Covip ha pubblicato online i rendimenti di comparti negoziali, aperti e pip su diversi orizzonti. Ecco come leggeri alla luce anche dei loro costi
di Carlo Giuro
Dopo avere recentemente aggiornato gli Indicatori sintetici di costo la Covip ha provveduto a pubblicare sul proprio sito (www.covip.it) i rendimenti aggiornati al 31 dicembre 2018 dei fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti e pip. I dati sono ordinati secondo il numero di iscrizione all’albo della Covip, per quanto riguarda i fondi pensione negoziali, e alfabeticamente, secondo la denominazione della società che li gestisce, per quanto riguarda i fondi pensione aperti e i pip. Il rendimento viene indicato per ciascuna linea di investimento, prendendo a riferimento differenti periodi temporali (1, 3, 5 e 10 anni). Per ciascuna è riportata la categoria individuata secondo i criteri indicati nello schema di nota informativa di cui alla deliberazione Covip del 25 maggio 2016. Come specifica la commissione di vigilanza, il rendimento indicato è quello medio annuo composto ed è al netto degli oneri che gravano sul patrimonio della linea di investimento, vale a dire la commissione di gestione finanziaria e gli altri costi, compresi, per i fondi pensione negoziali e i fondi pensione aperti, gli oneri fiscali sui rendimenti.
Per i fondi pensione aperti e i pip viene pubblicata la performance al netto della commissione finanziaria applicata ordinariamente e non di quella, più bassa, che alcune forme prevedono per le adesioni di lavoratori dipendenti su base collettiva o in caso di convenzioni con associazioni di lavoratori autonomi o liberi professionisti. Per le collettività interessate da queste agevolazioni i rendimenti sono pertanto più alti di quelli ordinari e sono resi noti in apposite «Schede collettività», consegnate al momento dell’adesione insieme alle Note informative. I risultati pubblicati nell’elenco non considerano gli oneri che gravano direttamente sull’aderente (ad esempio, se previste, le commissioni di iscrizione, le commissioni in cifra fissa o in percentuale sui versamenti applicate ogni anno). Non coincidono quindi con il rendimento effettivamente conseguito dal singolo aderente, che è al netto anche di questi ultimi costi. La trasparenza sui rendimenti rappresenta un importante elemento di valutazione sia per quel che riguarda la bontà della gestione finanziaria del proprio strumento previdenziale in termini assoluti, sia in ottica comparata per valutare l’eventuale portablità della posizione individuale. La valutazione delle performance costituisce allora una importante bussola per valutare la bontà di un piano previdenziale anche ai fini di un eventuale trasferimento. Occorre però ricordare che il dato debba essere valutato in relazione al contesto di mercato di riferimento e debba collocarsi in un orizzonte temporale di valutazione di medio-lungo periodo coerente con la proiezione del pensionamento. I fondi pensione a contribuzione definita corrispondono infatti una prestazione che dipende dai contributi versati, dai rendimenti prodotti, dal livello di onerosità della forma previdenziale (la Covip sottolinea a titolo esemplificativo come su un periodo di partecipazione di 35 anni, un minor costo annuo dell’1% si traduce in una prestazione finale più alta del 18-20%). I benefici pensionistici non sono determinati allora ex-ante ma dipendono da contributi, costi e rendimenti. (riproduzione riservata)
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