la Lombardia, seguita da Campania, Sicilia e Lazio, quindi Piemonte, Toscana ed Emilia.Il ricorso al prestito garantito del quinto, mercato che complessivamente valeva 5,1 miliardi di euro già nel 2017, è quindi trasversale e non ha una caratterizzazione geografica propria – perlomeno nell’area pensionati – seguendo di fatto i numeri della popolazione residente.
- Ivass e intermediari, rafforzata la vigilanza
In un mercato che cambia, dove crescono la digitalizzazione, le pressioni concorrenziali e si rivoluziona continuamente la normativa, si modifica anche il modo di fare vigilanza dell’Ivass. Questo cambio di strategia, che coinvolge anche le reti distributive, lo ha annunciato il nuovo presidente dell’Authority assicurativa Fabio Panetta, nelle sue considerazioni alla presentazione della relazione annuale dell’Authority. «L’approccio tradizionale nella vigilanza sulla condotta di mercato degli operatori è da sempre stato guidato da un’estrema attenzione alla “voce del consumatore”, in particolare ai disservizi da questi rilevati – spiega Panetta –. Per sua natura, tuttavia, tale approccio opera ex post, cioè consente di identificare e correggere disfunzioni che si sono già verificate». Così per accrescere la capacità di intervenire ex-ante l’Ivass ha definito due modelli di analisi dei rischi di condotta. Il primo scandaglia i prodotti e le pratiche liquidative; il secondo le reti di intermediari – gli oltre 230 mila iscritti al registro unico degli intermediari (Rui) – con l’obiettivo di individuare indici di anomalia a livello di linea di business, canale distributivo, fino al singolo intermediario.
- Ora anche per il family officer c’è il registro
Anche i family officer dovranno rispettare certi requisiti per operare in Italia. Il ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha riconosciuto all’Associazione Italiana Family Officer (Aifo) il ruolo di soggetto autorizzato per la verifica dei requisiti di qualità e qualificazione professionale dei servizi prestati dalla figura di family officer e per l’iscrizione al relativo registro. Anche questi soggetti per operare nel nostro Paese dovranno così muoversi all’interno di una cornice e attenersi a certi criteri di qualità. «È un passo molto importante – spiega Patrizia Misciattelli delle Ripe, presidente di Aifo – significa finalmente il riconoscimento di una identità distintiva in termini di competenze e metodologie per chi già ricopre o si accinge a ricoprire questo ruolo, in strutture di family office già formate o in via di definizione». Così, d’ora in avanti chi vuole diventare family officer dovrà attenersi alle leggi e a un codice deontologico senza trascurare gli obblighi della formazione continua.
- La tutela del consumatore prima di tutto