Attraverso la cartolarizzazione delle fatture emesse dalle pmi. Dopo aver realizzato operazioni per 800 mln in 18 mesi, l’istituto punta a coinvolgere anche i risparmiatori
di Anna Messia
Con i tassi d’interesse ai minimi storici e i mercati ballerini le cartolarizzazioni si sono rivelate una valida alternativa per diversificare gli investimenti e incassare rendimenti interessanti. Se ne sono accorti in Banca Generali dove, nell’ultimo anno e mezzo, hanno realizzato operazioni di questo tipo per un ammontare di circa 800 milioni di euro risultando tra gli operatori più attivi in questa direzione. Titoli che sono finiti finora esclusivamente nelle tasche di investitori istituzionali ma l’amministratore delegato della banca del gruppo Generali , Gian Maria Mossa, è convinto che questi strumenti possano essere portati anche ai clienti private, chiaramente con un attento controllo della diversificazione e dei profili di rischio, con un doppio effetto positivo sia per i clienti sia per il sistema economico, come spiega a MF-Milano Finanza.
«Abbiamo sviluppato forti competenze nell’analisi del credito per le cartolarizzazioni che crediamo possano essere uno strumento molto utile per avvicinare il risparmio all’economia reale», dichiara il numero uno di Banca Generali che aggiunge: «Stiamo lavorando alla cartolarizzazione di debiti della pubblica amministrazione coerentemente con quanto previsto dalle linee guida europee Capital Market Union che puntano a fornire fondi addizionali alle piccole e medie imprese», spiega Mossa. Un’operazione che vede Banca Generali affiancata da Cfe, operatore europeo specializzato nel trade-finance, ovvero il credito commerciale rivolto ad aziende esportatrici e i servizi ad esso collegati. Banca Generali si è già attivata anche su quest’ultimo comparto, cartolarizzando lettere di credit all’esportazione garantite dalla Eca, le export credit agency, come la tedesca Euler Hermes, la francese Coface e ovviamente l’italiana Sace. Ma non solo. L’operazione più grande lo scorso anno ha riguardato crediti sanitari. Proprio in questi giorni è stata rimborsata anticipatamente la prima emissione che è riuscita a riconoscere ai sottoscrittori un rendimento medio annuo lordo di circa il 4%. Di queste tranche che coinvolgono il settore della sanità la banca guidata da Mossa ne ha già emesse quattro. «Titoli che riscuotono un interesse molto alto da parte degli investitori professionali poiché stabilizzano una parte del portafoglio godendo di un basso profilo di rischio vista la garanzia pubblica e di buoni rendimenti», continua Mossa, «per questo motivo stiamo lavorando a livello di sistema per riuscire a offrire queste soluzioni anche a un pubblico più ampio, ovviamente elevando le tutele, e aumentando così l’impatto a beneficio del sistema economico del Paese». L’intenzione di Banca Generali è partire con il nuovo progetto di cartolarizzazione dei crediti verso la Pa già a settembre. Anche in questo caso lavorerebbe al fianco di Cfe, con la selezione di enti della Pa che non siano soggetti a procedure di dissesto. «Per dare maggiore protezione ai singoli risparmiatori lavoreremo sulla cessione di crediti pro soluto e prevedremo l’inserimento di una tranche junior limitando l’offerta per i clienti alla sola tranche senior» continua Mossa che sembra avere obiettivi ambizioni: i piani prevedono di arrivare a regime a volumi per oltre 400 milioni. (riproduzione riservata)
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