Secondo la nona edizione del report MedMal Italia di Marsh nel 2016 si sono registrati in media 39 sinistri per struttura nella sanità pubblica.
Il report, che ha analizzato oltre 10.000 sinistri relativi al periodo 2004-2016 su un totale di oltre 40 strutture, registra un aumento dei sinistri graduale ma costante negli anni pari a 2,9% anno su anno (sono stati esclusi i sinistri ad alta frequenza e basso impatto come ad esempio quelli con valore inferiore a 500 euro, danni a cose, errori amministrativi, furti/smarrimenti).
Se da un lato la frequenza dei sinistri è in costante aumento, non subisce particolari variazioni il costo medio liquidato per sinistro che si attesta sui 68.000 euro, in linea con i 71.000 euro della precedente edizione.
Per quanto riguarda i tempi di denuncia, più della metà degli eventi accaduti vengono denunciati entro un anno; entro 4 anni oltre l’80%, anche se con notevoli differenze a seconda della tipologia. Si registra maggiore lentezza per le infezioni: solo 11 eventi su 100 vengono denunciati entro 6 mesi, e si oltrepassa il 70% solo entro i 5-6 anni. Gli errori collegati a procedure invasive hanno invece una denuncia celere (6 su 10 vengono denunciati entro 1 anno), così come gli errori diagnostici (45,5% entro 12 mesi).
Anche quest’anno il sinistro più frequente è quello collegato all’attività chirurgica (pari al 34,9% del totale), seguito dagli errori diagnostici (18,5%), dalle cadute accidentali (10,3%) e dagli errori terapeutici (9,4%). Gli errori da parto si attestano al 3,9%, di poco preceduti dalle procedure invasive come esami endoscopici, biopsie di organi interni, amniocentesi etc. (4,4%). Pur riducendosi in frequenza, gli errori da parto continuano a confermarsi tra i più rilevanti dal punto di vista economico, con un valore del liquidato medio di 406.000 euro, il 592,5% del liquidato medio.
Considerando solo i cosiddetti top claim (sinistri con un costo uguale o superiore ai 500.000 euro) conquistano il primo posto gli errori chirurgici (23,2%), seguiti da errori da parto (21%), errori diagnostici (20%), quelli terapeutici (13,4%) e le infezioni (6,3%).
Analogamente a quanto indicato nella scorsa edizione del report, l’unità operativa che subisce la maggiore frequenza di richieste di risarcimento danni è Ortopedia e Traumatologia (14,9%). Alcune differenze si registrano invece per quanto concerne le posizioni successive: al secondo posto si colloca Ostetricia e Ginecologia (11,4%) – che si trovava al 4 posto nel report 2017 – seguita da Chirurgia Generale (11,3), DEA/Pronto Soccorso (9,5%) e parti comuni dell’azienda sanitaria (7,2%). Considerati complessivamente, questi sinistri rappresentano oltre il 50% del totale.
Da un esame di tutte le tipologie di eventi all’interno delle Unità Operative, si riscontra che l’errore chirurgico resta prevalente in Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia generale e Ostetricia e Ginecologia, mentre in DEA/Pronto Soccorso gli errori più frequenti sono quelli diagnostici (65%). E’ invece interessante notare come nelle parti comuni gli eventi più frequenti siano le cadute accidentali (72%) che pure costituiscono una buona percentuale anche in Pronto Soccorso.
Il report si conclude con l’analisi del tasso di rischio, che si conferma in linea con quanto espresso nel 2017: 6,5 sinistri ogni 100 medici, 2,8 ogni 100 infermieri e di 1,3 ogni 1000 ricoveri, per valori assicurativi che si attestano sui 5.659 euro per medico, 2.434 euro per infermiere e 113 euro per ricovero.