Goldman Sachs Asset Management ha pubblicato i risultati della sua ottava ricerca annuale sulle compagnie di assicurative a livello mondiale, intitolata “Cautiously Opportunistic” (“Cautamente opportunistici”), da cui emerge come la maggior parte delle compagnie assicurative continui ad investire alla luce dei crescenti timori legati al rallentamento dell’economia globale.
Tale rallentamento ed il ritorno della volatilità di mercato fanno da sfondo all’indagine di quest’anno, che rivela un aumento dei timori legati al ciclo del credito: l’85% degli intervistati ritiene infatti che stiamo attraversando una fase avanzata del ciclo, rispetto al 34% dello scorso anno. Inoltre l’82% del campione ritiene che l’economia statunitense entrerà in una fase di recessione nel 2020 o 2021, mentre solo il 2% dei partecipanti prevede che la recessione possa iniziare già nel 2019.
“Le compagnie assicurative si aspettano che gli Stati Uniti entrino in una fase di recessione, ma non quest’anno”, ha dichiarato Michael Siegel, Global Head dell’Insurance Asset Management di GSAM. “Di conseguenza continuano a investire, ma assumono i rischi con un approccio più selettivo. In particolare, le compagnie assicurative mantengono la recente tendenza ad allocare capitali verso classi di attivo meno liquide, come private equity, debito legato a infrastrutture e prestiti alle imprese a media capitalizzazione (c.d. middle market). A livello globale, le compagnie assicurative continuano ad allontanarsi dai titoli governativi locali, prediligendo invece l’obbligazionario societario investment grade statunitense ed europeo, oltre alle già citate allocazioni in attività immobiliari e private equity”.
Ai fini dell’indagine GSAM ha intervistato 307 professionisti tra Chief Investment Officer (CIO), Chief Financial Officer (CFO) e figure senior di compagnie assicurative globali, che rappresentano complessivamente oltre 13 mila miliardi di dollari in termini di patrimonio, ovvero circa la metà degli attivi del settore a livello globale.
Tra le principali evidenze dell’indagine:
- Il contesto macroeconomico è dominato dal rallentamento dell’economia negli Stati Uniti, in Europa e in Cina.
- I timori legati all’aumento dei tassi di interesse sono diminuiti significativamente (7% rispetto al 30% dello scorso anno), in quanto le compagnie assicurative sono ora più preoccupate per il possibile deterioramento della qualità dei crediti in portafoglio (38%, in aumento rispetto al 23% dello scorso anno).
- Gli investitori del settore hanno una view positiva sui rendimenti azionari, mentre più della metà degli intervistati (62%) prevede che il rendimento dei titoli del Tesoro (Treasury) statunitensi a 10 anni rimarrà nel range del 2,5-3% fino alla fine dell’anno, segnando un netto cambiamento rispetto ai risultati precedenti che avevano rilevato un pregiudizio (bias) crescente rispetto a un possibile incremento dei tassi di interesse. Allo stesso tempo le compagnie assicurative stanno cercando di allungare la durata finanziaria (duration) dei propri portafogli.
- Il 62% degli intervistati include i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) tra gli elementi considerati nei processi di investimento, con percentuali significativamente più elevate in Europa (83%) e nell’area Asia-Pacifico (81%) rispetto alle Americhe (43%).
- Più della metà delle compagnie investe in ETF (56%). In particolare gli ETF obbligazionari sono utilizzati più spesso per gestire esposizioni tattiche a breve termine o per ottenere efficienza operativa.
- Quasi la metà degli intervistati investe nel settore dell’innovazione tecnologica applicata all’industria assicurativa, c.d. “insurtech” (46%), con una percentuale più alta della media nell’area Asia-Pacifico (68%). Il miglioramento dell’efficienza operativa è il fattore che spinge maggiormente verso questo tipo di investimenti.
Per il secondo anno il team di Insurance Asset Management ha ampliato il proprio raggio di azione e ha condotto un’indagine supplementare rivolta ai top manager del segmento assicurativo retail in Nord America. L’analisi ha coinvolto un’ampia gamma di temi, tra cui i rischi di investimento, le prospettive di mercato, il ciclo del credito e l’evoluzione delle dinamiche settoriali, evidenziando come i rischi macroeconomici globali stiano diventando il fattore predominante nelle scelte di investimento. Gli intervistati hanno infatti mostrato preoccupazioni crescenti in relazione all’impatto degli eventi politici sui portafogli, con particolare attenzione alle relazioni USA-Cina e alla politica statunitense.