Di Manuele Follis
A poche settimane dall’entrata in vigore della direttiva europea Psd2 (payment service directive) e mentre Intesa Sanpaolo sta investendo nella startup Oval Money ieri a Start Magazine ha presentato a Milano il «Libro bianco su Fintech e pagamenti digitali», 90 pagine che fotografano lo stato del settore in Italia, paese che non ha ancora nessuna legge sul fintech nonostante abbia fatto dell’attrazione degli investimenti e dell’innovazione un mantra. L’unica mossa l’ha fatta la Banca d’Italia, emanando disposizioni sui social lending (cioè i prestiti tra privati). Le proposte che il libro raccoglie, principalmente avanzate da AssoFintech prevedono dall’utilizzo delle piattaforme di crowdfunding, al sostegno del mercato secondario delle non quotate, dall’utilizzo del fondo centrale di garanzia alla facilitazione della quotazione. La prova che comunque qualcosa si sta muovendo è l’apertura del «Fintech district» a Milano, non proprio e non solo un luogo fisico ma soprattutto una community di aziende con il comune denominatore dell’elevata innovazione tecnologica e l’esigenza di trovare un ecosistema in cui potersi sviluppare, crescere e affermare. Secondo i dati del Politecnico il mondo del fintech italiano ha registrato una crescita media di 12 aziende all’anno, con investimenti nella prima parte del 2018 già di 38 milioni di dollari in società italiane, tra cui spiccano realtà come Satispay, Moneyfarm, GreenAddress e Soldo. (riproduzione riservata)
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