Sostenibilità è formazione
Tra i criteri Esg anche le ore destinate ai corsi per i dipendenti
di Oscar Bodini

La crescente importanza che stanno assumendo i cosiddetti criteri Esg (ambientale, sociale e di governance) nell’ambito della valutazione delle aziende e nella selezione ad excludendum che sempre più fondi d’investimento effettuano prendendo in considerazione questi fattori, stanno spingendo un numero crescente di società quotate a piazza Affari a redigere appositi bilanci di sostenibilità attraverso cui rendicontare gli obiettivi di sostenibilità che di anno in anno riescono a centrare. Accanto a parametri come il risparmio conseguito in termini di minori emissioni di anidride carbonica in atmosfera o di risparmi tangibili ottenuti a conto economico grazie, per esempio, alla produzione o alla fruizione di energia prodotta da fonti rinnovabili, un indicatore che sta guadagnando terreno è il numero di ore che ogni società destina annualmente alla formazione dei propri dipendenti. Un aspetto, quest’ultimo, che nel l’ambito della cura dei grandi patrimoni assume un ruolo chiave, come ha spiegato a MF-Milano Finanza il responsabile del Private Banking di Credem, Gianluca Rondini.

«Abbiamo sempre considerato la formazione come l’elemento qualificante della professionalità delle nostre persone e in particolare dei private banker». Anche per il 2019, l’istituto emiliano guidato da Nazareno Gregori ha finanziato un percorso formativo intensivo con cui si prefigge di assicurare tutte le conoscenze professionali di natura normativa (per esempio legate a Ivass o Mifid II) e al tempo stesso di arricchire le competenze tecniche, le capacità relazionali, gli skill trasversali e la cultura digitale. «Siamo convinti che il vero elemento differenziante e caratterizzante del nostro servizio risieda infatti nelle competenze e nelle attitudini delle persone, che coltiviamo attraverso una continua e variegata formazione. I clienti HNWI hanno un’aspettativa elevata in termini di consulenza anche non allocativa e pesano la qualità della stessa quale elemento dirimente nella scelta del proprio banchiere», osserva ancora Rondini. Con l’attività formativa messa in campo in questi anni la banca è riuscita così a proporsi come autentico wealth planner nella relazione con i clienti, anche se, osserva il responsabile del PB, «è evidente che in un contesto in cui la tecnologia sta accelerando il già veloce cambiamento dei costumi della società, delle aspettative dei clienti e la complessità dei mercati, sarà indispensabile continuare a investire per la formazione della rete».
Entrando nel dettaglio, secondo quanto viene riferito, la modalità e gli strumenti di erogazione della formazione adottate per i consulenti della struttura variano in base al tipo argomento trattato e alla profondità di analisi. Per i 278 private banker del gruppo sono state previste oltre 5 mila ore di training in aula, principalmente su tematiche tecnico commerciali. Per quanto riguarda la formazione a distanza sono state poi pianificate quasi 4 mila ore, specialmente su tematiche di tipo normativo. Numeri che non comprendono tutti i corsi cui possono attingere liberamente i banker dal catalogo formazione: offre approfondimenti su tematiche di welfare, di skill trasversali e di empowerment.
Capitolo a parte merita il percorso formativo organizzato in collaborazione con la struttura di Global Wealth Advisor di Credem. «Ogni occasione diventa momento di formazione», assicura Rondini. «Per esempio, abbiamo utilizzato i due giorni di convention plenaria organizzati il mese scorso a Milano Marittima per approfondire, anche con interventi a cura di specialisti del settore, il significato di ‘sostenibilità’ in materia di investimenti, le diversità tra le metodologie e le differenze di approccio che possono applicarsi in ambito Esg. Abbiamo anche analizzato il ruolo degli strumenti digitali a supporto delle attività di investimento, con un focus particolare alla piattaforma proprietaria “Gwa Next”. Sono stati poi introdotti i concetti principali di finanza straordinaria, declinati all’interno della pianificazione patrimoniale e sono stati illustrati i tratti distintivi della consulenza su titoli in amministrata e il relativo processo di selezione degli strumenti».
Da luglio partirà anche un percorso di formazione che coinvolgerà sia i private banker sia i corporate banker dell’istituto. «Tratterà del mercato dell’M&A, dei processi che lo caratterizzano, degli strumenti che lo supportano, degli attori coinvolti e infine dei contratti e correlati vari come escrow e garanzie. Verso fine anno ci occuperemo infine di affinare le competenze dei nostri banker su temi di personal branding e di comunicazione attraverso i social network», ha concluso il manager. (riproduzione riservata

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