Sono 19,6 milioni gli italiani che nell’ultimo anno, per almeno una prestazione sanitaria, hanno provato a prenotare nel Servizio sanitario nazionale e a causa dei lunghi tempi d’attesa si sono poi rivolti alla sanità a pagamento, privata o intramoenia. Il dato emerge dal IX Rapporto Rbm-Censis sulla sanità pubblica, privata e intermediata, presentato ieri al Welfare Day 2019. La ricerca è stata fatta su un campione di 10 mila cittadini maggiorenni statisticamente rappresentativo della popolazione. «Nel 2019 quasi un italiano su due, per la precisione il 44% della popolazione, si è rassegnato a pagare personalmente di tasca propria le prestazioni sanitarie senza neanche provare a prenotare attraverso il Servizio sanitario nazionale, a prescindere dal proprio livello di reddito», ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale di Rbm Assicurazione Salute, Marco Vecchietti.
Il punto di partenza per ragionare sul presente e futuro di banche e servizi finanziari non può far riferimento solo a temi di ordine tecnico, tecnologico o normativo. Ma deve riflettere sul profondo cambio di mentalità che l’evoluzione tecnologica in atto ha stabilmente prodotto sulla modalità di approccio delle persone e delle stesse aziende ai servizi. Servizi bancari e finanziari compresi. Il tema della condivisione, della collaborazione come leva di sviluppo, è il cambio di paradigma che orienta le diverse disruption che attraversiamo in questa epoca di straordinario cambiamento. Una collaborazione che abilita lo sviluppo e pone le basi per nuove sfide competitive che portano però valore aggiunto all’utente, producendo un avanzamento significativo in termini di customer experience. Le banche, anche grazie alla spinta della normativa Psd2, possono essere protagoniste di questa rivoluzione ripensando il loro modo di essere ma soprattutto sfruttando la leva tecnologica per realizzare nuovi servizi e modelli di business.
Non una semplice sponsorizzazione, ma una partnership basata sulla condivisione di valori e progetti. Allianz scende in campo a fianco di Powervolley Milano, club della pallavolo che ha scalato le classifiche. «È fonte di grande soddisfazione per Allianz sostenere una società come la Powervolley Milano, impegnata ai massimi livelli di gioco e molto sensibile allo sviluppo dei giovani talenti nei suoi numerosi vivai», ha spiegato Maurizio Devescovi, d.g. di Allianz spa.
- Sorpresa: i ceo mondiali vedono crescita aziendale
Rischi connessi con i cambiamenti climatici, innovazione tecnologica dirompente, ritorno del protezionismo e guerra dei dazi. Nonostante uno scenario economico e geopolitico sempre più complesso e volatile, cresce a sorpresa la fiducia degli amministratori delegati italiani sulle prospettive di crescita della propria azienda. Per il 96%, contro il 76% dello scorso anno, l’impresa che guidano vedrà una crescita di ricavi nei prossimi tre anni. Il dato emerge da Kpmg Global ceo Outlook 2019, la ricerca condotta su 1.300 a.d. di undici tra le principali economie a livello globale, tra cui l’Italia. Circa metà dei ceo a livello globale ritiene che le strategie migliori per perseguire gli obiettivi di sviluppo siano le joint venture e le alleanze strategiche.
- Attaccate due petroliere fiamme nel Golfo Gli Usa accusano l’Iran
Tensione di nuovo alle stelle nella zona del Golfo Persico, dopo l’ultimo incidente appena a poche miglia dallo Stretto di Hormuz, arteria vitale per il commercio mondiale del greggio. Due petroliere sono rimaste danneggiate in modo serio dopo un attacco nelle prime ore del mattino al largo del Golfo di Oman: una, la “Kokuka Courageous”, batte bandiera panamense, l’altra, la “Front Altair”, ha la bandiera delle isole Marshall ma è di proprietà della compagnia norvegese Front Line. Le navi hanno segnalato subito la situazione alla Quinta flotta Usa che ha base nel Bahrein. In un primo momento le ditte armatrici hanno parlato di siluri, ma non ci sono certezze. Quarantaquattro persone di equipaggio sono state evacuate dalle navi. L’attacco arriva proprio durante la visita a Teheran del premier giapponese Shinzo Abe, deciso a cercare una mediazione fra l’Iran e gli Stati Uniti. Per questo il ministro del Commercio di Tokyo, Hiroshige Seko, ha sottolineato in maniera un po’ criptica che l’attacco «colpisce interessi giapponesi », anche perché una delle navi appartiene a una società del Sol Levante. Tokyo importa la quasi totalità del suo fabbisogno energetico, circa tre milioni di barili di greggio al giorno, dai Paesi del Golfo. La minaccia delle sanzioni Usa ha spinto il Giappone a fermare le importazioni dall’Iran, ricorrendo invece al petrolio di Qatar ed Emirati. Il mese scorso altre quattro navi sono rimaste danneggiate in una serie di incidenti non del tutto chiariti, al largo del terminale emiratino di Fujairah: secondo gli Usa sono causati da mine depositate dagli uomini- rana di Teheran. Poco dopo furono i ribelli sciiti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, ad attaccare le condutture saudite.
- Carige, Apollo verso il tandem con Warburg