di Andrea Montanari
Arrivano i capitali per consolidare il business e dare sostanza all’espansione internazionale di Azimut. Ieri si è completato il rafforzamento nel capitale di Azimut Holding di Timone Fiduciaria (il veicolo che riunisce il patto di sindacato), salita dal 16,4 al 24,2% dopo che tre anni fa aveva venduto parte della quota (ammontava a poco più del 22%) con un accelerated bookbuilding per modificare il peso nell’azionariato e nel patto, così consentendo l’ingresso di nuovi soci.
I capitali raccolti da Azimut ammontano a 77 milioni, di cui 25 garantiti da manager, consulenti finanziari, gestori e dipendenti del gruppo attivi in 14 Paesi. Pietro Giuliani, presidente del comitato direttivo del patto di sindacato e della stessa Azimut Holding, ha investito più di 26 milioni, dopo che con il precedente collocamento ne aveva incassati 40 lordi (30 al netto delle tasse). A dimostrazione della volontà di non abbandonare il progetto.
«Come abbiamo sempre fatto in Azimut, dimostreremo con i numeri che da oggi comincia un nuovo capitolo nella storia della società, con nuovi colleghi italiani ed esteri, che sarà ancora più importante di quello percorso nei circa 30 anni di storia», ha commentato Giuliani. Ma la novità del deal è l’ingresso del fondo Peninsula che avrà il 2,7% del capitale totale e il cui partner, Nicola Colavito, con l’occasione entra a far parte del cda di Azimut. «Oggi il 25% delle masse in gestione arriva dall’estero, in particolare dai mercati emergenti», specifica Giuliani.
«I nostri colleghi attivi oltreconfine hanno investito in una fiduciaria italiana che raggruppa il patto di sindacato italiano di un’azienda italiana: è un bel segnale di fiducia ed è un caso più unico che raro sul mercato locale». Ma cosa farà Azimut con i capitali che arrivano ai piani alti e con un partner come Peninsula? «C’erano parecchi pretendenti, in particolare internazionali (si parla di un paio di asset manager inglesi, ndr), ma è stato scelto un alleato che investe in Italia e offre garanzie di solidità», risponde Giuliani, che aggiunge: «La nostra missione è crescere, dobbiamo continuare a farlo, soprattutto all’estero. Ci concentreremo su quelle aree del mondo dove persiste una crescita più sostenuta e dove ci sono opportunità d’investimento».
I target del gruppo attivo in 17 paesi, sono: l’Asia, e in particolare la Cina (Azimut ha la licenza per private fund manager), l’America Latina e l’Australia. «Stiamo sviluppandoci in Turchia e in Medio Oriente, in particolare a Dubai», dice Giuliani. Per il quale la regione mediorientale e i Paesi a matrice islamica sono obiettivi concreti.
In questo senso, il sostegno di Peninsula (tra gli investitori del fondo figurano molti soggetti del Golfo, quali la Qatar Investment Authority), consentirà di accelerare il processo di crescita e di investire sui prodotti che rispettano i precetti della Sharia, la legge islamica. (riproduzione riservata)
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