Nel primo trimestre 2019 la fiducia dei consumatori italiani si stabilizza a quota 68 punti, -2 rispetto al trimestre precedente e +2 rispetto allo stesso periodo del 2018. In lieve calo su base trimestrale la media mondiale (-1 punto, da 107 a 106) e del continente europeo (-1 punto, da 84 a 83). Lo rende noto un comunicato di Nielsen, sulla base dei risultati della Conference board global consumer confidence survey, aggiornata ai primi tre mesi dell’anno.
L’inizio del 2019 ha visto un lieve calo su base congiunturale della media mondiale (-1 punto, da 107 a 106) e del continente europeo (-1 punto, da 84 a 83). Stabile l’Eurozona, che vede una netta ripresa dell’indice in Francia (+8 punti, quota 72, ne aveva persi 13 durante il periodo gilets jaunes) e un calo di 6 punti in Spagna, che è ora a quota 88, mentre restano sulle loro posizioni la Germania a 104 e il Regno Unito a 98.
“L’ultimo aggiornamento della Consumer Confidence Survey denota una sostanziale stabilità in tutta Europa, con l’Italia in calo fisiologico dopo le performance più che positive del 2018”, spiega in una nota Laurent Zeller, Presidente e AD di Nielsen Italia. “Il valore che il largo consumo crea per il PIL esprime la crescente centralità della domanda di benessere e servizio nei consumi quotidiani degli italiani, e si riscontra nell’andamento positivo dei fatturati della GDO, che inizia l’anno con un +2,0% su base tendenziale.”
Proseguendo nell’analisi del rapporto, la propensione al consumo cala di 4 punti percentuali (sono quindi il 23% quanti ritengono sia il momento giusto per fare acquisti). Parallelamente sale la percentuale di quanti ritengono che il Paese sia in recessione (84%, +5 punti) e diminuiscono coloro che si dichiarano positivi/ottimisti sullo stato delle proprie finanze (29%, -4 punti percentuali).
L’analisi di Nielsen prende anche in considerazione le principali preoccupazioni degli italiani. In prima posizione c’è sempre il posto di lavoro (indicata dal 16% dei rispondenti, in calo di -2 punti percentuali vs. trimestre precedente). Seguono i timori per l’economia nazionale (13%, in lieve calo) e per la stabilità politica (8%, in aumento di +4pp). Si riducono le apprensioni relative a salute (7%) ma aumentano lievemente quelle legate ai debiti (8%) e all’immigrazione (6%).
Una volta coperte le spese essenziali (bollette, rate del mutuo, affitti, etc.) e accantonati i risparmi, calano gli italiani che indicano preferenze d’acquisto espresse tra le voci extra. Abbigliamento (43%, -4pp) e viaggi (41%, +2pp) rimangono in testa alla classifica, seguiti dal divertimento fuori casa (31%, -4pp) e dai nuovi prodotti tecnologici (22%, -6pp).
Pressoché invariato, invece, il numero di persone che credono che si uscirà dalla recessione nei prossimi 12 mesi (20% vs. 21% nel trimestre precedente) e di coloro che credono nella ripresa del mercato del lavoro (fermo al 18%).
Al contempo, diminuisce la percentuale di italiani che adottano misure per risparmiare: sono il 54%, -2pp rispetto al trimestre precedente.