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I centri commerciali sono un business redditizio? Se negli Stati Uniti questo settore sta subendo in maniera massiccia la concorrenza dell’online, in Europa forse le cose stanno diversamente. Come dimostra il progetto comune targato Generali e Poste Vita che puntano a creare un polo nel settore. E se in Italia il Leone di Trieste può già contare sul progetto milanese Citylife (residenziale e commerciale), l’idea è quella di consolidare una piattaforma continentale di mall e business center.
Al punto che la struttura guidata da Aldo Mazzocco, secondo indiscrezioni di mercato raccolte da MF-Milano Finanza, avrebbe valutato finora quasi 70 dossier sia sui mercati dell’Europa Occidentale sia in quelli dell’Est. L’attività di scounting è intensa e non è detto che si concretizzi con questi numeri. Ma resta il fatto che la nascita di questo polo è una delle priorità della compagnia assicurativa guidata da Philippe Donnet. Come dimostra la joint venture avviata con Poste Vita per investire nel business.
L’esordio del neopresidente dell’Ivass, Fabio Panetta, direttore generale della Banca d’Italia, nello svolgimento, ieri, delle Considerazioni sulla Relazione 2018 ha confermato i caratteri del suo agire nella Banca centrale, con un approccio concreto, che scende subito in medias res, evitando voli pindarici, sempre scrupolosamente argomentato e con la necessaria determinazione nell’indicare le possibili soluzioni ai problemi che incombono. Insomma, una visione essenzialistica, fondamentale innanzitutto per la tutela del consumatore non solo ex post correggendo disfunzioni già verificatesi, ma anche ex ante, nonché definendo, per l’attività di vigilanza, modelli di analisi dei rischi di condotta al fine di rilevare indici di anomalia nei canali distributivi fino al singolo intermediario. Le coordinate sono la stabilità, l’efficienza e la trasparenza del settore che richiede un raccordo con l’Authority europea competente, l’Eiopa, dunque, la prevenzione o la mitigazione dei rischi alla stabilità delle assicurazioni; il rafforzamento dell’esercizio dei poteri di controllo; la tutela del consumatore.
  • Assicurazioni in utile per 4,2 mld
Le compagnie di assicurazione hanno chiuso in utile per il settimo anno consecutivo, anche se il 2018 è stato un anno difficile. A dare i numeri è stato ieri il presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, durante la sua prima relazione al vertice dell’Istituto di controllo delle assicurazioni. Nel ramo Vita il risultato è stato positivo per poco meno di 2 miliardi rispetto ai 3,5 miliardi del 2017, risentendo delle rettifiche di valore sui titoli. Mentre nel danni l’utile è stato di 2,2 miliardi, rispetto ai 2,4 del 2017, in buona parte per il minore apporto del Rc Auto. Il sistema quindi, lo scorso anno ha guadagnato 4,2 miliardi (rispetto ai 5,9 miliardi del 2017) e gode di buona salute, come emerge dal quadro tracciato dall’autorità: la raccolta premi complessiva è tornata a crescere con un incremento del 3% rispetto al 2017 e il Solvency II, benché abbia risentito della crescita dello spread sui Btp, resta in zona di sicurezza.

Ai clienti delusi dalle banche viene incontro l’Arbitro bancario finanziario (Abf). Nel 2018, il valore complessivo delle restituzioni riconosciute dall’Abf è stato di 21 milioni di euro. Un incremento di circa 3 milioni rispetto l’anno precedente. Il tutto su un totale di 32.905 pronunce decise nel 2018. Questo quanto emerge dalla relazione dell’attività svolta nel 2018 dall’Arbitro bancario finanziario. Nel 2018 sono stati presentati oltre 27.000 ricorsi all’Abf, in riduzione rispetto al 2017 (30.644, circa -12%).
Pensione d’inabilità a maglie larghe per i soggetti affetti da malattie dell’amianto. Ne potranno fruire, infatti, anche gli affetti da patologie asbesto-correlate e anche se non più iscritti all’Inps o se titolari del sussidio di accompagnamento alla pensione. Ai fini del requisito contributivo (almeno cinque anni nella vita lavorativa), inoltre, il periodo di esposizione si conta una volta e mezzo. Lo prevede l’art. 41-bis de dl Crescita, in discussione per la conversione alla camera.
Il presidente dell’Ivass, Fabio Panetta, nel corso dell’assemblea dell’Authority a Roma, ieri, ha evidenziato alcune criticità nel comparto della sanità integrativa dal punto di vista dei beneficiari delle prestazioni. Intanto, L’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) sta lavorando «per dare avvio alle attività del nuovo arbitro assicurativo», che lavorerà in sinergia con la Banca d’Italia che gestisce l’Arbitro bancario, ha anunciato Panetta, sottolineando che «è in atto una stretta collaborazione con gli uffici del ministero dello sviluppo economico per redigere le norme attuative. Sono in corso le attività per reclutare e formare il personale e realizzare la piattaforma informatica per la presentazione e l’efficiente gestione dei ricorsi». Il nuovo assetto dell’Ivass prevede un nuovo servizio di tutela del consumatore, con competenze di segreteria tecnica dell’arbitro assicurativo, sui reclami e sull’educazione assicurativa. Nel 2018, ha riferito Panetta, abbiamo ricevuto molti reclami e segnalazioni, anche di associazioni dei consumatori e di professionisti del settore medico, per disservizi nelle prestazioni di sanità integrativa: ritardi nella presa in carico delle richieste, informazione carente, eccessiva onerosità delle procedure amministrative da seguire e della documentazione medica da fornire. Le lamentele riguardano compagnie di assicurazione, ma spesso anche soggetti non vigilati da Ivass, come i fondi sanitari integrativi e le società di mutuo soccorso o anche i fornitori di servizi sanitari». Panetta, nella sua 1° relazione annuale, ha chiesto alle compagnie assicurative maggiore trasparenza e chiarezza sulle polizze sanitarie. Intanto, Assoprevidenza lancia l’allarme su possibili nuovi costi per gli assistiti dal dl Crescita perchè la legge di conversione, in votazione alla Camera, cancella, ha detto, la qualifica di enti non commerciali per le casse di assistenza, sancita dal testo originario del medesimo ddl»

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  • Assicurazioni, Panetta cerca nuove regole
Nel direttorio della Banca d’Italia, visto anche il suo ruolo nei consessi internazionali, Fabio Panetta si era fatto notare negli anni scorsi anche per la richiesta di un “terreno di gioco” ben livellato a livello europeo e che non sfavorisse le banche italiane. Adesso che della stessa Bankitalia è diventato direttore generale e quindi, di diritto, anche presidente dell’Ivass, Panetta pare voler proporre lo stesso metodo per il mondo delle polizze. Ieri, al suo esordio come presidente dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha infatti chiesto la revisione delle norme prudenziali della normativa Solvency II. Oggi, ha detto Panetta, «le compagnie italiane non possono mitigare le variazioni significative negli spread sui titoli in portafoglio» perché «meno di altre beneficiano delle misure… per proteggere la posizione patrimoniale… dalle oscillazioni di breve termine dei valori di mercato». Un problema che per l’Italia potrebbe dunque essere un prossimo terreno di confronto. Sperabilmente con maggiore successo di quanto è avvenuto per le regole bancarie.
  • Mirabilandia, indagata la mamma “L’ho lasciato solo per 30 secondi”
La tragedia di mercoledì pomeriggio a Mirabilandia, nella quale ha perso la vita, presumibilmente per annegamento, il piccolo Edoardo Bassani, ha un nuovo doloroso capitolo. Nell’inchiesta per omicidio colposo della procura di Ravenna è indagata anche la madre della vittima, difesa dall’avvocato Francesco Furnari. Ai carabinieri che l’hanno sentita ha raccontato: «Ho lasciato mio figlio trenta secondi, gli ho detto “aspettami qui un attimo”. Sono tornata, l’ho cercato e ritrovato nelle mani dei bagnini che stavano cercando di rianimarlo». C’era anche lui al parco, l’altro pomeriggio, ma non era in acqua per via di un infortunio. È possibile che la moglie volesse raggiungerlo un attimo prima di tornare dal figlio. Il numero degli indagati rischia di salire in vista dell’autopsia prevista verosimilmente per domani: sono fra cinque e sette i nomi al vaglio della procura guidata da Alessandro Mancini. Ci sarebbe anche il bagnino appena diciottenne che ha cercato di salvare Edoardo e, in base ai vari ruoli che hanno, i responsabili di Mirabeach, l’area acquatica del parco divertimenti.

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  • Arbitro finanziario, 32 mila ricorsi
L’Arbitro bancario finanziario ha deciso 32.905 ricorsi nel 2018: nel 69% il pronunciamento è stato sostanzialmente favorevole alla clientela cui, in complesso, sono stati riconosciuti 21 milioni di euro. In particolare, nel 47% dei casi le richieste formulate sono state accolte totalmente o parzialmente, nel restante 22% è invece stata dichiarata la cessazione della materia del contendere per l’accordo intervenuto tra le parti. Il dato emerge dalla Relazione sull’attività dell’organismo. La durata media della procedura è stata di 266 giorni, inferiore a quella massima prevista dalla normativa (270, incluso il periodo di proroga per la complessità del contenzioso).
  • Viareggio, sette anni a Moretti
La Corte d’appello di Firenze ha appena letto la sentenza. Colpevoli gli ex vertici di Ferrovie, gli amministratori e i dirigenti delle società di manutenzione tedesche e austriache, i supervisori delle officine. Avrebbero dovuto vigilare sulla sicurezza e invece il treno merci Trecate-Gricignano, 14 vagoni cisterna carichi di Gpl, deragliò alla stazione del Comune toscano ed esplose devastando un quartiere. 32 le vittime. La Corte d’appello ha sostanzialmente confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Lucca. Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rfi e Ferrovie dello Stato, è stato condannato a 7 anni per disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e incendio (aveva rinunciato alla prescrizione prevista per alcuni reati). Sei gli anni di carcere (un anno e mezzo in meno della condanna di primo grado) per Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. Assolti «perché il fatto non sussiste» invece i tecnici di Rfi, Giulio Margarita, Giovanni Costa, Enzo Marzilli e Giorgio Di Marco. In primo grado erano stati condannati a pene tra i tre e i sei anni. Colpevoli anche i dirigenti tedeschi e austriaci delle società che avrebbero dovuto garantire la sicurezza di quei vagoni con pene dai 6 agli 8 anni di carcere. Tra questi il supervisore Joachim Lehmann dell’Officina Jungenthal di Hannover, assolto in primo grado e condannato in appello a 7 anni e 3 mesi.
  • Polizze dormienti, si risvegliano in 200 mila
La volatilità dello spread combinata agli effetti della digitalizzazione e di una concorrenza crescente sono i fattori che più hanno contrassegnato l’andamento del mercato assicurativo nel 2018. A indicarli è Fabio Panetta, nominato lo scorso 10 maggio alla presidenza dell’Ivass, illustrando la sua prima relazione annuale sull’attività dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. Le tensioni sul mercato dei titoli di Stato, spiega Panetta, «si è riflessa sui bilanci civilistici e sulla posizione di solvibilità delle imprese assicurative», tuttavia la redditività del settore, sebbene in calo, è comunque rimasta su valori positivi. Il comparto che vede maggiormente erodere i margini è la gestione vita con un valore dell’utile inferiore ai 2 miliardi rispetto ai 3,5 miliardi del 2017. La contrazione del risultato della gestione danni, circa 2,2 miliardi, rispetto a 2,4 miliardi del 2017, è riconducibile al minor apporto del ramo Rc auto. La relazione di Panetta evidenzia che negli ultimi cinque anni il premio medio nel settore Rc auto è diminuito del 19,5%, dai 515 euro di fine 2013 ai 415 euro di dicembre 2018. Una riduzione delle tariffe che l’Ivass rivendica di avere contribuito a creare, grazie alle nuove metodologie di rilevazione e al costante presidio sul settore. Così come lo scorso anno la relazione aggiorna i dati sull’attività di risveglio delle polizze dormienti, cioè scadute senza essere state liquidate perché la compagnia non ha più avuto notizie del beneficiario. L’Ivass a partire dal 2017 temendo un danno reputazionale per il settore ha sollevato la questione. L’operazione ha portato al «risveglio» di 200 mila polizze finite nel limbo, «dando luogo a pagamenti che a oggi sono giunti a sfiorare i 4,5 miliardi di euro».

  • Da Generali e Poste Vita 300 milioni sul mattone
Generali Real Estate in asse con Poste Vita chiude una doppia partita nel mattone. Ieri il braccio immobiliare del gruppo assicurativo e Poste hanno annunciato di aver rilevato in tandem il 66% di Parco Leonardo, società che resterà al 34% di Leonardo Caltagirone e a cui fa capo lo storico centro commerciale della zona sud-occidentale di Roma. Il valore dell’operazione, finanziata da Unicredit e Natixis, si aggira attorno ai 300 milioni di cui la metà sarà in capo a Generali e il restante a Poste. La transazione si inserisce in un quadro strategico più ampio del gruppo immobiliare che fa capo al Leone di Trieste. La volontà è infatti quella di andare a sviluppare con una serie di acquisti mirati il filone dei centri commerciali. L’idea, però, è di investire solo su un certo tipo di attività, ossia su asset che in qualche misura possano riproporre l’esperienza positiva di Citylife, area commerciale milanese immersa nel verde, con numerosi servizi ma tutti di qualità e in un contesto piuttosto centrale.
  • E per Donnet un nuovo piano azionario
Il prossimo 5 luglio andrà in maturazione il primo piano azionario, risalente al 2016, destinato al ceo delle Generali, Philippe Donnet. Quel giorno se il manager, come è probabile, avrà centrato il target di un Total Shareholders Return superiore o uguale al 72,8% riceverà 200 mila titoli della compagnia, se il Tsr sarà invece più vicino al 33,1% ne avrà 100 mila. Di fatto, se l’obiettivo più ambizioso è stato centrato, metterà in tasca qualcosa come 3,3 milioni di euro. Somma a cui, in prospettiva, se ne potrebbe aggiungere una ancor più rilevante. E questo perchè il consiglio di amministrazione della compagnia, riunito ieri a Madrid, ha deliberato di sottoporre alla prossima assemblea un nuovo piano azionario con scadenza luglio 2022, di massimo 550mila azioni Generali (che ai prezzi di ieri valevano 9,1 milioni di euro). Per poter mettere in portafoglio i titoli dovranno però verificarsi quattro condizioni: il mantenimento da parte del ceo della titolarità di 550mila azioni (rinvenienti da precedenti piani azionari o da acquisti); il conseguimento di due specifici obiettivi triennali su Total Shareholders Return (+46%) e sulla crescita dell’utile per azione (+8% di Cagr); il superamento di determinate soglie di Solvency ratio; e infine il fatto di restare in carica come ceo fino alla fine del mandato. Il piano prevede l’attribuzione delle azioni maturate per il 50% al termine del periodo di performance  e per l’altra metà decorsi due ulteriori anni.
  • Ivass, nel piano di Panetta la revisione dell’effetto spread sulle assicurazioni
Un anno di tensione sul Btp-Bund e di volatilità dei prezzi ha fatto sentire il suo effetto sui bilanci e la solvibilità delle compagnie assicurative italiane. Ma «il mercato è nel suo complesso solido», ha affermato ieri il presidente dell’Ivass, Fabio Panetta, nella relazione sull’attività del 2018. Una solidità in grado di resistere anche in caso di ulteriore peggioramento dei differenziali di rendimento, lo scenario più inquietante considerando i 300 miliardi detenuti dalle compagnie. A dicembre l’effetto spread aveva ridotto di 20 punti l’indice di solvibilità, portandolo al 222%, comunque il doppio del minimo regolamentare del 100%. Ma nell’anno le prime quattro compagnie hanno superato positivamente lo stress test Eiopa basato su shock particolarmente severi sia sotto il profilo finanziario sia per quello assicurativo, e le compagnie minori hanno superato quello analogo eseguito da Ivass. «In presenza di fattori di debolezza, anche connessi con la concentrazione del portafoglio investimenti, abbiamo già avviato interventi» ha detto Panetta, sottolineando che nonostante il calo della redditività il comparto ha chiuso il suo settimo anno consecutivo con il segno positivo.

Alla ricerca di maggiori contatti con i propri clienti, gli assicuratori ora fanno grande affidamento sui servizi. Un modo per essere più che semplici pagatori di indennizzi. Se vogliono continuare a svilupparsi in mercati maturi e competitivi come quelli odierni, le compagnie devono prima di tutto aumentare la fidelizzazione della clientela e, soprattutto, vendere loro molteplici prodotti. E’ difficile farlo senza un legame più forte con i clienti. La chiave della guerra è quindi quella di avere un impatto reale sulla vita quotidiana dell’assicurato. Quali soluzioni stanno attuando le maggiori compagnie?
Le grandi mosse continuano ad AXA, con l’annuncio di giovedì di una uscita significativa e diverse nomine chiave. Gérald Harlin, vice direttore generale e direttore finanziario del colosso assicurativo francese, andrà in pensione il 1° gennaio 2020 dopo 29 anni di attività in questa società. Etienne Bouas-Laurent, attuale CEO di AXA Hong Kong, subentrerà a Gérald Harlin, responsabile delle finanze del gruppo. Entrerà a far parte del Comitato Direttivo il 1° settembre, inizialmente come Vice Direttore Finanziario. In particolare, era stato il Chief Financial Officer di AXA Germania durante il periodo in cui Thomas Buberl era a capo di questa entità.