Nel 2018 e nei primi tre mesi del 2019 i flussi complessivi di credito al consumo in Italia hanno proseguito nel trend di crescita, sebbene a ritmi più contenuti rispetto ai due anni precedenti.
E’ quanto emerge dalla 46° edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia.
In particolare, hanno sostenuto il comparto i finanziamenti finalizzati, erogati presso i punti vendita a sostegno dei consumi di beni durevoli, mentre i prestiti personali hanno rallentato rispetto alla crescita a doppia cifra degli scorsi anni.
Nel corso del 2018 le erogazioni di credito al consumo hanno proseguito la performance positiva, seppure a un ritmo più contenuto degli scorsi anni (+6,3% rispetto al 2017). Nel primo trimestre 2019 la crescita si porta a +9,4%, più che altro per effetto del confronto con l’aumento contenuto del corrispondente periodo dell’anno precedente.
Anche la dinamica dei consumi durevoli delle famiglie, quelli che più frequentemente vengono finanziati, ha evidenziato una crescita in attenuazione.
Per quanto riguarda i canali di erogazione del credito al consumo, si conferma l’importanza del ruolo degli sportelli delle banche generaliste, grazie alla loro capillarità sul territorio e al numero sempre maggiore di partnership e convenzioni con le istituzioni finanziarie specializzate. Il canale web veicola ancora una quota piuttosto contenuta di erogazioni.
Nel dettaglio, i finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto erogati presso i concessionari hanno chiuso il 2018 ancora con una buona crescita delle erogazioni (+9,3%) che è proseguita nel primo trimestre 2019 (+11,6%), in un contesto di ripresa delle immatricolazioni di auto nuove da parte di soggetti privati.
Anche i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (appartenenti a settori quali arredo, ciclomotori, elettronica ed elettrodomestici impianti “green” e beni per l’efficientamento energetico della casa, e altri beni e servizi finanziabili), hanno evidenziato una crescita a doppia cifra nel 2018, che mantiene lo stesso ritmo anche nei primi tre mesi del 2019 (+12,1%). A fare da traino all’intero comparto è stata la ripresa dei finanziamenti destinati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica, grazie anche a nuovi accordi tra gli enti eroganti e i dealer (nella forma di linee di credito rateali/rotative e promozioni) e del buon recupero delle vendite di alcune tipologie di prodotti (in particolare del comparto telefonia e dei dispositivi smart per la casa).
I prestiti personali, dopo tre anni di crescita a doppia cifra (con una media del 14%), registrano un deciso rallentamento nel 2018 (+5%), che riflette il modesto incremento della componente di nuovi prestiti.
Le operazioni di refinance (cioè contratti erogati per sostituire prestiti già esistenti al fine di rifinanziare il debito a condizioni più convenienti) hanno evidenziato una performance più dinamica grazie anche alla vivace concorrenza tra gli istituti eroganti. La crescita delle erogazioni nei primi 3 mesi del 2019 si porta a +9,3%.
Nel 2018 i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione hanno registrato una crescita del +4.6%, sostanzialmente in linea con quella dell’anno precedente ma al di sotto di quella del credito al consumo nel suo complesso. Nel dettaglio, le erogazioni in capo ai pensionati, che costituiscono la metà dei flussi totali, hanno trainato il comparto ma anche quelle verso i dipendenti privati hanno evidenziato un andamento positivo. Nel primo trimestre 2019 il prodotto registra un calo dei flussi finanziati.
Infine, le erogazioni via carte opzione/rateali hanno rallentato il ritmo di crescita sia nel 2018 sia nei primi tre mesi del 2019 (+3,5%). L’evoluzione complessiva riflette quella delle carte opzione, la tipologia prevalente, che tuttavia è utilizzata frequentemente in modalità a saldo. Appena un sesto dei flussi da esse veicolati fa riferimento a utilizzi rateizzati.
Le previsioni per il 2019 e il successivo biennio presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia evidenziano come il rallentamento della spesa delle famiglie, in particolare per i consumi di beni durevoli, e gli effetti legati alla perdita di valore della ricchezza finanziaria, determineranno un rallentamento della domanda per l’anno in corso e una relativa cautela nelle politiche di offerta. Il miglioramento delle condizioni finanziarie delle famiglie atteso nel biennio successivo tenderà invece a far aumentare il ricorso al credito sia a breve che a medio lungo termine.
Nel triennio 2019-2021 i flussi cumulati di credito al consumo sono attesi in crescita, ma a ritmi progressivamente più bassi rispetto alle rilevazioni precedenti, riallineandosi in questo modo alla dinamica dei consumi durevoli, che racchiudono la tipologia di beni per i quali si fa maggiormente ricorso al credito. In condizioni di maggiore solidità finanziaria delle famiglie anche le politiche di offerta, pur rimanendo attente al merito creditizio dei debitori, favoriranno l’allargamento del bacino potenziale di famiglie che potranno accedere al credito.
Nel 2019 le erogazioni di mutui sono attese in aumento, mentre quella delle surroghe e sostituzioni si ridurrà ancora. I ritmi di crescita delle erogazioni complessive rallenteranno per tutto il periodo di previsione, pur rimanendo positivi.
Relativamente alla rischiosità del credito alle famiglie, le prospettive di crescita economica, anche se moderata, favoriranno un ulteriore miglioramento della qualità del credito, anche grazie alla prosecuzione delle cessioni di NPL sul mercato. Inoltre, il livello dei tassi di interesse di mercato monetario, che rimarrà in territorio negativo ancora per tutto il 2020, contribuirà a contenere gli oneri sul debito a carico delle famiglie favorendo, quindi, la sostenibilità delle rate.
Come ultimo elemento, occorre sottolineare che le pressioni regolamentari e il nuovo contesto competitivo innescato dall’ingresso nel mercato degli operatori FinTech e BigTech stimoleranno l’accelerazione del processo di cambiamento del modello di servizio degli intermediari finanziari e maggiori investimenti in tecnologia. Pertanto, la capacità e la velocità di adattamento a questi cambiamenti e la valorizzazione della relazione con il cliente si confermano fattori chiave per il recupero di redditività da parte dei player tradizionali.