Per l’Enpam (medici e odontoiatri), per Cassa forense e numerose altre casse la «quota 100» è «un traguardo raggiunto» e superato. Il problema semmai è di quanto sia penalizzato l’assegno pensionistico
di Simona D’Alessio
La riforma previdenziale del governo è ancora solo su carta (nel «contratto» fra Lega e M5s), eppure su un tema assai «caldo» (e fumoso), ossia la cosiddetta «quota 100» (la soglia che, se raggiunta sommando età anagrafica e contributi, aprirebbe le porte del pensionamento), le Casse private possono vantare una «primogenitura». E configurarsi come «laboratorio», in vista delle decisioni che l’esecutivo adotterà. Per l’Enpam (medici e odontoiatri) la «quota 100» è «un traguardo raggiunto» e superato, poiché si consente ai liberi professionisti e ai convenzionati di chiedere la pensione anticipata se il totale fra anni e contribuzione giunge a «quota 97». Inoltre, se per i dipendenti iscritti all’Inps si ipotizza l’uscita dal lavoro all’età minima di 64 anni, l’Ente garantisce la possibilità di andare in quiescenza a «62 anni e con 35 di contributi»; nel calcolo dell’anzianità contributiva rientrano i periodi oggetto di riscatto, o ricongiunzione, e il solo «paletto» è che debbano esser trascorsi 30 anni dalla laurea. L’Enpam dà la chance di accedere al trattamento anticipato, «indipendentemente dall’età anagrafica», maturati 42 anni di contributi.
«Quota 100» realtà pure per gli avvocati, giacché Cassa forense, che ha innalzato l’asticella dell’età del pensionamento (a regime, dal 2021, i parametri saranno 70 anni e 35 anni di contributi), fa sapere a ItaliaOggi che i legali potranno anticipare il pensionamento «fino a 65 anni, sempre con 35 anni di contributi», ma il trattamento sarà «decurtato di circa il 25%, a meno che non si abbiano 40 anni di contributi»; aver messo da parte 40 anni di contribuzione (a prescindere dall’età del professionista) è il requisito che dà pure ai periti industriali (iscritti all’Eppi) l’opportunità di accesso alla prestazione, così come ai dottori commercialisti (associati alla Cnpadc), Cassa che ha fissato la possibilità di ottenere la pensione anticipata con 61 anni d’età e 38 di versamenti contributivi.
La previdenza privata, dunque, offre diverse strade per lasciare il lavoro prematuramente. E, in attesa di conoscere come il governo intende attuare la sua «Quota 100», il dubbio maggiore riguarda le (probabili) penalizzazioni che potrebbero incidere (significativamente) sul «peso» dell’assegno.
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